La grande musica dell’estate friulana

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redazione

21 Maggio 2014
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Presentato “Udin&Jazz”

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Udin&Jazz torna in grande, per la sua ventiquattresima edizione, e ribadisce con orgoglio il primo appuntamento della stagione, sabato 14 giugno, con il grande Pat Metheny (più volte ospite in passato del festival) che attende – in prima nazionale – il suo pubblico a Villa Manin di Passariano di Codroipo per il nuovo progetto Kin – già un grande successo discografico – con il suo Unity Group; il concerto che si annuncia strepitoso, anche grazie ai nomi che affiancano il grande chitarrista sul palcoscenico (Chris Potter al sax e clarinetto basso, Antonio Sanchez alla batteria e Ben Williams al contrabbasso ai quali si è aggiunto lo straordinario polistrumen-tista italiano Giulio Carmassi).

Il sabato successivo (21 giugno, alle 18.30) si rinnova un’apprezzata collaborazione, con il Centro Commerciale Città Fiera, che ospita allo Show Rondò il “Mina Project”: la curata rivisitazione dei successi della “tigre di Cremona” in chiave jazz, proposta da Lorena Favot (voce tra le più apprezzate in regione e professionista riconosciuta in tutta Italia), accompagnata alle tastiere dal vulcanico Rudy Fantin e al contrabbasso dal contrabbassista e compositore triestino Andrea Zullian.

Mercoledì 25 giugno inaugura alle 18.30 il “salotto” udinese di Udin&Jazz – la corte di Palazzo Morpurgo – ospitando una tappa di “Evolution”, un progetto all’insegna della contaminazione e dell’esperimento sonoro prodotto da Furclap: “Soundstories” è un’operazione voluta da Giovanni Floreani ed Ermes Ghirardini (fondatori di “Strepitz”) che si affiancano a una storica firma della musica italiana, Paolo Tofani (chitarrista dei mitici Area) e all’eclettico polistrumentista Pierpaolo Caputo, per una sperimentazione che mette a confronto strumenti antichissimi con l’elettronica, prassi musicali esotiche, con il sistema occidentale.

Primo concerto itinerante: venerdì 27 giugno a Cervignano, che vede in piazza suonare il quartetto di Tessarollo (chitarra) e Cigalini (sax) con Manhù Roche (batteria) e Mauro Battisti (contrabbasso). Il linguaggio sicuro e sapiente, l’esperienza e l’abilità compositiva di Luigi Tessarollo, tra i migliori e più riconosciuti chitarristi jazz contemporanei, si fondono al virtuosismo e alla forza esplosiva del giovane Mattia Cigalini al sax alto, strabiliante talento dello scenario taliano. Li affiancano una ritmica d’eccezione: Mauro Battisti al contrabbasso e Manhù Roche alla batteria, già batterista di Michel Petrucciani.

Doppio appuntamento udinese martedì primo luglio: alle 18.30 a Corte Palazzo Morpurgo dove il Dario Carnovale Trio feat. Francesco Bearzatti (con Luca Colussi alla batteria e Simone Serafini al contrabbasso) presenta  “Emersion”, un catartico titolo che, Carnovale ha voluto sottolineare, come un faticoso approdo verso la felicità e nasce come suite in omaggio al grande sassofonista Dewey Redman.

Alle 21.30 la corsa ai posti al Castello attende un folto pubblico per Jack DeJohnette, il batterista pluri premiato (NEA Master e Grammy) che ha segnato la storia della musica in un’ormai quarantennale carriera, iniziata con John Coltrane e Miles Davis e passata per tutte le migliori firme della storia musicale internazionale: Ornette Coleman, Sonny Rollins, Thelonious Monk, Bill Evans, Keith Jarrett, Chet Baker, Stanley Turrentine, Herbie Hancock, Dave Holland, Freddie Hubbard, Betty Carter e moltissimi altri. Ha suonato hard bop come R&B, world music, avant-garde, e ogni possibile genere degli ultimi cinquant’anni, descrivendone l’eccellenza.

A Udine con lui Ravi Coltrane, figlio d’arte, che alla famiglia d’origine (anche alla madre pianista) deve la sua già importante carriera da sassofonista; e il bassista Matt Garrison, classe 1970, anch’egli figlio d’arte (il padre era il bassista di John Coltrane) formatosi alla Berkeley, prima di intraprendere una fulgida carriera internazionale.

