Libertà di stampa, Ronchi e Leali delle Notizie premiati a Roma

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redazione

16 Giugno 2022
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Riconoscimento della FNSI

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Continuano gli appuntamenti dell’VIII edizione del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie a Ronchi dei Legionari.

Il presidente della Federazione della Stampa Italiana e portavoce nazionale dell’associazione Articolo 21 Giuseppe Giulietti è tornato a fare visita alla manifestazione. 

«La mia proposta quest’anno all’VIII edizione del Festival del Giornalismo è quella di creare una rete di città che adottino l’articolo 21 della nostra costituzione – ha detto ieri Giulietti -. L’articolo 21 non è solo la libertà dei giornalisti di esercitare il proprio mestiere, ma è il diritto dei cittadini di poter scegliere e di esprimere e comunicare pensieri diversi. Il 4 luglio l’associazione Articolo 21 compirà 20 anni di vita, nel corso dei quali ha cercato di difendere la libertà di espressione. In occasione di questo importante anniversario vogliamo premiare le comunità che abbiamo incontrato e che portano avanti le nostre stesse battaglie». 

«Dopo aver dato una targa ai Comuni di Marzabotto e Sant'Anna – ha proseguito Giulietti -, vorremmo quest’anno dare un riconoscimento pieno all’intera comunità di Ronchi dei Legionari e all’associazione Leali delle Notizie per tutte le attività che sono state svolte a difesa della libertà di stampa e di espressione. Il 4 luglio a Roma ripercorreremo nella Casa Internazionale delle Donne tutte le battaglie che sono state portate avanti negli anni da Articolo 21 e consegneremo una targa di riconoscimento al Comune di Ronchi dei Legionari e all'associazione Leali delle Notizie».

In linea con la lotta alla libertà di stampa di espressione e contro la corruzione, la prima parte della seconda giornata del Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie si è focalizzata sull’anno 1992: un anno fondamentale per la storia politica, culturale e sociale del nostro Paese. 

Quello fu l’anno in cui venne chiuso L’ora, il quotidiano che per primo raccontò che cosa fosse la mafia, quali fossero i rapporti con la politica e con l’economia siciliana e che per questo, dopo una bomba nelle rotative, giornalisti minacciati e 3 giornalisti uccisi, interruppe le pubblicazioni.

Sono stati gli stessi cronisti del quotidiano a raccontarne ieri la storia al Festival: Enzo D’Antona, Roberto Leone e Bianca Stancanelli. Hanno condiviso con il pubblico in sala ricordi della vita della redazione e di momenti salienti che hanno seguito come giornalisti, come l’uccisione di Piersanti Mattarella

A ricordare la strage di Via D’Amelio è stato Giuseppe Ayala, ex magistrato e politico italiano, che per primo ha riconosciuto il cadavere di Paolo Borsellino. Rosy Bindi, ex Ministra per la Sanità e per le Politiche per la Famiglia, ha continuato il discorso, puntando l’attenzione sul fatto che c’è una mafia che è stata sconfitta, quella delle stragi. Ma c’è ancora una mafia che continua a esistere, in altre forme, senza aver bisogno di ricorrere alla violenza che ha caratterizzato gli anni Novanta. 

Una testimonianza è stata portata poi dai giornalisti Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo, che da trent’anni seguono la cronaca di mafia del nostro paese, raccontando delle stragi e del rapporto tra la mafia e la politica. 

Nella seconda parte della giornata si è parlato invece di comunicazione dello sport e di diritti umani. La preparazione ai mondiali di calcio che si terranno quest'anno in Qatar ha mostrato continue violazioni di diritti e abusi nei contratti di lavoro, simili a forme di schiavitù, e perfino operai immigranti morti durante la costruzione degli impianti sportivi dove si giocheranno i mondiali.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha raccontato della campagna e delle strategie che l'associazione sta portando avanti, come il coinvolgimento degli stessi calciatori.

 

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