L’arte dello streaming

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redazione

28 Febbraio 2022
Reading Time: 6 minutes

Massimo Coloso

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Dalla sua Cormòns il pensiero di Massimo Coloso è già rivolto alla sfida che in primavera lo condurrà nell’Oceano Pacifico.

Prima però ci sono mille altri impegni da concludere, perché la sua attività di videomaker negli ultimi mesi ha letteralmente spiccato il volo. E come tutte le professioni, in un mondo che non si ferma mai, anche produrre video è un mestiere in continua evoluzione, saldamente correlato allo sviluppo dei nuovi strumenti di comunicazione. Come il diretto interessato ci racconta in questa intervista.

Massimo Coloso e la produzione video: una passione nata come?

«Vengo da una formazione puramente classica avendo frequentato il Conservatorio di Trieste: la creatività e l’arte hanno sempre avuto un certo ascendente su di me. Per quanto riguarda la produzione multimediale, che unisce un po’ tutte le forme d’arte, ho cominciato a prenderla sul serio probabilmente quando molti anni fa ho avuto l’occasione di partecipare a qualche contest online e, credo abbastanza casualmente, sono riuscito a portare a casa risultati validi, qualche piazzamento e qualche vittoria. Insomma ho cominciato a crederci».

Quando ha deciso che questa passione sarebbe diventata la sua professione?

«Quando ho avuto fame. Proprio fame, nel vero senso della parola. Mi sono buttato nella mischia con qualche timore ma a quanto pare per il momento sono ancora saldamente in sella al destriero. In fondo, vivere facendo ogni giorno qualcosa che ci appaga è la migliore busta paga possibile».

Cosa significa per Massimo Coloso produrre video?

«È un processo altamente creativo. Anche registrare una semplice intervista mi diverte; la preparazione del set, le luci, il montaggio del materiale. Ogni volta è come un fiore che sboccia, un processo complesso che inevitabilmente trova una soluzione. L’evoluzione di internet e dello streaming ha stravolto anche questo settore: ora realizzare dirette video on line è alla portata di (quasi) tutti».

Come si differenzia allora il lavoro eseguito da un professionista da quello di un amatore?

«Come ho anche scritto nel mio libro appena edito, “Impariamo lo streaming”, c’è un abisso. Le opzioni per ‘andare live’ che vengono offerte da Facebook, Instagram e Tik Tok hanno sdoganato uno streaming possibile ma di bassissima qualità. Non ci può e non ci deve essere un paragone con il lavoro svolto da un team di professionisti che insieme progettano un evento di carattere televisivo. Né da un punto di vista creativo né da quello della qualità del segnale che viene veicolato all’utente che da casa si gode lo spettacolo».

Il live streaming – anche dopo i distanziamenti imposti dalla pandemia – è un servizio la cui richiesta è in costante aumento: quale futuro vede per il settore in generale e per la sua azienda in particolare?

«È innegabile che l’impossibilità di effettuare spostamenti geografici a causa dei blocchi imposti alla maggior parte delle frontiere abbia favorito il comparto della comunicazione virtuale. Il lavoro è incrementato e ha sdoganato un metodo per fare business che prima non era mai stato preso realmente in considerazione. Oggi le riunioni con i clienti d’oltreoceano si fanno grazie a dirette streaming complesse che danno ottimi frutti in termini di finalizzazione contrattuale. Si è capito che non è necessario, almeno non sempre, prendere un aereo e spostare se stessi e i propri collaboratori per proporre un prodotto o per dialogare con il team di commerciali in Cina. Le grandi realtà aziendali che chiedono la nostra consulenza pretendono e ottengono un prodotto televisivo che, in situazioni meno attente alla comunicazione, verrebbe sostituito da un meno efficace meeting Zoom. Mc Produzioni Video offre invece scenografie, studi virtuali, grafiche e set di altissimo livello che trasformano una riunione in un vero e proprio show con chiare ricadute sulla percezione positiva del brand aziendale da parte degli interlocutori. Non ‘Zoom’, ma ‘Boom!’».

Oltre all’abilità degli operatori, risulta sempre più indispensabile una strumentazione di alto livello: quella di MC Produzioni in cosa consiste?

«Consiste in tutto ciò che è necessario per la messa in opera della produzione di un evento multimediale: mediaserver, regie hardware e software, videocamere, ponti radio, luci led, microfoni, mixer video, droni. Siamo tra le pochissime realtà, forse l’unica, in grado di montare un green screen di sei metri per sei direttamente ‘a casa’ del cliente in meno di un’ora. Ciò significa assemblare uno studio televisivo avanzato direttamente in loco consentendo ai professionisti interessati di non doversi spostare dalla sede aziendale per affrontare un evento virtuale importante. È un vantaggio non da poco, in termini di costi e tempi».

