Dal FVG in Svizzera per rappresentare l’Italia

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redazione

18 Ottobre 2021
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Alla Settimana della lingua italiana

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Ci sarà anche la Compagnia Arearea, in Svizzera, a Berna, in occasione della Settimana della lingua italiana.

L'invito a partecipare è arrivato direttamente dall'Ambasciata d'Italia della Confederazione Elvetica, organizzatrice della rassegna, quest'anno sarà dedicata a Dante. Il 21 ottobre, alle 18, sul palcoscenico dell'Heitere Fahne i danzatori porteranno “Frammenti d'amore”, spettacolo performativo di danza contemporanea ispirato al Quinto Canto dell'Inferno e coreografato da Marta Bevilacqua.

Sostenuto dal Ministero italiano della Cultura e dalla Regione Friuli Venezia Giulia “Frammenti d'amore” è co-prodotto da Arearea e ACTIS, organizzatrice del Danceproject Festival di Trieste, dove il progetto ha debuttato a settembre, dopo l'anteprima di agosto nell'ambito del Festival Approdi.

Tra i lussuriosi del secondo cerchio dell'Inferno, Dante Alighieri incontra le anime di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, che volano affiancate attirando la sua attenzione. Virgilio lo invita a chiamarli, i due dannati si avvicinano e raccontano la loro storia, alla quale è dedicato quasi tutto il V Canto. Lei era sposata al fratello di lui e avevano intrecciato una relazione, prima di essere entrambi assassinati per mano dello sposo tradito.

«Siamo stati contattati direttamente dell'Ambasciata italiana in Svizzera – afferma Bevilacqua – e devo dire che è stata davvero una proposta inaspettata quanto prestigiosa, che abbiamo ovviamente accolto con grande entusiasmo. Siamo a dir poco orgogliosi di poter rappresentare il nostro Paese e la nostra regione. L'idea progettuale di questa performance di danza contemporanea è nata infatti sulla base della linea tematica indicata dall'Assessorato alla Cultura della Regione FVG nei bandi 2020. Partendo da quella indicazione ho cominciato le ricerche sulla presenza in regione di alcune opere legate alla Divina Commedia. La mia attenzione è stata catturata in particolare dal dipinto del pittore Michelangelo Grigoletti, custodito al Museo Sartorio di Trieste e ispirato proprio alla vicenda di Paolo e Francesca. Una suggestione che ha portato allo sviluppo di due differenti progettualità. Una produzione video realizzata in collaborazione con il videomaker Sergio Massaro, e presentata lo scorso 10 ottobre all'Archivio di Stato di Trieste nell'ambito de “Le domeniche di carta”, con riprese che mostrano i luoghi simbolo del “passaggio” di Dante in regione, come la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, la Rocca di Monrupino, il Castello di Duino. Il secondo, è un esito performativo, “Frammenti d'amore”, appunto».

In scena, dentro la cornice dell’eternità, Paolo (Fabio Caputo), Francesca (Cecilia Croce) e Giangiotto (Lorenzo Nocentini) cantano e languono per la loro sventura. Emettono suoni distorti, lamenti e sospiri, gemiti e sussurri che restituiscono la bufera nella quale sono condannati. La creazione trae ispirazione dalle opere pittoriche che ritraggono la celebre trasgressione. I tre danzatori, sulle musiche della violoncellista Martina Bertoni e circondati dagli elementi di scena di Ilaria Bomben, compongono forme chiuse, le distruggono, le alterano fino ad accettare la loro condizione dannata. Il corpo desiderato si dischiude alla nudità che è polifonia di linguaggi, di gesti, di respiri, di parole sussurrate.

É questa la lussuria, dove la semantica della luce si confonde con quella della grazia, e dove la nudità nasce senza decisione, come la luce nello sguardo dell'innamorato. La lussuria è la rinuncia alla vergogna come ultima autodifesa, perfetto disarmo della consegna di sé, oblio della misura, cedimento della mente che è la roccaforte della ragione, incapace, a differenza di eros, di sfiorare la verità senza possederla. E la lussuria a sovvertire qualsiasi ordine, anche quello naturale, a sprigionare la fantasia irrefrenabile verso la trasfigurazione, a voler passare dal linguaggio della visione a quello del tatto, dall’ebrezza all’estasi della partecipazione.

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