Palestina, anno 44 d.C. Giacomo di Zebedeo, uno dei 12 apostoli, prosegue nella sua opera di evangelizzazione. Il re Erode Agrippa, timoroso che potesse acquisire eccessivo potere, ordina di farlo decapitare. Due uomini, Attanasio e Teodoro, discepoli di Giacomo, decidono di recuperare il suo corpo e di trasportarlo segretamente nel luogo remoto dove si credeva che lui avesse predicato pochi anni prima: la penisola iberica. Galizia, anno 830 d.C. L’eremita Pelayo assiste da diverse notti alla caduta di una pioggia di stelle sopra ad un colle. Una sera, gli appare in sogno San Giacomo che gli svela il mistero: nel luogo indicato dalle luci si trova la sua tomba. E rimossa la terra che si era depositata nei secoli, Pelayo scoprì il sepolcro. Le documentazioni successive giunte ai giorni nostri raccontano di come la notizia arrivò al vescovo locale, Teodomiro, e successivamente al Papa. Dando così inizio al culto di Santiago (nome derivato dalla contrazione di San Giacomo).
Sul luogo del sepolcro venne infatti costruita una piccola chiesa, a cui ben presto sorse attorno un’intera città: Santiago de Compostela (da campus stellae, ovvero campo di stelle). Nel corso degli anni la tomba di San Giacomo divenne meta di pellegrinaggi di uomini da tutta Europa, tutti diretti in Galizia per chiedere una grazia, adempiere ad un voto, chi per una ricerca religiosa personale. In taluni casi il cammino era imposto come pena dal giudice o come penitenza dal confessore per colpe o peccati di particolare gravità. I pellegrini viaggiavano solitamente in gruppo, per sostentarsi e proteggersi reciprocamente: i pericoli erano rappresentati dallo stato spesso precario delle strade, dalle catastrofi naturali e soprattutto dai banditi che infestavano le strade.
Lungo il percorso si sviluppò una rete di servizi per il sostentamento dei pellegrini: chiese, monasteri, alloggi, ospizi, ospedali, locande, molti dei quali ancora visibili ai nostri giorni. Lungo il cammino nacquero paesi e città, furono costruite strade, ponti. Il pellegrinaggio a Santiago de Compostela ebbe una rapida diffusione nel mondo cristiano, nel quadro del rifiorire della spiritualità che caratterizzò l’inizio del secondo millennio, alternando successivamente periodi di maggiore o minore partecipazione.
Nel secolo XVIII, tuttavia, iniziò un progressivo declino. La maggior parte delle strutture di accoglienza cadde in abbandono; altre cambiarono destinazione d’uso. Per ritrovare una ripresa bisogna così giungere agli inizi degli anni ’80, con il decisivo contributo della visita di Papa Giovanni Paolo II a Santiago nell’anno 1989, in concomitanza con l’incontro mondiale della gioventù: mezzo milione di giovani convenne in città da ogni parte del mondo.
Da allora il flusso dei pellegrini è aumentato progressivamente e in modo inarrestabile, tanto che, nei mesi estivi, si creano spesso situazioni di eccessivo affollamento negli albergue (strutture d’accoglienza) esistenti, nonostante le strutture temporanee aggiuntive che vengono allestite dai comuni, dalle parrocchie e dalle associazioni. Già nell’ottobre del 1987, invece, il Consiglio d’Europa dichiarò i percorsi che portano a Santiago “itinerario culturale europeo”, mettendo a disposizione risorse economiche per segnalare convenientemente il cammino, nonché ristrutturare e costruire i rifugi per alloggiare i pellegrini. Un primo passo verso la nomina dell’UNESCO nel 1993, che li dichiarò “Patrimonio dell’Umanità”.