A proposito di MC Produzioni, quali sono i servizi che la sua azienda può offrire nell’ambito video?

«Non c’è un limite a ciò che possiamo affrontare. Grazie a una rete di realtà a noi vicine possiamo modulare la potenza di fuoco da esprimere a seconda dell’evento che andiamo a coprire. Produzione video classica con troupe dedicata, regia multicamera, illuminazione scenografica, spettacolari proiezioni interattive, videomapping. Ciò che conta è una progettazione accurata, la buona esecuzione è conseguente».

Dalla tecnologia al fattore umano: quali sono gli elementi imprescindibili per Massimo Coloso per la realizzazione di un video efficace?

«Le professionalità e la passione per il proprio lavoro. Dati questi due elementi la realizzazione di un buon prodotto è piuttosto probabile».

Qual è il video più difficile che ha dovuto realizzare nella sua carriera professionale?

«Tecnicamente il più rischioso è stato quando abbiamo volato con un drone all’interno della Basilica di Aquileia: è vero che abbiamo ottenuto un video eccezionale ma i rischi di muovere una macchina volante in un ambiente chiuso con un valore storico così importante sono stati davvero tanti. Li abbiamo gestiti bene. Altrettanto rischioso è stato volare dentro la Grotta Gigante a Sgonico: nell’oscurità e senza alcuna percezione della profondità degli spazi la realizzazione del girato non è stata per nulla semplice. Anche in questo caso però la soddisfazione è stata grande visto che ci siamo guadagnati l’home page del Corriere della Sera per quella che resta ancora oggi una videoproduzione davvero unica nel suo genere. In ultimo la proiezione interattiva installata in tempi record al Casinò di Venezia. In una settimana dalla telefonata del cliente abbiamo messo in opera una installazione interattiva permanente di 4 metri per 3, semicircolare, composta da un potente proiettore allocato su un tripode appositamente saldato da un esperto artigiano, un obiettivo grandangolare dedicato, specifici sensori di movimento Intel, mediaserver e telo per retroproiezione che il fornitore ci ha recapitato in meno di due giorni dall’Abruzzo».

Qual è invece il video che le ha dato maggiore soddisfazione professionale nel realizzarlo?

«Non si tratta di una video produzione classica ma di una recente regia live della quale ci siamo occupati a Busto Arsizio per la Federazione Italiana di Nuoto Paralimpico. Abbiamo servito due giorni di diretta, sulla piattaforma web di RaiSport, delle Final Four di Coppa Italia di Pallanuoto. Il servizio di replay delle azioni più belle che è stato implementato, oltre a tutto il sistema di elaborazione e trasmissione del segnale audiovisivo ovviamente, è stato proposto con puntualità sia al pubblico da casa che ai due commentatori ufficiali Rai, gli ‘Olimpici’ Dario Di Gennaro e Francesco Postiglione. Un successo che porto nel cuore e per il quale mi sento di ringraziare la Federazione per la fiducia accordataci».

Nel futuro di MC Produzioni quali novità si stagliano all’orizzonte?

«Ho appena pubblicato un libro, disponibile su Amazon, “Impariamo lo streaming: tutto ciò che devi sapere per uno streaming consapevole”. Un testo che a mio parere mancava. È una lettura di introduzione all’ambiente della produzione registica per eventi in streaming. Esistono pubblicazioni per tecnici e professionisti ma nulla che utilizzi un linguaggio chiaro e semplice adatto a chiunque desideri informarsi per comprendere come funziona una regia. Il mio approccio è stato questo, discorsivo e semplice, non superficiale. Consigli pratici basati su quella che è, ed è stata, la mia esperienza in merito. Credo sia una buona lettura per chi desidera approcciarsi a questo peculiare mondo digitale. Ma c’è anche un’altra novità».

Quale?

«A marzo ho in programma di attraversare l’Oceano Pacifico con un catamarano. A febbraio 2021 già ci avevo provato ma la Polinesia purtroppo aveva chiuso tutti gli ingressi causa Covid. Quest’anno i permessi li abbiamo chiesti in anticipo e ci sono stati già accordati, non dovrebbero esserci problemi. L’idea creativa che intendo sviluppare in questa occasione è quella di realizzare un documentario su tutta l’esperienza di viaggio. Per puro piacere, poi chissà, magari si riesce anche a vendere…»

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