I problemi con gli operatori telefonici sono all’ordine del giorno: a chi non è mai capitato di scontrarsi con disservizi alla linea, ritardi, mancata attivazione o disattivazione dei servizi richiesti oppure aumento ingiustificato dei costi o errori di fatturazione?
Spesso, trattandosi nella maggior parte dei casi di cifre esigue (che, tendenzialmente, non superano qualche centinaio di euro), si è tentati di lasciar stare, pagare la cifra richiesta oppure di ignorare le intimazioni di pagamento e restare morosi.
In realtà, seppur si tratti di piccole cifre, la cosa migliore da fare è sicuramente confrontarsi con l’operatore telefonico, denunciando il disservizio o l’errore nella fatturazione e addivenire a una soluzione condivisa, per non aumentare la morosità nei suoi confronti. Ciò in quanto le compagnie telefoniche poi cedono il loro credito alle società di recupero credito che non solo telefoneranno insistentemente per recuperare gli insoluti, ma intraprenderanno anche azioni legali, che potrebbero sfociare in pignoramenti dello stipendio e del conto in banca, con ulteriore aggravio di spese a carico del consumatore.
La prima cosa da fare è quindi contattare – preferibilmente a mezzo raccomandata o pec o, per lo meno, annotandosi il codice identificativo della telefonata con l’operatore – il gestore e denunciare, a mezzo di un reclamo formale, il problema: in tale modo l’operatore dovrà prendere in carico il reclamo e effettuare tutti gli accertamenti necessari per verificare il problema nel termine di 45 giorni.
Se entro il termine di cui sopra il gestore non risolve il problema, esiste una procedura obbligatoria e molto facile per la tutela delle proprie ragioni: si tratta del tentativo di conciliazione presso il CO.RE.COM, ovvero il Consiglio regionale per le comunicazioni.
La procedura è snella e non necessita di alcuna anticipazione, a differenza delle spese necessarie per intraprendere una vertenza giudiziaria: è sufficiente collegarsi sul sito della CO.RE.COM accedendo a mezzo SPID, compilare il form online con i propri dati, il tipo di disservizio e le richieste che si intende presentare; naturalmente, è possibile delegare un avvocato per la presentazione della domanda e la gestione della successiva parte di trattative.
Una volta verificata l’ammissibilità della domanda, viene nominato un conciliatore responsabile del procedimento, che convocherà l’utente e il gestore a un’udienza telematica volta a esperire il tentativo di conciliazione. Se durante la procedura di reclamo, di conciliazione o di definizione il gestore dovesse sospendere il servizio, si può richiedere un provvedimento d’urgenza per continuare a usufruire del servizio fino all’esito della controversia.
All’udienza le parti discuteranno della vicenda e, spesso, giungeranno a un accordo: in caso di esito positivo, il verbale di conciliazione avrà valore di titolo esecutivo. Qualora il tentativo obbligatorio di conciliazione abbia esito negativo, entro tre mesi dalla data di conclusione della conciliazione, si potrà fare un ulteriore tentativo, chiedendo al CO.RE.COM di definire la controversia. Con il provvedimento di definizione della controversia il CO.RE.COM ordina all’operatore la cessazione della condotta lesiva dei diritti dell’utente nonché il rimborso di eventuali somme non dovute o il pagamento in favore dell’utente di indennizzi nei casi previsti dal contratto, dalle carte dei servizi, dalle disposizioni normative o da delibere dell’autorità.
Resta, in ogni caso, salva la possibilità, per le parti, di richiedere il risarcimento del maggior danno in sede giurisdizionale.
Diversamente, in caso di esito negativo del tentativo di conciliazione, la procedura si concluderà e l’utente avrà la possibilità, avendo assolto alla condizione di procedibilità richiesta dalla legge, di ricorrere direttamente al giudice ordinario.
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