Turisti dai Paesi emergenti, prepariamoci all’invasione

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redazione

5 Novembre 2014
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Le previsioni dell’esperto Albert Postma

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Avere la capacità creativa, previsionale e analitica, di immaginare imprevisti e “sorprese” che potrebbero accadere in futuro, influenzando i cambiamenti nel mercato turistico.

È questo l’assunto di partenza del ragionamento di Albert Postma, professore di Pianificazione degli scenari allo European Tourism Futures Institute della Stenden Univesity in Olanda, ospite al Future Forum di Udine.

«Dobbiamo non solo capire che cosa il consumatore vuole e vorrà, ma conoscere la componenti sociologiche, culturali e politiche che possono influenzare nel futuro il turismo e il lavoro di chi fa l'offerta turistica», ha sottolineato Postma. Che cosa succederà dunque al turismo nel 2030? Si parte sempre dai grandi trend: dati della World Tourism Organization prevedono che entro quella data si raggiungeranno gli 1,8 miliardi di arrivi di turisti internazionali: in pratica un raddoppio nei prossimi 15 anni. «Il turismo – conferma Postma – sarà sempre meno un lusso, diventerà vera e propria esigenza. Il cambiamento sarà influenzato soprattutto dalla crescita delle capacità di spesa delle classi medie dei Paesi emergenti, Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) in particolare, che accresceranno le loro presenze come turisti del 20% nei prossimi 30 anni, andando a influenzare molto l’offerta che noi diamo: basterà l’inglese nel menù dei ristoranti o alla reception degli alberghi o sarà meglio introdurre quanto prima il cinese? Questioni banali, ma che già possono condizionare in modo deciso il business turistico del futuro». 

Secondo Postma, inoltre, tre elementi influenzeranno l’economia turistica: il cambiamento nella distribuzione della ricchezza nel mondo, la disponibilità delle risorse (non solo petrolio, ma anche acqua, cibo, altre fonti di energia), e la tecnologia – basti pensare a come già oggi possiamo utilizzare la realtà virtuale per conoscere in anticipo città e anche alberghi o ristoranti, ancor prima di partire.

Altre possibili previsioni curiose? «Forse – conclude Postma – daremo per scontati i collegamenti wi-fi in albergo, se il cambiamento climatico renderà più aride alcune località e porterà a un contingentamento delle risorse idriche probabilmente ci troveremo a dover fare docce temporizzate, se ci sarà una riduzione generalizzata dei salari e della capacità di spesa è probabile che si viaggerà sempre più in treno: quest’ultima è già la tendenza, che si confermerà se contemporaneamente miglioreranno e saranno sempre più comode e veloci le linee ferroviarie mondiali».

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