Com’è Grado sotto la pioggia?

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Claudio Pizzin

9 Maggio 2019
Reading Time: 4 minutes
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Andrea Nagele

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Andrea Nagele e la scrittura: una passione nata quando?

«L’amore per la scrittura è nato molto presto, solo che a causa del mio lavoro non ho potuto seguirlo. Inoltre, a parte il lavoro, sono anche madre di tre figli».

L’amore per la psicologia, invece, quando è sbocciato?

«Anche questo amore è nato molto presto perché ho sempre preferito i thriller psicologici ad altri. Dopo gli studi di filosofia e pedagogia ho iniziato gli studi di psicologia, concludendoli con la laurea. In più ho svolto gli studi di psicoterapia. In tutti questi campi ho insegnato presso diverse università».

Nei suoi romanzi è riuscita a unire entrambe le passioni: la sua esperienza di psicoterapeuta quanto influisce nella scelta delle storie e nella loro stesura?

«Naturalmente il mio lavoro quotidiano di psicoterapeuta è la base per la comprensione degli abissi della psiche umana. Ma sicuramente si può invertire la risposta e dire che il mio interesse per la psiche umana ha determinato la mia scelta professionale».

Lei afferma: “I miei romanzi sono psicothriller, mi interessa quella zona grigia che si nasconde dietro la quotidianità”. Cosa intende per “zona grigia”?

«L’esistenza di un mondo limbo, dove non esiste solo bianco e nero, pro e contro, ma esiste anche sia e sia. Il grigio lo posso riversare anche sul tempo, non solo in modo filosofico: mi piace quando sussiste un’atmosfera tetra, scura, piena di tensioni».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni romanzo ha un legame viscerale con i luoghi in cui è ambientato: nel suo caso Grado. Cosa rappresenta per lei l’Isola del Sole?

«Più che il sole e la promozione turistica del luogo, sono interessata alla storia antica della città. Grado è infatti la vera madre di Venezia. E poi ci sono naturalmente anche i dintorni affascinanti, come il mistico fiume Timavo che riappare dopo di un percorso di 40 km sotto al Carso. Un contesto speciale».

Grado sotto la pioggia è il primo libro di una serie che ha per protagonista il commissario Maddalena Degrassi. Quanto c’è degli abitanti reali di Grado tra i personaggi del romanzo?

«Certamente in loro si trovano tracce di caratteri di persone che ho conosciuto a Grado. Qualche gradese potrà probabilmente riconoscere alcune personalità cittadine, che comunque non descrivo mai in modo negativo».

Quanto c’è invece di Andrea Nagele nella protagonista principale del libro?

«In realtà non molto. La Degrassi è alta 1 metro e 78 centimetri, ha lunghi capelli ondulati, le piace andare in moto e ha una vita amorosa molto leggera. Quello che però ci lega è la curiosità e l’amore per la vita».

Quali sono i luoghi di Grado che lei ama maggiormente?

«Mandracchio, con tutti i suoi pescherecci ancorati lungo il canale. Il bar Brioni, dove ho già scritto spesso in mezzo alla vita vibrante e qui ho avuto anche molti colloqui interessanti. Il piccolo molo alla fine della spiaggia vecchia, dove si incontrano il mare aperto e la laguna. Ma a seconda dell’atmosfera e della situazione si cristallizzano sempre nuovi posti interessanti, come per esempio i mosaici della Basilica di Santa Eufemia che simbolizzano le onde del mare».

Nei paesi di lingua tedesca è stato ora pubblicato il quarto libro della serie adriatica, romanzi ambientati tutti a Grado, e dei quali i primi tre sono arrivati a più di tre edizioni. A suo avviso qual è il segreto di questo successo?

«Penso che il loro successo sia dovuto al fatto che non si tratta solo di un caso criminale: la dinamica psicologica fra le figure e le situazioni romantiche che si mischiano con l’ambiente e l’atmosfera di questa bella città fanno la differenza. Probabilmente influisce anche il fatto che sono una scrittrice “esotica”, in quanto come austriaca i miei libri vengono pubblicati dalla casa editrice Emons in Germania, mentre in italiano vengono tradotti dalla Emos libri & audiolibri».

Lei divide la sua vita tra Klagenfurt, in Austria, dove esercita la professione di psicoterapeuta, e Grado: quali sono le principali differenze tra le due realtà?

«Di sicuro le principali differenze non sono solo di carattere geografico, tipo nord-sud, mare-monti, caldo-freddo… Ci sono differenze sostanziali anche di carattere culturale, come ad esempio la lingua, la mentalità, la cucina… Tuttavia, nonostante le differenze siano spesso visibili, non credo che fra di noi siamo poi molto diversi».

A proposito, i suoi testi li scrive a Klagenfurt o a Grado?

«Scrivo sulla mia piccola terrazza a Grado, che si affaccia sul canale; ma anche a Klagenfurt, sul lago Wörthersee».

Grado sotto la pioggia è il primo volume di una serie che si svolge sul nostro territorio. Quando potremo leggere i prossimi?

«Sono ormai già quattro i romanzi che si svolgono a Grado. Il secondo tradotto in italiano si intitola Grado nell’ombra e verrà  presentato al Salone del Libro di Torino».

Un successo destinato a proseguire.

«Dico solo che attualmente sto scrivendo il quinto libro della serie…»

 

La trama

È giugno a Grado, ma il cielo plumbeo che incombe lascia lontana quell’atmosfera leggera che una cittadina di mare dovrebbe avere d’estate. Fanziska, una separazione dolorosa alle spalle, guarda verso il mare. Sotto una pioggia instancabile, nuota una ragazza dai lunghi capelli argentati: sembra una sirena. Anche Angiolina Maria la osserva dal suo terrazzo, e quando la vede scomparire tra le onde avverte la polizia. Ma nessuno crede a una donna anziana che passa il tempo a dar battaglia a demoni e fantasmi. A Grado, nel frattempo, è appena arrivata Maddalena Degrassi, il nuovo commissario, un amore perduto oltreconfine e un  superiore che non vede di buon occhio una donna a capo delle indagini. Quando saranno ritrovati in mare due cadaveri, non avrà solo un caso da risolvere, ma anche un passato da scoprire.

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