La Cefalea è una patologia molto comune. L’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) ritiene che metà della popolazione adulta mondiale abbia fatto esperienza almeno una volta nella vita di una delle tre forme più comuni di mal di testa: emicrania, cefalea muscolo-tensiva e cefalea a grappolo. Esse influenzano negativamente la qualità di vita e la loro diffusione ha subito un notevole incremento negli ultimi 20 anni. Un’analisi sistematica della letteratura scientifica in merito dimostra che metà, se non tre quarti, della popolazione mondiale dai 18 ai 65 anni ha avuto mal di testa nell’ultimo anno e che l’emicrania ha colpito più del 10% degli stessi soggetti (dati del 2011). Una cefalea che affligge per 15 o più giorni ogni mese colpisce dall’1,7 al 4% della stessa popolazione. A livello mondiale, l’emicrania conduce alla perdita di 1,3% di anni di vita per malattia.
L’impatto sulla salute del singolo individuo e sulla sua attività lavorativa è notevole, pertanto dovrebbe essere migliorata la rete di informazioni da e verso il cittadino, visto che le implicazioni sulla salute pubblica e l’economia sono ingenti.
Il mal di testa o cefalea viene classificato in due grandi categorie in base alle forme sviluppate: cefalee primarie, in genere benigne e senza conseguenze; cefalee secondarie, le gate a condizioni patologiche anche molto gravi.
Fra le prime troviamo la cefalea muscolotensiva, la più comune, che produce un dolore sordo e costante a livello frontale, all’apice e ai lati della testa, come se ci fosse una fascia elastica che circonda la testa. Lo stress ne è spesso la causa, così come l’abuso di alcol, la mancanza di riposo, un’alimentazione sbagliata, la scarsa idratazione, la depressione.
Segue, per frequenza, l’emicrania: un mal di testa ricorrente che disabilita la persona, manifestandosi come dolore acuto e lancinante in uno o entrambi i lati della testa. Può essere associata o meno ad alterazioni visive, definite ‘aura’, quali puntini luminosi, visione simile al caleidoscopio o parzialmente offuscata. Spesso risponde a farmaci da banco quali i comuni anti-infiammatori, ma per alcune persone è talmente forte e ricorrente che devono far ricorso ad associazioni con antidepressivi od oppioidi.
La cefalea a grappolo e altre cefalee autonomino-trigeminali sono la terza forma di cefalea primaria secondo l’International Headache (mal di testa) Society. Causano un dolore intenso intorno a un occhio o si irradiano alla guancia e ai denti. Avvengono a grappolo, ovvero in fasi attive anche di uno o due mesi a cui seguono periodi di remissioni spontanea. Sono causate dall’eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni, che porta alla compressione del nervo trigemino (nasce nel cranio per poi diramarsi a fronte, guancia e mento). Altre cefalee primarie sono legate a tosse, attività sportiva o attività sessuale.
Le cefalee secondarie hanno una causa che si identifica con una patologia pre-esistente. Possono essere attribuite a trauma cranico e/o cervicale, a disturbi vascolari, alterazioni intracraniche, all’uso di una sostanza o alla sua sospensione, a infezione, a disturbi dell’omeostasi, a disturbi psichiatrici, a patologie del massiccio facciale quali sinusiti, influenza, problemi dentali, otiti.
Nelle donne, la cefalea in generale è spesso associata ad alterazioni ormonali fisiologiche, nonché a particolari fasi del periodo mestruale. Nella tabella sottostante vengono illustrati alcuni dei triggers (fattori scatenanti) di cui spesso non siamo a conoscenza.
Lo specialista da consultare nel caso di cefalee ricorrenti e resistenti ai comuni farmaci è il neurologo. Solo dopo un attento esame obiettivo e un’anamnesi accurata (raccolta di informazioni riguardo la storia clinica del paziente), il disturbo viene classificato e la terapia proposta in modo adeguato. I rimedi da banco, per quanto efficaci, eliminano sintomi che sarebbero evitabili se fossero avviati cambiamenti minori allo stile di vita, quali riposare più a lungo o bere di più, senza caricare l’organismo di sostanze artificiali e, se utilizzate in modo scorretto e duraturo, dannose.
Alcune cause non comuni di un attacco cefalalgico
- Rilassarsi dopo un periodo stressante (es. la cefalea nel weekend)
- Arrabbiatura
- Postura errata
- Profumi e fragranze per la casa, detergenti
- Tempo meteorologico (umidità, sbalzi di temperatura)
- Digrignare i denti
- Luce abbagliante intermittente
- Conservanti alimentari, formaggi stagionati, bevande dietetiche
- Attività sessuale (durante o post coitali)
- Gelato e cibi freddi
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