Figlie della precocità

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Andrea Fiore

21 Aprile 2023
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La comparsa del primo ciclo mestruale nelle ragazzine è sempre più anticipata, con casi che ormai si verificano già all’età di 9 anni. Cosa fare? Innanzitutto prendere atto della realtà

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I dati che provengono da tutta Europa sono chiari: l’età del primo menarca tra le ragazzine, ovvero l’arrivo del ciclo mestruale, si è ulteriormente abbassata, comparendo in molti casi già a 9 anni.

Se da un lato non ci sono certezze sul perché di questa precocità, dall’altro la sua conferma porta con sé tutta una serie di consequenzialità sanitarie e sociali che, se non affrontate in modo consapevole, potrebbero far insorgere problemi anche nei casi in cui non ci sarebbero.

Per questo è importante chiarire da subito la realtà: gli adolescenti scoprono la sessualità in età sempre più precoce e fare finta che ciò non accada sarebbe l’errore più grave che i genitori possono fare. Perché i loro figli hanno bisogno di conoscere determinate dinamiche, per essere consapevoli di tutto ciò che ruota attorno alla sessualità.

La stragrande maggioranza di questi adolescenti, infatti, non usa precauzioni durante i rapporti sessuali. Un fatto confermato dall’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili come sifilide e gonorrea, che si stanno diffondendo anche nei giovanissimi con serie ripercussioni sulla loro salute.

Una altro dato statistico che balza all’occhio è il divario che interessa maschi e femmine proprio in tema di precocità. Mentre il menarca femminile tende a presentarsi già verso i 9 anni, sul semenarca (ovvero la prima eiaculazione maschile) non ci sono indicazioni statistiche in merito a una precocità, anzi: alcuni dati segnalerebbero addirittura un lieve aumento dell’età in cui si presenta.

Questa precocità femminile obbliga a diverse considerazioni. La prima è che un numero crescente di ragazzine di 12-13 anni oggi hanno un atteggiamento fisico e mentale paragonabile a quello delle ragazze di 18-20 anni di qualche tempo fa: fanno regolarmente sesso e, talvolta, lo portano all’estremo anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Dalle riprese video dei propri rapporti agli ammiccamenti online che possono portare anche a spiacevoli incontri.

Un’altra considerazione è di carattere giuridico. L’ordinamento italiano fissa a 14 anni l’età del consenso per un rapporto sessuale con un minorenne, che può scendere a 13 nei casi in cui il rapporto sia consumato tra due persone con differenza di età non superiore ai 3 anni.

Basta fare alcuni semplici conti per capire che la precocità sessuale può portare con sé anche pesanti ripercussioni legali, per esempio per maschietti adolescenti di 16/17 anni: un rapporto sessuale consenziente con una ragazzina all’apparenza già molto matura ma che in realtà ha solo 12/13 anni di età diventerebbe automaticamente un reato, con pesanti implicazioni.

Tutte queste sfaccettature impongono al mondo degli adulti di attivarsi in modo consapevole, partendo da un fatto assodato: la sessualità tra bambini e ragazzini esiste. Per questo bisogna iniziare a parlarne con termini e modalità corretti. L’errore più grave sarebbe fare finta di nulla.

Ecco perché oltre a un approccio realistico in famiglia, è sempre più impellente che l’educazione sessuale entri a far parte del percorso scolastico.

 

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