Il Camino Françes
Il Cammino parte dalla cittadina francese di Saint-Jean-Pied-de-Port, situata nel dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione dell’Aquitania. Attraverso l’affascinante passo pirenaico raccontato nella famosa Chanson de Roland si entra in Spagna per raggiungere Roncisvalle, bella cittadina circondata da foreste dove nella chiesa gotica del XIII secolo trovate la prima statua dedicata al pellegrino. Da qui, il percorso scende fra pittoreschi villaggi fino a Pamplona città dei tori, caratterizzata dalle linee pure e slanciate del gotico trecentesco.
Lasciata Pamplona vi troverete davanti la Sierra del Perdon, con i suoi mille metri di altitudine, dopo la quale vi attende Puente la Reina, dove il Camino Frances incontra quello Aragones. È qui che troverete uno dei luoghi più significativi del cammino: Lunate, una splendida cappella ottagonale del XII secolo in mezzo ad un campo di grano. Il cammino prosegue poi fino ad Estella, dove vi attendono i primi monumentali esempi di architettura romanica ed il bel palazzo dove sono rappresentati alcuni dei peccati capitali: l’accidia, la lussuria e l’avarizia. Appena fuori dalla città avrete la possibilità di assaggiare il delizioso vino offerto gratuitamente ai pellegrini e proseguire fra paesaggi ondulati che, superata Torres, vi accompagneranno fino a Viana, l’ultima città della Navarra.
Il cammino entra così nella Roja, regione dei vini più pregiati di Spagna, attraversando la quale giungerete a Najera, dov’è d’obbligo una visita all’antico Monasterio de Santa Maria la Real, prima di dirigersi verso uno di luoghi più singolari del pellegrinaggio: Santo Domingo de la Calzada, cittadina così chiamata in onore del suo fondatore e famosa per la sua spettacolare cattedrale. Superato Santo Domingo, attraverso fitti boschi, il cammino entra nella Castiglia Lèon, comunità autonoma spagnola costituitasi nel 1983, dove vi aspettano l’isolato monastero di San Juan Ortega, Atapuerca (il sito paleontologico più ricco d’Europa) e Burgos, con la spettacolare cattedrale gotica del XIII secolo. Dopo Burgos, il cammino prosegue lungo 200 km fra campi di grano e la provincia omonima di Burgos, quella di Palencia e quella di Léon. Proprio nella città di Léon il percorso tocca l’apice dal punto di vista architettonico, con la gotica Catedral de Santa Maria La Blanca considerata la Cappella Sistina della pittura romanica.
Dopo Léon, superata Hospital de Orbigo, il cammino sale sulle montagne, attraverso Astorga e piccoli villaggi un tempo abbandonati, fino al punto più alto a La Cruz de Ferro (1504 metri sul livello del mare), così nominata per la piccola croce di ferro sistemata su una lunga asta di legno che spunta da un antico cumulo di pietre depositate dai pellegrini. Da La Cruz de Ferro il sentiero scende ripido fino a Villafranca del Bierzo al confine occidentale della Castiglia Léon. Dopo Villafranca il cammino si inerpica sui fianchi delle colline fino al passo di O Cerebrio per entrare in Galizia, dove il paesaggio si trasforma completamente e si ricopre di verdi colline, chiesette di campagna e casette di pietra.
Attraversata la provincia di Lugo, fra querce e castagni, Triacastela, passando per il grande Monastero di Samos, si arriva fino a Sartia. Da qui iniziano gli ultimi 100 km del cammino, con il percorso che scende ripido verso Portomarin, attraverso Palas de Rei, fino a Melide dove troverete il più antico crocefisso galiziano ed un interessante museo etnografico. La meta è vicina: proseguendo fra piccoli villaggi e boschi di eucalipti, si attraversa Lavacolla e si raggiunge il Monte do Gozo, altura da cui per la prima volta i pellegrini possono scorgere la loro meta. Da qui parte la discesa fino alla Porta do Camino: l’accesso medievale alla magnifica Piazza della Cattedrale di Santiago de Compostela.
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