Come abbiamo precedentemente visto, l’efficacia delle nostre strategie per raggiungere una meta che ci siamo prefissi (titolo di studio, incarico lavorativo, guarigione, costruzione della famiglia, ecc.), non è tanto il frutto di una spiccata intelligenza o della fortuna bensì il risultato di un patto efficace tra due strutture della nostra personalità: la componente affettiva-creativa-motivazionale e quella logicoprogrammatoria-operativa.
Se prescindiamo da oggettive cause esterne, capaci di ritardare o impedire il conseguimento della nostra meta, l’eventuale insuccesso lo dobbiamo attribuire proprio alla mancata formazione dell’alleanza Io Adulto – Io Bambino, quando “non faccio tutto ciò che serve per ottenere ciò che voglio”. La chiave di lettura di questo tipo di “insuccesso” o “fallimento”, derivato da un evidente non-agire nei propri interessi o in un agire inadeguato, risiede nel concetto di autonomia.
Il sabotaggio pratico sulle nostre intenzioni nasce dalla componente emotiva, dalla quale scaturisce la prima attribuzione di riconoscimento e valore della nostra persona: deriviamo essenzialmente dalla cerchia familiare questa iniziale immagine di noi stessi. Crescendo, principalmente nella lunga fase della scolarizzazione, iniziamo a scoprire la capacità di “volere qualcosa” e di “fare le cose giuste”: diventiamo volitivi e attivi, dando impulso alla autoefficacia. Fino alla fine dell’adolescenza, in modo variabile per ogni persona, oscilliamo tra il significativo bisogno di approvazione da parte degli altri e la ricerca dell’autonomia nelle decisioni personali. In questa feconda fase di vita noi “ci prendiamo le misure”, esercitiamo la nostra determinazione ed efficienza nell’ottenere successo rispetto alle mete personali.
Nel corso della vita adulta normalmente si compie la specificazione della persona, cioè l’integrazione dei suoi tratti di personalità e di carattere, la codifica dei valori personali di riferimento e la definizione di alcune basilari mete esistenziali, che differenziano in modo definitivo ogni individuo dal suo ambiente di origine e lo rendono un soggetto sociale unico e irripetibile. Quindi in teoria nell’età adulta tenderà a prevalere l’autonomia di pensiero, di giudizio e di azione, rispetto al condizionamento dell’ambiente di origine familiare. Nella pratica la “cultura familiare” e le “etichette” con le quali ha esordito la nostra immagine in età infantile, vanno a costituire la terza potente struttura della personalità: l’Io Genitore.
Questa istanza registra accuratamente permessi e divieti, approvazioni e rimproveri, successi e fallimenti: in sostanza l’Io Genitore è una specie di guida-on-line che nel corso della vita vaglia i nostri progetti e le nostre azioni, emettendo un “certificato di conformità” all’educazione o sabotando l’iniziativa.
Da quanto detto, risulta ora più comprensibile un altro tipo di consistente difficoltà a mantenere i propositi, a fare sacrifici in vista di una meta: anche da adulti non siamo mai soli a perseguire semplicemente un interesse per la realizzazione personale, siamo in condominio! Sotto il livello di coscienza c’è un tribunale all’opera che vaglia i nostri desideri e stabilisce se sono ammissibili o meno. In sostanza siamo minati da un dubbio: “Ma posso desiderare questa cosa?”
La chiave di lettura di questa tipologia di sabotaggio e fallimento risiede nel concetto di maturità: solo la disponibilità a crescere può contrastare validamente il divieto di realizzare Se stessi! L’autonomia e la maturità ovviamente non sono assolute: manteniamo sempre un certo bisogno di approvazione e di condivisione da parte degli altri.
In alcune fasi della vita possiamo essere immersi nella fusionalità affettiva con qualche familiare o con un soggetto dalla personalità influente che funge da confidente e consigliere e che diventa un potente condizionamento del nostro agire. Se ciò accade, si configura un conflitto aperto o silente molto arduo da superare e il sabotaggio nel raggiungere certe mete di solito è sistematico: la via d’uscita dalla “sudditanza” e dall’indecisione inizia con l’affrontare i temi dell’autostima e dei valori personali di riferimento.
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