Le radici aquileiesi dell’eccellenza FVG

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redazione

8 Febbraio 2017
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Inaugura la mostra “Made in Roma and Aquileia”

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Inaugura sabato 11 febbraio e rimarrà aperta fino al 31 maggio nella sede di Palazzo Meizlik ad Aquileia la mostra “Made in Roma and Aquileia”.

Il percorso espositivo, curato da Annalisa Giovannini, Marta Novello e Cristiano Tiussi, comprende 156 pezzi aquileiesi tutti del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia oltre ai 150 provenienti dall’esposizione che si è appena chiusa con molto successo ai Mercati di Traiano di Roma: in mostra il collare di bronzo di uno schiavo, vetri, lucerne, gemme, anfore di varie fogge, strumenti medicali e molti altri oggetti di uso quotidiano nell'antichità tutti caratterizzati da marchi, loghi, firme e i più diversi segni di proprietà e appartenenza.

Il bollo, il marchio, il contrassegno: Aquileia, come Roma, racconta, attraverso questi piccoli ma efficaci accorgimenti, lo svolgersi nel tempo di un rapporto tra produttore/venditore e acquirente e, allo stesso tempo, quello tra l'acquirente e l'oggetto comprato. 

Chi mette un contrassegno con il proprio nome sull'oggetto che produce compie un atto di comunicazione che offre una  garanzia di qualità, chi acquista quell'oggetto fa un gesto di fiducia, preferendo quel prodotto ad altri. Una cosa, questa, che non è mai terminata, proseguendo nei secoli fino ad oggi.

I nomi degli imprenditori si accavallano, parlando di titolari, uomini e donne a un tempo audaci e ponderati nelle gestioni imprenditoriali, nell'amministrare personale talvolta numeroso, nel cercare e trovare sbocchi di mercato sempre più grandi e recettivi.

Si produce, si esporta, si importa: Aquileia, città fondata nel 181 a.C. al limite tra il Mediterraneo e il mondo che si allarga oltre la cerchia alpina, è, con il suo grande porto fluviale, un vero e proprio microcosmo.

«Questa mostra – afferma la presidente della Regione FVG Debora Serracchiani – ci offre l’occasione per ribadire da una prospettiva inedita l’eccellenza del sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia, che si distingue in tutto il mondo per i suoi standard qualitativi. I reperti in esposizione testimoniano che già duemila anni fa abilità tecnica, qualità e gusto hanno reso Aquileia un punto di riferimento per la società antica, quando già le rotte commerciali collegavano luoghi remoti. È uno di quei casi in cui il nostro passato continua a insegnare: anche oggi la sfida alla globalizzazione si può vincere solo puntando a produrre e offrire il meglio».

«Confidiamo che la mostra – aggiunge il presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi – consenta anche di valorizzare un concetto semplicissimo, ma in cui crediamo fortemente: i prodotti della regione di cui Aquileia ha costituito per secoli il punto di riferimento primo hanno un grado di eccellenza che si ricollega  idealmente a duemila anni di storia e ad una cultura della produzione  che ha radici profonde nel mondo romano e delle grandi città filiate da Roma. Se in Friuli Venezia Giulia e nei territori vicini operano con successo, riconosciuto a livello mondiale, grandi produttori di acciai speciali e di ferro, grandi artisti del vino, avanzatissimi produttori di medicinali, anch'essi leader globali, orafi di grande successo, fantasiosi artisti del vetro e così via, tutto questo non è frutto del caso. Il successo di oggi va ricollegato a una ricerca di eccellenza iniziata in queste terre ancor prima della nascita dell'Impero e quando buona parte d'Europa era ancora abitata da popolazioni nomadi e con un'economia di sussistenza».

«Da sempre – sottolinea Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura – il simbolo ha raccontato la storia dell’uomo e dei suoi valori. In queste terre simboli e manufatti ci parlano di una società culturalmente ricca, crocevia di mercanti, di scambi e d’arte raffinata. Attraverso i sigilli in mostra ad Aquileia emerge la capacità di rappresentare in modo esplicito sia l’appartenenza ad un gruppo sia la sua specifica diversità: in essi troviamo l’identità di questi luoghi, plurale, stratificata eppure fortissima».

«Questa mostra – spiega Cristiano Tiussi, archeologo e direttore della Fondazione Aquileia – è un viaggio straordinario nel mondo dei marchi di produzione e proprietà del mondo romano e nelle scritte più estemporanee di possesso. È sorprendente, pur nelle innegabili differenze, la modernità di questo uso. Marchi che denotano l’orgoglio per il lavoro eseguito, per la qualità del prodotto e che talvolta sono una forma di “tracciabilità”, una certificazione d’origine. In età romana si marchiava tutto, dai laterizi ai vetri agli oggetti in metallo, ai medicinali, ai gioielli. Vengono marchiati purtroppo, come dimostra il collare da schiavo in mostra, anche gli esseri umani, una pratica che oggi ci fa inorridire ma che era del tutto comune nell’antichità».

«La ricchezza del patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia – precisa Luca Caburlotto, direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia – è in grado di rappresentare al più alto livello di qualità e in una vastissima serie di tipologie, i beni della vita quotidiana nell'antichità romana: ricchezza di cui i direttori succedutisi furono consapevoli fin dai tempi della fondazione del museo nel XIX secolo, e che li spinse, su di una linea che tutt'ora permane nei suoi valori fondamentali, a valorizzare la straordinaria qualità della produzione aquileiese”.

«La realizzazione di questa mostra –conclude il sindaco di Aquileia Gabriele Spanghero – consente di comprendere ancor di più il ruolo storico dell’Aquileia antica, sia come crocevia di popoli e culture sia per i traffici che generava, anche grazie alle professionalità presenti. Questa nuova consapevolezza sarà fonte di curiosità e di un desiderio di approfondimento della conoscenza».

Per tutte le info sulla mostra clicca qui.

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