Il mondo della scuola, quello della sanità e quello dello sport confermano un dato sempre più evidente al giorno d’oggi: le giovani di sesso femminile maturano in modo molto precoce rispetto ai coetanei maschi.
Per avere una conferma visiva della situazione, sarebbe sufficiente entrare in una qualsiasi classe di scuola media, dove ci si imbatterebbe in alunne ormai ragazze e in alunni spesso ancora bambini.
Dov’è finita la mia bambina?
Prima domanda che viene spontaneo porci è la seguente: qual è il motivo di questa precocità? Per evitare conclusioni affrettate è bene attenersi ai fatti e alla logica. Sebbene l’evoluzione della specie sia un fondamento ormai acquisito, risulta difficile credere che un processo di maturazione così precoce, impensabile vent’anni fa, si possa ascrivere esclusivamente a madre natura. Ecco perché diviene lecito pensare che là dove non è arrivata la natura sia invece arrivata la società…
Bambine? No, signorine
È proprio la società, infatti, a insistere nel voler vedere già nelle bambine l’aspetto femminile adulto. Consciamente e inconsciamente, viene attuata nei loro confronti una pressione culturale fortissima che le porta a essere sempre prima delle piccole donne: dall’estetica fisica alla scelta del vestiario, fino al contesto ludico, perché ormai le bambine giocano a far le signorine. In tal senso sono sempre più frequenti i casi di bimbe che già nella scuola primaria si presentano in classe truccate e con le unghie pitturate. Ma per volontà di chi? La gran parte delle volte, la risposta è una sola: per volontà della mamma.
Signorine o amiche? Prima di tutto figlie…
All’inizio abbiamo accennato alla forte pressione culturale nei confronti delle bambine da parte della società. Ma al lato pratico chi esercita effettivamente questa pressione? Il mondo della scuola? Non ha alcun interesse a riguardo, anzi. Il mondo dello sport? Nemmeno. La famiglia? Molto probabile. Sempre più spesso, infatti, le mamme tendono ad assumere nei confronti delle figlie un atteggiamento da sorelle maggiori: parlano il loro stesso linguaggio, seguono la stessa moda, condividono gli stessi interessi.
La rivoluzione del ‘68
Questi comportamenti da parte delle mamme nei confronti delle figlie si sono sempre verificati nella storia della nostra società? A ben vedere lo spartiacque decisivo è rappresentato dall’emancipazione femminile avviatasi nel 1968 ed evolutasi fino ai giorni nostri: sembra come che le madri desiderino facilitare l’emancipazione delle proprie figlie, offrendo già a 7 anni quello che loro hanno ottenuto a 40 anni.
E i papà? Anche loro hanno responsabilità importanti, perché avere un bella signorina già adulta fin da piccola, in molti casi viene visto come un vanto di cui andar fieri. Ma la necessità di mostrare al mondo una figlia bella è almeno affiancata anche dall’interesse verso la sfera affettiva e intellettuale della propria creatura?
Ragazze precoci. Anche negli abusi
La precocità femminile quali conseguenze porterà alle bambine di oggi? La risposta è impossibile da fornire, tuttavia alcune considerazioni emergono in modo chiaro. Il fatto che queste bimbe si sentano già signorine da giovanissime porta con sé il rischio che si stufino presto di esserlo. L’osservazione quotidiana e le statistiche dell’ultimo decennio, intanto, pongono in evidenza alcune criticità del mondo femminile: l’aumento dei casi di omosessualità tra donne, l’aumento dell’uso di alcol e l’aumento dell’uso di tabacco (studi medici sostengono che fra 15 anni il tumore ai polmoni sarà una patologia prettamente femminile).
Tutte conseguenze correlate alla precocità delle bambine di oggi? Impossibile affermarlo con certezza, ma con la medesima certezza è impossibile negarlo…
Un post scrittum per l’informazione
Desidero chiudere questo mio intervento con una considerazione sull’attenzione sempre più scarsa che gran parte dei mezzi di comunicazione hanno nei confronti del mondo dell’infanzia. In particolare la televisione, il web e le riviste di moda considerano i bambini come dei piccoli adulti, caratterizzati anche fisicamente come se fossero già degli uomini o delle donne mature.
Questo è l’errore più grande che la nostra società (di cui i mass media sono oggi giorno il megafono) possa commettere: far venir meno l’aspetto ludico in ambito adolescenziale e dell’infanzia. Perché se tutti noi abbiamo diritto di essere emancipati, anche i bambini hanno il diritto di essere bambini.
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