Pordenone capitale della land art

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redazione

10 Maggio 2018
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Sesta edizione di Humus Park

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Tre comuni e tre parchi, oltre 90 artisti, 13 nazionalità rappresentate, 8 scuole d’arte e accademie nazionali coinvolte. Questi i numeri della sesta edizione di Humus Park, International Land Art Meeting and Exposition a cadenza biennale, in programma a Pordenone dal 14 al 26 maggio 2018 –  evento ideato e curato da Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga, col contributo critico di Angelo Bertani e col contributo didattico di Guido Cecere, e organizzato dal Comune di Pordenone assieme ai Comuni di Caneva e Polcenigo, col sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e UTI del Noncello e la collaborazione della Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia e Patrimonio Unesco.

Un meeting che crea relazioni spazio temporali, artistiche, culturali, generazionali, abbattendo confini e barriere.

Due le settimane di lavoro, la prima dal 14 al 19 maggio al Palù di Livenza (sito archeologico Patrimonio Unesco, ricco di acqua sorgiva situato tra i Comuni di Caneva e Polcenigo), la seconda, dal 21 al 26 maggio, nel Parco del Museo Archeologico di Torre a Pordenone (dove il castello accoglie tutti i reperti archeologici della provincia di Pordenone compresi quelli provenienti dall'area del Palù e dove affiorano resti di una villa romana) e nel vicino Parco del Seminario, isola verde racchiusa tra due rami del fiume Noncello.

Land Art, arte della terra

Humus Park è Land Art, una forma di Arte contemporanea naturalistica, che permette all'artista di esprimersi usando quanto la Natura generosamente offre in prestito, sposandola a siti di particolare interesse storico-artistico-paesaggistico e culturale. La linea data dai direttori artistici è rigorosa: gli artisti, che lavorano a coppie, per le loro creazioni possono utilizzare esclusivamente materiali ed elementi naturali reperiti sul posto, come rami, foglie, sassi, terra, alberi, cespugli, rovi, zolle, erba, acqua, vento. Dal magico e imperscrutabile intreccio di abilità tecnica, ispirazione e dialogo con l'ambiente circostante nascono le loro opere, che vanno a costituire delle vere e proprie gallerie “en plein air”, poi visitabili per tutta l'estate, finché Madre Natura non se le riprenderà.

Gli artisti

Sono oltre 90 le personalità coinvolte tra artisti internazionali, artisti nazionali e studenti selezionati nelle scuole d’arte locali e nelle accademie nazionali. Gli artisti stranieri provengono da Nuova Zelanda, Taiwan, Danimarca, Kazakistan, Svizzera, Francia, Lituania, Polonia, Stati Uniti, Slovenia, Perù e Iran. Da segnalare in questa edizione la presenza di Nick Neddo, autore del libro “The Organic Artist”, artista ed educatore del Vermont (USA), l’artista multidisciplinare Donald Buglass (Nuova Zelanda) e lo svizzero Peter Hess, direttore artistico del festival di Grindelwald e “padre” della Land Art naturalistica in Europa. Tra gli italiani Marco Nones, vincitore del Concorso Arte Expo 2015/Fondazione Triulza con l’istallazione artistica “Svuotato”, creata per Bosco in Città (Milano), e fondatore, assieme a Beatrice Calamari, del Parco d’arte RespirArt in Val di Fiemme.

Giovani protagonisti

Sin dalla sua prima edizione (2008), Humus Park ha dato spazio ai giovani, ai quali è dedicato specificamente il Premio Gea. Nel 2018 partecipano le Accademie nazionali di Brera (Milano), Bologna, Ravenna, Albertina di Torino e Carrara. Coinvolti anche gli istituti d’arte locali: il Liceo artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto, il Liceo artistico Enrico Galvani di Cordenons, l’Isis Bruno Carniello di Brugnera-Sacile.

Fabio Pes e Francesco Bortolin, due studenti vincitori del Premio Gea 2016, sono ulteriormente premiati quest’anno affiancando un artista internazionale, mentre Matteo Biason, artista storico di Humus Park, è promosso ad assistente sul campo.

E sono studenti dell’istituto tecnico del settore economico Odorico Mattiussi di Pordenone i 5 giovani coinvolti come interpreti.

Info: www.humuspark.it

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