Mercoledì 2 luglio Udin&Jazz, dopo il Jazz Corner ospitato all’Osteria alla Ghiacciaia di Udine, approda in Piazza Grande a Palmanova, con una serata dedicata a un nome “speciale” della musica italiana, che torna con nostalgia grazie alla voce di Barbara Errico: si tratta di Lelio Luttazzi, il padre triestino dello swing che con il suo stile pulito e la sua riservata ironia, ha regalato alla musica italiana alcune memorabili pagine. La cantante friulana, dunque, dedica al maestro triestino Sentimentale, un progetto insieme elegante ed accorato, accolto con entusiasmo dalla moglie di Lelio, Rossana. Accanto a Barbara uno staff di ottimi musicisti: Antonello Vannucchi al piano, Sandro Deidda al sax tenore ed al clarinetto, Carlo Corvini alla tromba, Gianluca Nanni alla batteria e Giorgio Rosciglione al contrabbasso, collaboratore ed amico di sempre di Lelio.

Ancora due tappe a Udine giovedì 3 luglio: alle 18.30 in Corte Morpurgo viene ospitato il progetto di Caligola di Mestre Paolo Botti 4et (Paolo Botti viola, dobro, banjo, violino di Stroh; Dimitri Grechi Espinoza  sax contralto; Tito Mangialajo Rantzer contrabbasso; Filippo Monico batteria). Fedele alle radici jazzistiche afroamericane, Botti è da sempre attento anche all’innovazione, pur rispettosa delle origini. Nel progetto Slight Imperfection – che trae spunto dall’omonimo album uscito diversi anni or sono – Botti non cambia certamente l’ideale delle sue musiche ma cambia sonorità e strumenti, affiancando alla viola il dobro, il banjo, l’armonica e la tromba.

A seguire, al Castello alle 21.30 uno dei concerti più attesi del festival, con un nome mondiale della batteria jazz in un progetto nuovissimo: Peter Erskine si propone in trio con la nostra Rita Marcotulli, una tra le migliori pianiste ed eleganti interpreti italiane, dotate di una timbrica e di una versatilità uniche, e Palle Danielsson, storico contrabbassista svedese che molti ricorderanno per aver accompagnato Keith Jarrett dal 1976 al 1979 e non solo. “Nel mondo della musica ed in particolare per chi apprezza e pratica un genere come il Jazz, non occorrono motivazioni specifiche o progetti razionali per e grazie ai quali ritrovarsi dopo tanti anni, basta il pretesto di voler suonare assieme, di poter condividere nuovamente grandi sensazioni”. Queste le parole della Marcotulli che lasciano intravvedere lo spirito creativo e propositivo condiviso tra grandi artisti.

Venerdì 4 luglio, dopo il consueto Jazz Corner e un appuntamento speciale, in collaborazione con l’Home Page Festival, che vede il giornalista e dj Carlo Pastore parlare di “Musica 2.0” (approfondimenti sulla situazione che contrappone la creatività di qualità dei giovani alla cronica carenza di spazi e occasioni per emergere), il festival torna al Castello, dove, alle 21.45 inizia una serata tra musica e immagini che si preannuncia di grande fascino: protagonista sarà Ornithology, il progetto di Flavio Massarutto (sceneggiatore) e l’illustratore Massimiliano Gosparini (in coproduzione con Cinemazero). È una storia a fumetti che si trasforma in un progetto originale di trasposizione del linguaggio del fumetto nella dimensione del cinema, il tutto accompagnato dalle musiche originali di Enrico Terragnoli, eseguite dal vivo insieme al suo quintetto composto da Paolo Botti, Gianni Massarutto, Piero Cescut e Zeno De Rossi

Al termine della serata ancora immagini e tanta energia nel progetto di Enzo Favata Inner Roads (proposta in collaborazione con TriesteLovesJazz): Enzo Favata, Danilo Gallo ed U.T. Gandhi, esperti artisti a noi tutti ben noti, incontrano il giovane talento Enrico Zanisi e l’insieme acquista subito grande vigore. Nuove idee musicali convivono con molte composizioni dello storico repertorio del sassofonista sardo dove poesia, virtuosismo, energia, melodia, jazz di altissimo livello si intrecciano con i suoni della milonga, del tango, con le melodie e i ritmi mediterranei della Sardegna.

Un sabato aperto quello del 5 luglio, all’insegna del piacere di suonare assieme e dei giovani, con il consueto jazz Corner alla Ghiacciaia e con l’esibizione dell’Udine Jazz Collective del Conservatorio “Tomadini”, prodotto dei corsi di Musica d’Insieme Jazz da qualche anno avviati: una formazione elastica, che si evolve continuamente e cerca sempre nuovi repertori: a Udine il collettivo dedica un concerto monografico a Chick Corea.  

Ancora musica fresca al ritmo di Ska Jazz con Time for Africa & North East Ska*Jazz Orchestra in Music For Marikana, energia di grande impatto, che trova le sue radici nella ritmica della musica caraibica (ska-rocksteady-reggae) rivolta a una rielaborazione jazz.

