Da Aurisina al mondo, il viaggio della pietra

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redazione

27 Agosto 2020
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Torna “L’energia dei luoghi”

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Nell’ambito de “L’Energia dei Luoghi / Festival del vento e della pietra”, organizzato dall’Associazione Casa Cave Contemporary Art in sinergia con Karsiart Festival e il Comune di Duino Aurisina, nasce il progetto “Il viaggio della pietra – Da Aurisina al mondo”, residenze di scultura contemporanea, da un’idea di Maddalena Giuffrida e Fabiola Faidiga e a cura di Eva Comuzzi, con gli scultori Jacopo Bassi, Edi Carrer e Alberto Fiorin. Un primo passo per un futuro sviluppo museale, con l'ambiziosa prospettiva di aprire un “Museo delle Cave Romane di Aurisina”, in collaborazione con il Comune di Aurisina e altre importanti realtà territoriali e internazionali.

Il progetto è sviluppato con la collaborazione del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli e trae spunto da una prima indagine storica, che lega l'antico territorio delle Cave Romane di Aurisina e la sua famosa pietra a molte costruzioni collocate in varie parti del mondo, dal Mausoleo di Teodorico a Ravenna, ad Aquileia, all’Altare di Ratchis di Cividale del Friuli, sino a giungere ai nostri giorni con la metropolitana di Atlanta negli Stati Uniti e ai Centri Direzionali de La Défense di Parigi, tanto per citarne alcune.

Gli artisti invitati, Jacopo Bassi (1996), Edi Carrer (1974) e Alberto Fiorini (1967), dovranno ispirarsi iconograficamente all’antico altare di Ratchis (Museo Cristiano di Cividale del Friuli), realizzato in pietra di Aurisina.

“Per questo primo anno di residenza – spiega la curatrice Eva Comuzzi – abbiamo deciso di partire dal nostro territorio, scegliendo tre artisti che vivono in Friuli, con la volontà di attuare un dialogo non solo con il tema della rassegna, incentrato sull’iconografia dell’altare di Ratchis, ma di aprire anche un confronto generazionale essendo i tre scultori nati fra il 1967 e il 1996”.

Gli scultori saranno ospitati fino al 3 settembre all’Agriturismo Juna di Aurisina, lavorando giornalmente alle loro pietre presso le tre aziende che collaborano con il progetto: Gramar Marmi, Marmi F.lli Cortese e Tecnomarmi di Zandomeni.

Nel periodo saranno organizzate due visite guidate (“La pietra fa il suo giro”), il 28 agosto e il 2 settembre, a cura di Estplore, finalizzate sia alla conoscenza del territorio che all'incontro con gli scultori in residenza presso le Aziende della pietra, introdotti dalla critica d’arte Eva Comuzzi. Prenotazione obbligatoria: info@estplorer.it / +39 3407634805

Sabato 26 settembre il progetto si concluderà con una manifestazione espositiva e una tavola rotonda, coordinata da Walter Stanissa, presso SKD Igo Gruden di Aurisina, in presenza dei tre scultori, di esperti locali e internazionali. In serata, presso l'Agriturismo USAJ- Aurisina, saranno infine inaugurate, alla presenza delle Autorità, le tre sculture che troveranno la loro definitiva collocazione in un successivo momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli artisti
JACOPO BASSI (1996, Monfalcone, vive e lavora a Cervignano del Friuli)
Diplomato in Decorazione e Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, si avvicina all'arte internazionale e orientale e al pensiero e all’opera di Roberto Assagioli, Luigi Nono e Pierre Soulages, studiando sempre più la luce e il suo rapporto col nero. Nel suo lavoro mette in dialogo pittura, scultura, filosofia esistenziale, psicologia e mistica ebraica. Ad interessarlo maggiormente in questo periodo sono la figura e la forma della traccia e del frammento che trattengono in sé il sentimento dell’assenza. “La traccia”, afferma l’artista, “non è solo forma, nel senso di insieme di tratto, superficie e colore, ma anche invio a diversi spazi e dimensioni. Frammento che stimola dubbi e attraverso il quale tentiamo di ricostruire un'azione o oggetti del passato. La poetica del frammento si è avvicinata e riavvicinata a me attraverso la pratica della scultura e l’infanzia passata a giocare tra i resti di Aquileia dove, con un’immaginazione ingenua mi figuravo costruzioni e nuovi spazi.”

EDI CARRER (1974, Pordenone, vive e lavora a Buia)
Ventenne intraprende un percorso artistico attraverso la pittura. Nel 1996 iniziano le prime esposizioni, collettive di pittura e incisione, mentre prosegue la ricerca di una nuova forma espressiva. Nel 1998 affronta anche la terza dimensione, scegliendo inizialmente il legno per poi passare definitivamente al marmo. Dal 1999 partecipa ai vari simposi internazionali di scultura e a numerose esposizioni di arte contemporanea nella sua regione e nei paesi limitrofi.
Nel 2012 è tra gli artisti selezionati per la rassegna Sculpture by the sea in Australia. È chiamato a realizzare diverse opere monumentali sia in Italia, come nel caso della scultura collocato presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Udine e quella nel Principato del Liechtenstein. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

ALBERTO FIORIN (1967, Venezia; vive e lavora ad Aviano)
Diplomato presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, corso di scultura nel 1987 partecipa ad un corso di formazione professionale per “Scultore Esecutore”, svoltosi presso il laboratorio di scultura S.G.F. a Torano (MS), nel quale l'artista continuerà a collaborare saltuariamente come assistente di alcuni scultori per la realizzazione di opere in marmo. A fine 1988 vince una borsa di studio di due mesi all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Nel 1994 inizia un corso di specializzazione presso la Stadtliche Akademie Den Bilden Den Kunste di Stocarda nella classe del professor G. Spagnulo. Terminati gli studi nel 1996, si trasferisce ad Aviano (PN), dove, insieme alla moglie Seung-Hee Baik, lavora nel proprio studio di scultura e restauro, coltivando una ricerca artistica che va dall'astratto al figurativo su statue e dipinti. “Dare un riscontro fisico alle idee significa cercare risposte, porre in essere quanto si sviluppa mentalmente; tracciare un profilo pratico partendo dalle idee astratte per confutarne l’aspetto la loro concretezza, per capirne i limiti. Agire, produrre degli oggetti risponde alla necessità di praticare la realtà, di sperimentarla di portarla ad un livello metalinguistico”.

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