Pesariis è una frazione di Prato Carnico, il cui nome deriva dal palazzo della pesa (XVII secolo) che era la residenza dei funzionari “Gismani”, gestori della dogana per controllare il transito delle merci fra Carnia e Comelico.
Un insolito e antico binomio caratterizza le due produzioni più tipiche della vallata (Val Pesarina): quella agricola dei fagioli e quella artigianale degli orologi. Già nel XVII secolo venivano costruiti orologi da parete. Tanto che esistono due versioni in merito alle origini dell’orologeria Pesarina: secondo la prima un pirata genovese di cognome Solari si sarebbe rifugiato a Pesariis, dedicandosi con successo alla costruzione di orologi e ampliando poi la sua attività alla fondazione della fabbrica; la seconda si rifà invece ai movimenti migratori del XVII secolo dei cramars (venditori ambulanti carnici), che si erano specializzati nel commercio di stoffe e spezie emigrando anche in Germania. Si presume che qualche Pesarino cramar dedito al commercio ambulante, abbia appreso in Germania, nei villaggi della Foresta Nera, i segreti e i meccanismi degli orologi, che laggiù erano già conosciuti.
In mancanza di testimonianze scritte, si suppone che a partire dal 1600 nelle case di Pesariis si sia incominciato a fabbricare un tipo di orologio da parete in ferro battuto, molto simile a quello ritrovato in Germania, sebbene gli orologi costruiti dagli abitanti della Foresta Nera fossero in legno con qualche ornamento in metallo. Realizzati gli orologi, i cramars se li caricavano sulle spalle e andavano a venderli nel resto del Friuli e in Veneto.
Nel 1725 viene fondata la prima fabbrica sul rio Possal, a nord dell’abitato di Pesariis: la produzione resta artigianale e si cominciano a costruire anche su commissione orologi da torre. I primi documenti risalgono alla fine del XVIII secolo; nel 1789 Antonio Solari costruisce e pone in opera l’orologio della torre comunale di Cherso.
Nel XIX secolo vengono acquistate le prime macchine che consentono un aumento della produzione, portando nuovi posti di lavoro e prosperità a tutto il paese. Nella lavorazione degli orologi, prima della divisione in due tronconi della fabbrica avvenuta nel secolo scorso, era coinvolta una parte della comunità: oltre ai tecnici e agli operai c’era infatti chi costruiva la cassa in legno, chi preparava gli imballaggi per la spedizione, chi coltivava la canapa per fare le corde di sostegno dei pesi e parti del meccanismi venivano prodotti nelle case come nel 1600. In seguito la ditta da impresa individuale si trasformò in “Fratelli Solari” avviando l’esportazione degli orologi da torre anche nelle Americhe.
Dopo la Prima guerra mondiale la Solari riuscì a ottenere importanti commesse grazie al genio progettuale di Remigio e alla capacità manageriale di Ciro. Negli anni Trenta e Quaranta la Solari si aggiudicò l’appalto per la fornitura alle Ferrovie dello Stato di orologi a puntini scriventi: collegati a una serie di pennini che consentivano di indicare su un rullo di carta i movimenti che avvenivano in una stazione ferroviaria, divenendo precursori delle scatole nere degli aerei.
Con le nuove tecnologie il grosso della produzione degli orologi da torre si è modificato e spostato verso nuovi tipi di congegni, con orologi senza lancette. Oggi i due fratelli Pino e Vero Solari continuano a occuparsi dei restauri di antichi orologi da torre e alla produzione di nuovi, sempre nella vallata di Pesariis. Da una quindicina di anni il paese sta cercando di riscoprire la propria memoria, dando vita ad alcune iniziative per recuperare e rivalutare le tradizioni di un tempo.
Il Comune di Prato Carnico ha allestito una mostra e un museo dell’orologio, dove sono esposti i primi esemplari da parete di produzione domestica fi no ai modelli più recenti, con annessa raccolta di fotografi e dell’epoca. Oltre al museo degli orologi (orario estivo 10-12.30/16-18), allestito nello Stavolo di Bertala, a Pesariis è presenta anche la Casa Museo Bruseschi (visitabile su richiesta), costruzione tipica del XVII secolo: un’abitazione borghese che ha mantenuto intatti gli antichi arredi e le suppellettili risalenti al periodo tra il Seicento e l’Ottocento.
L’intero paese, tuttavia, è un museo a cielo aperto. Camminando per le viuzze e le piazzette si possono ammirare aspetti urbanistici carnici del tempo passato: edifici ornati da portali in pietra e portoni in legno intagliato. Ma il vero protagonista resta sempre lui: lungo le vie si trovano infatti installati e funzionanti orologi molto particolari, tutti costruiti da artigiani locali, protagonisti di un vero e proprio percorso dell’orologeria monumentale.
Commenta per primo