E come sempre importante il finale del festival: domenica 6 luglio, dopo il consueto Jazz Corner, Angelo Comisso apre la serata per la platea del Castello (21.30): il pianista triestino, impegnato nel progetto Metamorfosi dell’immaginazione, è alla continua ricerca delle contaminazioni fra musica colta-contemporanea, il jazz d’ispirazione europea e l’improvvisazione totale.

Dopo di lui un attesissimo incontro con il nuovo progetto Mehliana di un Brad Mehldau immerso tra le sue tastiere elettroniche, il piano Rhodes e quello acustico, assieme al batterista Mark Guiliana. Elettronica e sonorità affascinanti tra avvolgenti loop e sofisticatissima ritmica intessuta dalle frenetiche bacchette di Guiliana realizzano un intarsio di rara bellezza che sta ammaliando le platee di tutto il mondo. Un vero capolavoro.

Lunedì 7 luglio, a Palazzo Morpurgo, Claudio Cojaniz è pronto a far vibrare il pubblico con il suo Stride per piano solo, una travolgente interpretazione in chiave assolutamente personale – come solo il pianista friulano può proporre – di vari standard jazz più o meno noti. Il progetto è racchiuso in un nuovo prodotto discografico edito da Caligola.

Gran finale in Castello con la storica reunion dei King Crimson nel Crimson ProjeCKt, che ripropone il repertorio di un vero “pezzo di storia della musica” che ha fortemente connotato la migliore espressione del progressive mondiale, con la “benedizione” dello storico leader Robert Fripp.  Tre dei membri della band suonano nella caratteristica line-up del doppio trio – resa popolare dai Crimson tra il 1994 e il 1997: il chitarrista Adrian Belew, il bassista Tony Levin e il batterista Pat Mastelotto, accompagnati per l’occasione da Markus Reuter (touch guitar), Tobias Ralph (batteria), Julie Slick (basso) ripropongono uno storico repertorio, tratto, tra gli altri, dai mitici “Discipline” e “Thrak”. Belew, Levin e Mastelotto, estendono ancora il flusso creativo che ha enormemente influenzato la cultura popolare a partire dall’album di esordio “The Court of the Crimson King”, del 1969 – da molti considerato il manifesto del progressive che rivoluzionò gli schemi musicali dell’epoca, convogliando al suo interno, oltre al rock, gli stilemi del jazz e della musica sinfonica (leggasi Bartók e Stravinskij).

Ma Udin&Jazz non è “solo” concerti: come sempre il legame sul territorio e lo spirito di accoglienza si fanno sempre più forti, anche grazie alle attività collaterali che arricchiscono le giornate udinesi, rendendo il capoluogo friulano una vera capitale della musica per oltre una settimana.

Molti aperitivi jazz sono organizzati in diversi locali del centro cittadino: ad animarli tanti giovani (e bravissimi) artisti, pronti a proporsi e a condividere musica di qualità, nel nome del jazz; così la musica accompagna anche i post-concerto con gli afterhour (sul piazzale del Castello, alla fine delle performance sul palco centrale). Protagoniste ancora una volta le giovani risorse del Conservatorio e i giovani musicisti del territorio.

E tre i Workshop di approfondimento che affollano le giornate centrali del festival. Il 30 giugno è Eupragma con “La caduta degli Dei” a proporre un approfondimento laboratoriale in chiave teatrale e musicale.

Mentre suscita già interesse tra gli addetti ai lavori il Workshop di Critica Giornalistica Musicale che si svolgerà dal 30 giugno al 4 luglio nei locali della Libreria Feltrinelli di Udine. Quattro ore al giorno, nelle quali gli studenti universitari (principali destinatari del workshop) possono confrontarsi con firme autorevoli del giornalismo nazionale e locale e con lo stato attuale della critica musicale (sia da un punto di vista pratico che analitico).

Infine, grazie alla collaborazione con The Groove Factory Academy, i batteristi d’ogni genere e livello possono godere degli insegnamenti del grande Peter Erskine, impegnato nella sede di Groove Factory (Città Fie
a) in due ore di seminario formativo nel pomeriggio del 3 luglio.

Ultima – assoluta e non meno importante novità – è la proposta di un pacchetto turistico ad hoc improntato sul Festival Udin&Jazz che accoglierà con diverse possibilità di soggiorno (di 2, 3 4 e 7 notti) i turisti che vorranno godere delle offerte musicali e culturali di Udin&Jazz e delle proposte culturali, gastronomiche, artistiche e architettoniche in particolare di Udine e del vicino territorio. Grazie alla professionalità e alla cura di Turismo FVG e alla disponibilità del Consorzio FriulAlberghi e dell’Associazione Albergatori di Udine, anche questa nuova proposta d’accoglienza è stata possibile, e può garantire a turisti, visitatori, amanti della musica un soggiorno completo, a contatto con le bellezze del territorio e ricco di offerte turistico culturali.

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