L’essere umano non sempre si comporta in modo da sfruttare al meglio quello che la scienza medica gli offre, nonostante l’esistenza di medicinali efficaci, tecnologie mediche avanzate e personale esperto e altamente qualificato. Molti pazienti, purtroppo, non seguono il regime farmacologico e il modo di vivere consigliati che potrebbero salvare loro la vita. Analogamente, gli operatori sanitari commettono sbagli fin tanto da rendere l’errore medico una delle maggiori cause di morte negli Stati Uniti. La soluzione a questi problemi è chiaramente complessa. Uno strumento innovativo che inizia a essere sempre più usato per superare le barriere comportamentali e psicologiche dei pazienti e del personale sanitario sono i video-games. Essi possono diventare il mezzo per educare e formare le persone. I cosiddetti serious games (giochi seri) fanno parte di un nuovo ramo nell’industria dei videogames, utile ed avvincente: quello di giochi che promuovono la salute, aiutano a sopportare pesanti terapie o permettono la formazione in campo sanitario.
Studi scientifici riportano che videogames con finalità terapeutiche sono presenti sul mercato fin dai primi anni ‘80, quando sono stati creati per trattare la nausea legata alla terapia dei tumori in ambito pediatrico, per la gestione dell’ansia da ospedale e per coadiuvare la fisioterapia. Software personalizzati sono utilizzati per aiutare pazienti ustionati nel gestire il dolore, persone diabetiche nel regolare i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue tramite l’adeguato apporto di cibo e insulina, soggetti asmatici nell’eseguire la spirometria (esame respiratorio per valutare il funzionamento del polmone) e pazienti affetti da incontinenza e sindrome da colon irritabile nel gestire gli esercizi muscolari e lo stress.
La tecnologia si è dimostrata altrettanto efficace nella formazione del personale sanitario attraverso la simulazione di pazienti e situazioni. Sia in ambito chirurgico, sia in ambito medico, la realtà virtuale aiuta lo studente o praticante a esercitarsi su manichini o video per migliorare la capacità di attenzione e la memoria visiva e mettere alla prova le proprie conoscenze nella gestione di situazioni cliniche complicate. Il fatto che il caso clinico sia gestito come un gioco aumenta la motivazione, focalizza l’attenzione e, in quanto ripetitivo, promuove l’apprendimento in un ambito senza tensioni e paura di conseguenze reali. Inoltre, può creare empatia fra gruppi di persone, perché fa comprendere sentimenti e punti di vista diversi.
Il ruolo preventivo che possiede la tecnologia in ambito sanitario non si ferma qui. Migliorare la formazione di pazienti e tecnici fa parte della prevenzione primaria, una delle attività di tutela della salute. Esistono, infatti, tre livelli di prevenzione:
- Prevenzione primaria: è la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata sull’adozione d’interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole (educazione sanitaria, interventi psicologici e psicoeducativi di modifica dei comportamenti, degli atteggiamenti o delle rappresentazioni: ad esempio, la campagna antifumo).
- Prevenzione secondaria: si riferisce alla diagnosi precoce di una patologia, permettendo così di intervenire precocemente sulla stessa, ma non evitando o riducendone la comparsa. La precocità d’intervento aumenta le opportunità terapeutiche, migliorandone la progressione e riducendo gli effetti negativi (ad esempio, consigliare il Pap Test nella popolazione femminile).
- Prevenzione terziaria: la prevenzione in questo caso è quella delle complicanze, delle probabilità di recidive e della morte, la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali conseguenti a uno stato patologico.
Il progresso tecnologico ha portato a un incremento notevole nelle capacità di prevenzione sanitaria a disposizione in tutti e tre gli ambiti. Le possibilità diagnostiche sono notevolmente aumentate negli ultimi cinquanta anni, grazie all’introduzione di attrezzature tecnologicamente avanzate che esulano sempre più dalle abilità soggettive di tecnici ed esperti. Un esempio su tutti dell’utilizzo di questi metodi di prevenzione è il nuovo piano oncologico nazionale, i cui obiettivi di salute sono la lotta al fumo, la promozione dell’attività fisica, la lotta all’abuso di alcol attraverso l’innalzamento a diciotto anni dell’età minima per la vendita di alcolici, gli screening per tumore mammario, colon-retto e cervice uterina, la prevenzione di complicanze e recidive con percorsi di follow-up sul territorio. Le possibilità ci sono: non resta che coglierle.
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