Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.), sezione particolare del Club Alpino Italiano, opera in regione con autonomia operativa e gestionale rispetto all’organizzazione nazionale con sede a Milano. Si tratta di una realtà composta da 260 volontari del soccorso alpino suddivisi in nove stazioni (Cave del Predil, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Gemona del Friuli, Maniago, Moggio Udinese, Pordenone, Trieste, Valcellina), che coprono tutto il territorio montano del Friuli Venezia Giulia ed anche le zone impervie della costiera e del Carso triestino.
L’aggiornamento. In considerazione delle operazioni ad elevato coefficiente tecnico che il soccorso alpino è chiamato ad effettuare, da sempre si è resa indispensabile una elevata preparazione dei volontari, già selezionati in base alle proprie esperienze e capacità alpinistiche al momento dell’iscrizione. Successivamente vengono preparati e costantemente aggiornati nelle tecniche operative che le diverse situazioni dell’attività di soccorso alpino può richiedere. Un gruppo di istruttori facenti capo alla Scuola regionale di soccorso alpino lavora incessantemente presso le stazioni di soccorso per favorire un’azione addestrativa permanente. La frequentazione, da parte di molti appassionati, di nuovi ambienti del territorio montano come le forre e i torrenti alpini ha portato alla necessità di sviluppo di specifiche tecniche di salvataggio.
Nuove tecnologie. A livello regionale si è recentemente costituito un gruppo di tecnici specializzati nella gestione delle ricerche di persone disperse: grazie anche all’utilizzo di mezzi informatici, questi tecnici possono affiancarsi ai responsabili delle stazioni di soccorso, aiutandoli nel coordinamento del personale, dei mezzi e nella gestione complessiva delle operazioni. Oltre che “per il soccorso degli alpinisti ed escursionisti infortunati o pericolanti per qualsiasi causa, nonché per il recupero delle salme”, come cita la prima legge istituiva del soccorso alpino, il C.N.S.A.S. è incaricato della prevenzione degli incidenti in montagna. In collaborazione con il Club Alpino Italiano ha attivato una campagna educativa su come frequentare la montagna in sicurezza, dalle scuole primarie alle medie superiori, con dimostrazioni e incontri didattici sui concetti di frequentazione consapevole.
Protezione Civile FVG e 118. La stretta collaborazione con la Protezione Civile regionale assicura al C.N.S.A.S. la dotazione di mezzi, l’utilizzo di tecnologie ed elicotteri nonché un fondamentale supporto logistico. Con il Servizio 118 di emergenza sanitaria regionale il rapporto si può considerare quotidiano sia per l’operatività sul campo nell’ambito territoriale delle stazioni di soccorso che per la costante presenza, negli ultimi nove anni, di un tecnico specializzato del Soccorso Alpino nell’equipe di elisoccorso. In tale conformazione l’elisoccorso 118 regionale può intervenire, anche con l’impiego del verricello di bordo, in zone di territorio ove l’accesso tradizionale non sarebbe possibile o richiederebbe tempi molto lunghi, garantendo un’assistenza sanitaria di eccellenza a tutta la popolazione. Il C.N.S.A.S. collabora inoltre con il soccorso alpino della Guardia di Finanza e dei Carabinieri presenti nel territorio della Provincia di Udine e con il Corpo dei Vigili del Fuoco.
Attività di soccorso: i dati 2009. 148 interventi, 167 persone soccorse, 69 feriti, 15 decessi, 911 volontari impiegati, 1018 giornate di servizio. Le cause più frequenti di incidente sono state cadute o scivolate (106 casi); altre cause di intervento sono state l’incapacità di proseguire l’escursione e la perdita di orientamento. L’attività maggiormente coinvolta è stata l’escursionismo (82 casi), seguita dall’alpinismo (40) e dalle ferrate (17). L’elicottero è stato impiegato in 63 interventi (43 volte l’elicottero sanitario del 118 e in 20 interventi quello della Protezione Civile adibito alle ricognizioni, trasporti in quota delle squadre, recupero di persone illese, recupero di salme). A questa attività si aggiunge anche quella del personale impegnato nell’ambito dell’equipe sanitaria dell’ elisoccorso 118 che ha compiuto 136 missioni con la presenza del tecnico del Soccorso Alpino.
Escursionisti, attenti! L’attività del 2009 riflette la tendenza degli ultimi anni in cui la maggior parte degli interventi è stata svolta in favore di chi frequenta la montagna in escursioni. È d’obbligo quindi rivolgersi a loro per raccomandare di non sottovalutare l’ambiente montano anche in media e bassa quota. Per tutti gli appassionati della montagna vale la considerazione che una buona preparazione fisica, associata ad una valutazione del percorso o della zona che si va a frequentare, può far diminuire di molto gli incidenti. Si eviterebbero così facilmente i ritardi nel rientro a valle con il sopravvenire dell’oscurità o la perdita di orientamento. L’attrezzatura (scarpe, vestiario, disponibilità di acqua e cibo, eventuale materiale tecnico) in alcuni casi influenzano di molto il buon esito di un’escursione. Poter contare su un buon paio di scarpe con una suola adeguata e una buona protezione delle caviglie spesso è condizione essenziale per evitare gli infortuni. La valutazione preventiva delle condizione meteorologiche in funzione del tipo di itinerario, delle sue difficoltà e della durata può essere una strategia vincente affinché un’escursione si svolga serenamente e non diventi una possibile fonte di pericolo per l’incolumità dei partecipanti. Nella frequentazione invernale della montagna, in particolare dell’ambiente innevato, è richiesta oltremodo un’esperienza maturata nel tempo, sia per le conoscenze tecniche dei materiali da utilizzare (picozza e ramponi, sci, apparecchio di ricerca travolti da valanga e autosoccorso) sia per una più complessa valutazione dei pericoli ambientali che possono essere presenti lungo l’itinerario scelto.
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