Insieme per il Patto Educativo Globale. In altre parole un percorso condiviso per prendersi cura delle giovani generazioni.
È questa la sfida lanciata dall’Unità pastorale Bassa Friulana che verrà presentata venerdì 24 settembre alle ore 20.30 in un incontro pubblico al Teatro Pasolini di Cervignano del Friuli.
Un evento inserito all’interno dei festeggiamenti patronali cervignanesi che culmineranno nella giornata di mercoledì 29 settembre, ricorrenza di San Michele Arcangelo.
Per anticipare i contenuti dell’evento abbiamo contattato il parroco di Cervignano, don Sinuhe Marotta.
Don Sinuhe che significato vuole avere l’evento in programma venerdì 24 settembre?
«Stiamo attraversando un cambiamento epocale, questo ormai sembra assodato. E sentiamo fortissima l'esigenza di un cammino educativo per saperlo affrontare. Papa Francesco, per esempio, chiede la costituzione di un "villaggio dell’educazione", dove al centro ci sia la persona e non i grandi interessi economici, tanto per capirci, dove si favorisca la responsabilità e i giovani possano trovare persone disponibili che insegnino a mettersi al servizio della comunità. E prima ancora a “insegnare a vivere", se posso citare un testo del sociologo francese Edgar Morin».
Il titolo recita «Un “Noi” generativo: insieme per il Patto Educativo Globale»: cosa si intende per «Noi» generativo?
«Noi adulti possiamo scegliere se interessarci soltanto di noi stessi - parlo non soltanto come singoli, ma soprattutto come Comunità civile e anche religiosa nel suo insieme -, aumentando i livelli di benessere materiale e prosciugando risorse e futuro del pianeta. Oppure se essere generativi, cioè lasciare “vita” dopo di noi, e non solo rifiuti. Mettendo al centro l'interesse per chi viene dopo di noi possiamo diventare generativi. Ma questo richiede che ci parliamo, tra diversi soggetti o agenzie educative, trovando delle parole d'ordine che possano guidare le azioni di ciascuno».
Un “patto” prevede dei contraenti. Nel campo educativo, in questo caso, chi sono?
«C’è un patto quando, mantenendo le reciproche differenze, si sceglie di mettere le proprie forze al servizio di uno stesso progetto. In realtà significa ogni contributo è indispensabile per affrontare l’emergenza educativa che da alcuni decenni viviamo. Come contraenti penso innanzitutto alla scuola. E poi allo sport che tanto coinvolge i ragazzi. Ma anche alle istituzioni, come le amministrazioni locali; e prima ancora alle famiglie. Anche la Comunità cristiana si gioca soprattutto sul piano educativo, pur tra tantissime difficoltà, specie in questa pandemia. Però bisogna dire che questa iniziativa è nata dall'Azione Cattolica e dall'AGESCI, che hanno già sottoscritto un patto a livello nazionale».
Dal mondo sportivo a quello culturale a quello scolastico: sono numerose le istituzioni e le associazioni impegnate nell’educazione delle giovani generazioni. Ognuna di loro con un proprio stile. Come si può riuscire a coinvolgerle in un percorso condiviso e duraturo?
«Intanto cominciamo ad ascoltarci, come faremo la sera dl 24 settembre. Cercheremo di far emergere "che cosa ci sta a cuore" quando svolgiamo la nostra attività con i giovani. Condividere ciò che ci sta a cuore può essere un buon primo passo di partenza. Questo l'ha chiesto anche il Vescovo Carlo all'Assemblea diocesana del giugno 2021».
La Parrocchia di Cervignano come si sta muovendo in questo contesto e quali obiettivi desidera raggiungere nel percorso educativo dei giovani?
«Domanda difficile, in tempo di pandemia, in cui ci sentiamo un po' soffocati nella possibilità di azione. Credo che alla radice della nostra azione ecclesiale ci stia la consapevolezza che la vita umana è un fatto ricevuto e che non ha la sua provenienza in noi stessi, bensì è data da un Altro. Per questo motivo cerchiamo di far scoprire ai ragazzi che siamo figli di un unico Padre, e dunque fratelli chiamati alla reciproca benevolenza e alla reciproca custodia. Cosa non facile! Ma l’odierna cultura dello scarto, per citare papa Francesco, scaturisce proprio dal rifiuto della fraternità quale elemento costitutivo dell’umanità».
L’evento del 24 settembre rientra nei festeggiamenti patronali. Si è scelto di svolgerlo al Teatro Pasolini per aprirlo all’intera comunità. Come mai questa scelta?
«Perché l'iniziativa è nata dalla condivisione cordiale e pronta del Comune di Cervignano, rappresentato dal sindaco Gianluigi Savino, che ringrazio. Così non soltanto parleremo del Patto Educativo, ma in un certo senso inizieremo a compierlo incontrandoci tra istituzioni pubbliche, scuola, mondo dello sport e Chiesa. Al Teatro pubblico perché vorremmo che ognuno si senta coinvolto in questa iniziativa per il patrono della cittadina».
Dopo i cambiamenti imposti dalla pandemia, a suo avviso quali saranno le sfide principali da affrontare subito nel metodo e nel coinvolgimento dei giovani e delle loro famiglie?
«Domanda troppo difficile per rispondere a tavolino. Dopo la serata del 24 settembre, vedremo assieme…»
Durante la serata del 24 settembre un rappresentante dei gruppi cittadini dell’Azione cattolica e uno dell’Agesci presenteranno in modo dinamico al pubblico il documento “Un Noi generativo”, condiviso proprio dalle due associazioni nazionali.
A seguire si aprirà un dialogo, moderato dal giornalista Andrea Doncovio, con alcune delle figure che operano in campo educativo nella comunità cervignanese: Alessia Zambon, assessore comunale alle politiche giovanili; Oliviero Barbieri, dirigente scolastico dell’ISIS bassa friulana; Rosi Venneri, coordinatrice della Scuola dell’infanzia “Maria Immacolata”; Christian Franetovich, presidente del Ricreatorio San Michele; Adriano Paliaga, allenatore sportivo e referente del progetto “Fair play”.
L’evento è aperto al pubblico su prenotazione (on line a questo link oppure telefonando al numero 0431 32039 in orario 9-12), con accesso tramite esibizione del Green Pass.
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