Nei precedenti appuntamenti abbiamo introdotto il concetto di “copione psicologico” di un individuo e lo abbiamo definito come uno schema inconscio di vita che guida la persona sotto due profili: dal punto di vista personale ne limita le potenzialità e la definizione degli obiettivi da raggiungere, e sul versante relazionale favorisce la ripetizione di tipici giochi psicologici con le altre persone. In sostanza il copione, o meglio, le decisioni di copione, hanno l’effetto di bloccare alcuni naturali bisogni e desideri della persona umana, facendo sorgere atteggiamenti di rinuncia a perseguire obiettivi individuali. In pratica la spontaneità e l’apertura curiosa tipica del bambino vengono soppiantate da un irrigidimento difensivo che ostacolerà la realizzazione delle nostre attitudini e dei nostri interessi. Ma da dove originano le decisioni di copione? Come può un bambino piccolo prendere decisioni? Dobbiamo tener presente che i piccoli vivono in una famiglia che viene a costituire il loro primo ed esclusivo”ambiente”: tutto ciò che avviene in quello spazio diventa per il bimbo un dato che a modo suo egli decodifica sotto il profilo della propria sicurezza, sperimentando sensazioni di tranquillità, gioia, appagamento o, viceversa, di ansia e impotenza. Nella famiglia si osservano tre principali modi per influenzare il bambino nel suo sviluppo:
• l’esempio innanzitutto; ciò che un bimbo vede fare o dire dalle persone per lui importanti diventa un comportamento possibile anche per se stesso e va a costruire un modello di riferimento tenace nel tempo. Ad esempio vedere la propria mamma che è sempre impegnata tra lavoro domestico e professionale rappresenta un modello di stile di vita che può influenzare in modo diretto, non verbale, alcune decisioni di copione. Naturalmente i modelli dei genitori possono veicolare facilmente anche messaggi positivi e funzionali all’equilibrio psicologico, ed in questo caso porteranno più facilmente il bimbo ad essere libero da un copione, cioè a non irrigidirsi in una ripetizione di schemi di comportamento;
• le etichette: queste sono delle attribuzioni, delle frasi che gli adulti usano per definire il bambino (è lento…, è fastidioso…, è intelligentissimo..., sei proprio come tuo padre!) e costituiscono il modo più frequente di influenzare un piccolo a diventare… proprio come la profezia.
• I suggerimenti: ogni genitore ha delle segrete aspettative per il futuro di suo figlio, e ciò è assolutamente normale. Inevitabilmente e spesso in modo inconscio egli mostrerà al bimbo cosa si attende da lui, indicandogli delle mete esistenziali anche molto lontane nel tempo (fai i compiti e avrai successo come me, se mi vuoi bene devi fare quello che ti chiedo, ecc.).
È utile notare che poiché normalmente nella famiglia sono presenti due genitori, l’influenza sul bambino potrebbe essere complessa: la somma di esempi comportamentali, attribuzione di etichette e aspettative da parte di due persone diverse, potrà far giungere al bimbo messaggi diversi e spesso contradditori. Proviamo a fare un esempio. Nell’esperienza di ognuno di noi c’è almeno un episodio che ricordiamo nel quale abbiamo ricevuto un messaggio di copione, ad esempio “Vai via! Non vedi che ho da fare?...” Ma come l’abbiamo interpretato? Dipende…
• Potremmo aver pensato che effettivamente la mamma in quel momento era molto impegnata a scolare la pasta, ma che dopo sarebbe stata disponibile a giocare con noi;
• oppure potremmo aver pensato che siamo bambini fastidiosi, e perciò la mamma non ci vuole attorno né adesso né dopo;
• ancora, potremmo aver pensato che è meglio stare molto attenti con la mamma perché non ha pazienza, si arrabbia facilmente e forse tutte le donne sono così.
È chiaro che ci possono essere anche altre interpretazioni del messaggio di copione, la maggioranza delle quali sono comunque svalutative per il bambino (sono fastidioso e la mamma non mi vorrà; quando si arrabbia è pericolosa ed anche le altre donne lo sono: meglio evitarle), mentre solo la prima lettura del messaggio serenamente posticipa l’intimità con la mamma ad un momento successivo. Ora che siamo più consapevoli dell’impatto che una semplice frase, per noi adulti quasi banale, può avere su un bambino, proviamo ad immaginare la potenza di un simile messaggio di copione (Vai via!) che venga ripetuto spesso, oppure ad un bimbo molto piccolo, o infine con un intenso tono emotivo, gridando. Siamo spesso preoccupati dell’adeguatezza dei nostri metodi educativi e di allevamento dei figli, ed è quindi un arricchimento personale avvicinarsi alla comprensione di alcuni specifici modi di influenza sui bimbi che restano per lo più inconsapevoli per i genitori stessi e spesso richiedono una specifica analisi dei messaggi.
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