Giovani alla deriva

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Andrea Fiore

17 Settembre 2015
Reading Time: 3 minutes
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Droghe e liberalizzazioni

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In attesa di approvazioni definitive, la proposta di legge sulla liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere continua a far discutere. Se da un lato infatti la vastità della loro diffusione rende pressoché impossibile bloccarne e sanzionarne l’uso in maniera efficace, dall’altro la proposta in discussione in Parlamento rischia di aprire la strada a scenari tanto pericolosi quanto incontrollati che coinvolgeranno in particolare i minori.

Distacco dalla realtà

Esempi concreti ci aiutano a comprendere meglio la delicatezza della questione. Secondo il nuovo testo di legge in esame, le persone in possesso fino a 5 grammi di cannabis non saranno più perseguibili, minori compresi. Ma proprio i minori, e in particolare gli adolescenti nella fascia d’età 12-15 anni, risultano al giorno d’oggi le vittime più vulnerabili delle droghe leggere, che su un organismo così giovane non risultano per nulla leggere. Semplice riflessione: se l’uso degli spinelli tra i minori è in continua espansione, secondo quale criterio la sua liberalizzazione dovrebbe far diminuire il fenomeno?

Drammi quotidiani

Desidero condividere l’esperienza che ogni giorno vivo sul campo per far comprendere la drammaticità della questione. Sebbene i dati sulla reale diffusione della cannabis tra i giovani siano difficili da ottenere con  oggettività, le condizioni dei minori che giungono ai Servizi forniscono spiegazioni migliori di qualsiasi dato. Perché parliamo di ragazzini tredicenni o quattordicenni che fumano numerosi spinelli al giorno (non si tratta più della “canna” del sabato sera), iniziando la mattina subito dopo essersi svegliati.

Un’abitudine che col tempo annienta le facoltà cognitive dei giovani portandoli, in casi sempre più frequenti, ad alterazioni psichiche o a vere e proprie forme di delirio. Con ripercussioni devastanti sulla loro vita: dall’abbandono della scuola a quello della famiglia, dalla frequentazione di cattive compagnie all’aumento dell’istinto di aggressività verso gli altri. Qualcuno potrebbe tacciarmi di catastrofismo, ma finché non si sente con le proprie orecchie i racconti di genitori terrorizzati che di notte si chiudono in camera per paura che il proprio figlio alterato possa aggredirli, o non si vede con i propri occhi i carabinieri prelevare da casa in manette un quindicenne fuori di senno, forse non si comprende realmente la portata assunta oggi giorno dal fenomeno.

Come intervenire?

La domanda di cui sopra è drammaticamente semplice e terribilmente senza risposta, perché quando i giovani (e non solo loro) sono sotto l’effetto di queste droghe è impossibile parlarci. Tra tanti dubbi la statistica offre una poco rassicurante certezza: se si liberalizza il consumo e, conseguentemente, si aumenta il quantitativo di sostanze in circolazione, aumenteranno anche le probabilità che altri adolescenti entrino in questo tunnel.

Più facile, allora, porre un ulteriore quesito: questa soluzione migliorerà o no la situazione? Prima di rispondere, è necessaria un’ulteriore precisazione.

Dal consumo allo spaccio

L’eventuale processo di legalizzazione rischia di avere ripercussioni pesanti anche in altra direzione, perché non potranno essere perseguiti nemmeno i minori che “condivideranno” assieme ad altri i quantitativi autorizzati per legge.

Una sottile linea di demarcazione in terminologia destinata a spalancare le porte verso interpretazioni pericolose.  Facile intuire, infatti, come la criminalità organizzata rischi di avere strada libera all’arruolamento di giovani spacciatori under 18 che diventeranno l’anello di congiunzione nella catena della distribuzione della droga. Il tutto con forze dell’ordine pressoché impotenti e famiglie disperate che non potranno richiedere interventi d’aiuto da parte dei medici e dei Servizi. Se la liberalizzazione delle droghe leggere arginerà nel tempo la loro diffusione, quindi, sarà tutto da dimostrare. Sul fatto che renderà più soli i genitori e la società nel contrastarne l’abuso tra i giovani, invece, purtroppo non sembrano esserci dubbi. 

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