Nel 2010 un gruppo di artisti e professionisti del settore telematico crearono a New York il ’Sabbath Manifesto’, una lista di dieci principi da seguire un giorno alla settimana per rilassarsi. In alto appariva ‘evita la tecnologia’. Il movimento istituì quindi una giornata nazionale in cui restare disconnessi (Day of Unplugging). Perfino ‘the Dunphys’, i protagonisti di una nota situation comedy americana, tentarono di liberarsi della tecnologia per una settimana. Seguendo quest’esempio, dal tramonto del 23 al tramonto del 24 maggio prossimi l’Inghilterra staccherà la spina e disconnetterà i propri apparecchi elettronici.
Apparentemente disintossicarsi dall’invasione tecnologica che stiamo subendo può fare solo che bene. Spesso ci sentiamo come se facessimo girare molti piatti allo stesso tempo. Lavorando controlliamo emails e sms, quando guardiamo la televisione chattiamo su internet o aggiorniamo Facebook e così via. L’idea che spendiamo più tempo online come mai prima d’ora non è nuova, ma gli esperti hanno recentemente iniziato a capire che la tecnologia può avere profondi effetti sulla salute. Nel 2009 e 2010 New York Times, Forbes e Wall Street Journal avvisarono i propri lettori degli effetti del Technological Overload (sovraccarico tecnologico). I principali sintomi dell’abuso di media sono insonnia, perdita di memoria, dolori muscolari dovuti a posture sbagliate, occhi stanchi ed infiammati, dipendenza ed ansietà.
Il ping-pong mentale a cui siamo sottoposti è stato definito ‘attenzione parziale continua’. Riusciamo a fare di più in un periodo di tempo minore, ma lo capiamo meno, il che significa che spesso dobbiamo correggere quanto già fatto. Inoltre, non alleniamo più la nostra memoria visto che le RAM dei computer e dei telefonini memorizzano appuntamenti, numeri di telefono e quant’altro. Diventa poi difficile rilassare la mente se è continuamente stimolata da sveglie o messaggi che ci ricordano qualcosa da fare, specialmente se l’utilizzo della tecnologia avviene la sera. Visto che il nostro ciclo del sonno dura circa novanta minuti, nello stesso periodo di tempo precedente il coricarsi sarebbe più utile e salutare distoglierci da computer e telefonini. A volte essi sono causa di mal di schiena, viste le posture a cui ci obbligano, pertanto fare delle pause ogni venti minuti permette di sciogliere le tensioni muscolari con qualche esercizio di stretching al collo ed alle spalle e di evitare il ‘text-neck’ (dolore muscolare al collo dovuto alla postura che si assume mentre s’invia un sms). Gli occhi, inoltre, trarranno beneficio da queste pause, visto che è stato stimato che passiamo dalle sessanta alle cento ore la settimana davanti ad uno schermo. Stando concentrati davanti ad un’immagine, chiudiamo le palpebre di meno e l’occhio si disidrata e si stanca, ancora di più se s’indossano le lenti a contatto o se il posto in cui ci si trova ha una ventilazione scarsa e poca luce. Per evitarlo è utile chiudere gli occhi ogni venti minuti, fargli girare o focalizzare un punto lontano dallo schermo in modo da stimolare il battito di ciglia.
Per quanto la tecnologia ci abbia portato a guardare amici e parenti attraverso uno schermo ed abbia permesso a persone timide di superare certe barriere per conoscerne altre, può accadere che l’interlocutore immetta nel suo profilo notizie distorte e crei un’immagine di sé non del tutto vera e solitamente migliore. Questo potrebbe portare qualcuno a confrontare la propria vita con quella ‘patinata’ di altre persone e sentirsi in difetto. Gli utilizzatori assidui dei social network possono perdere la capacità di interagire faccia-a-faccia e la possibilità di discutere argomenti personali e profondi. Ovviamente la tecnologia ci ha reso la vita più facile, ma come tutte le cose va dosata ed utilizzata con parsimonia ed attenzione.
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