Udine, ritrovati frammenti di guerra di Libia

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redazione

17 Ottobre 2018
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Grazie al progetto dell’Università

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Due frammenti di Energica avanzata contro i ribelli di El Baruni, film del 1912 di Luca Comerio, che nella guerra tra il Regno d’Italia e l’Impero Ottomano (settembre 1911 – ottobre 1912) si impegnò in una serie di reportage dal fronte libico dei combattimenti, sono stati ritrovati e identificati nell’ambito del progetto di preservazione e valorizzazione del fondo Chinese dell’Università di Udine. La scoperta è stata fatta da Diego Cavallotti, co-titolare del corso di Laboratorio di preservazione e archiviazione digitale del film e del video del corso di laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media, e Andrea Mariani, ricercatore di cinema, fotografia e televisione dell’Ateneo friulano, e Silvio Celli della Mediateca Provinciale “Ugo Casiraghi”.

«Dal positivo nitrato – spiega Diego Cavallotti – è stato ricavato un controtipo negativo presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna. Successivamente, il controtipo è stato scansionato a La Cineteca del Friuli di Gemona del Friuli, mentre la copia d’accesso è stata realizzata da Gianandrea Sasso, del nostro Ateneo, presso il nuovo Digital Storytelling Lab (DSL) con sede all’Università di Udine».

I due frammenti sono stati proiettati in anteprima nel corso dell’ultima edizione de Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone. Hanno indicativamente una lunghezza di 140 e 20 metri e sono riferibili rispettivamente alla fine della prima e all’inizio della seconda parte del film. Restituiscono scene di guerra, il concentramento delle truppe degli alpini e dei bersaglieri, l’utilizzo della tecnologia militare, l’inseguimento dell’esercito turco fino a Miega e Jefren, con la battaglia di Jefren (Yafran), e l’apoteosi italiana. Tra le personalità storiche sono citati il generale Montuori e il generale Lequio. Il ritrovamento dei frammenti è stato fatto nel fondo Chinese, in parte relativo alla collezione del goriziano Rodolfo Cristiani. «Il fondo – ricorda Cavallotti – è stato interamente donato all’Università di Udine. Conta più di cento occorrenze tra positivi theatrical, film di edizione e pellicole amatoriali in 35mm, 16mm, 9,5mm, 8mm e Super8».

Il lavoro di preservazione e valorizzazione del fondo Chinese ha coinvolto e coinvolge un vasto numero di studiosi e di enti, da Denis Lotti (storico del cinema muto e titolare della cattedra di Caratteri del cinema muto per la laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media dell’Università di Udine) a Luca Mazzei (Università di Roma Tor Vergata), dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna a La Cineteca del Friuli.

«Un network che ha come proprio fulcro l’Università di Udine, in particolare il laboratorio La Camera Ottica – Film and Video Restoration del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale e i corsi della laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media, che ha tra i suoi obiettivi – sottolinea la direttrice del Laboratorio, Cosetta Saba, docente di Cinema, fotografia e televisione – quello di formare nuove generazioni di professionisti capaci di lavorare nel campo della preservazione e valorizzazione del film».

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