Mauro Buoro conquista anche il Veneto

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redazione

4 Giugno 2018
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Nuova impresa per il ciclista di Perteole

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Ponte della Priula è un luogo per me molto significativo: lì sono sepolti i miei genitori e per questo, appena arrivato, sono andato a trovarli in cimitero. Le ore prima della partenza sono stato accolto a casa di mio cugino Graziano Olivotto e della sua famiglia: mi sono sentito coccolato e apprezzato.

A mia insaputa, vicino alla chiesa del paese (Tempio Votivo) avevano preparato un gazebo per il brindisi. Ma le sorprese non erano finite: lì ho infatti trovato radunati tutti i miei cugini che non vedevo ormai da tanti anni: un’emozione unica. Anche il parroco don Francesco ha voluto presenziare, impartendomi la benedizione prima della partenza.

Ma le emozioni si sono susseguite rapidamente: la sindaca di Susegana, Vincenza Scarpa, mi ha infatti regalato un bellissimo libro (I nostri “Capitei”, storia dei capitelli in Veneto).

Alle 17 è il momento della partenza. La prima destinazione è Nervesa della Battaglia: attraverso il Piave e inizia a piovere, per fortuna solo per pochi minuti.  Con tanta adrenalina comincio a spingere una mtb appesantita dalle borse per trascorrere le prossime 24 ore.

Mi dirigo verso Montebelluna per andare poi in direzione Bassano del Grappa. Il clima è ancora un po’ caldo. Dopo Passo Thiene inizio a scendere verso Vicenza: le gambe rispondono ancora bene, il traffico è intenso: sono strade molto frequentate. Alle 21.30 entro a Vicenza mentre cala la notte. Indosso il giubbino giallo per essere visto. La temperatura è ancora buona.

Mi dirigo verso Altavilla Vicentina verso Montebello e San Martino Buon Albergo, direzione Verona. È notte piena ma la strada la conosco. Quattro anni fa la percorsi per raggiungere Milano in bici con un viaggio di 6 giorni.

Attraverso Verona senza passare per il centro: c'è troppa gente che gira di notte, vedo gruppetti di persone a bordo strada. Io cerco di fermarmi il meno possibile, giusto per necessità fisiologiche, e mangio correndo, prendendo l’occorrente dallo zainetto dietro la sella. Non fa tanto freddo: il cellulare segna 18°C.

Transito vicino alla recinzione di una casa e, all’improvviso, un cane comincia ad abbaiare e a seguirmi. In tensione spingo sui pedali, pensando tra me ‘tanto è chiuso e non esce’. Invece alla fine della recinzione il portone è aperto… Temo già un pericoloso incontro ravvicinato, invece il cane si blocca di colpo. Avrà preso paura anche lui? Mi è andata bene.

Al primo bar mi fermo per bere qualcosa di caldo e una brioche. Anche in queste zone aprono anche alle 5, come in Friuli d’altronde. In queste condizioni la colazione è fantastica e la apprezzi di più. Riparto verso Badia Polesine, poi Fratta di Polesine. Il territorio offre tante strade rettilinee e lunghe che non finiscono mai e paesi che si assomigliano tutti: un noia.

Mi dirigo verso Rovigo per costeggiare i Colli Euganei a sud verso Padova. Inizia a farmi male il ginocchio. All’inizio piano piano, ma poi sempre di più. Rallento la velocità e cerco una farmacia di turno. Spiego la situazione e recupero degli antidolorifici. Stringo i denti e arrivo vicino a Venezia. Il caldo si fa sentire: c’è  tanta afa, continuo a bere molto. Decido di chiamare mio cugino che si è offerto di venire a Venezia a prendermi; ci diamo appuntamento per le 16.30. L' emozione cresce: sto per iniziare il ponte della ferrovia, una cosa unica. La pista ciclabile non è male, sento salire un nodo alla gola. Alla fine del ponte mi fermo: invio messaggi a parenti, mi giro e vedo mio cugino Graziano intento a riprendermi per un video. Ci abbracciamo. Osservo il contachilometri: 315 km, anche questa volta ce l'ho fatta.

Dedico un pensiero a tutti colore che mi sono stati accanto. Adesso curo il ginocchio. Fra un mese è mezzo è già tempo di una nuova sfida. Il giro della Lombardia in 24 ore.

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