“Equilibri” è il titolo della personale del maestro friulano Enzo Valentinuz che sarà inaugurata il 24 marzo alle 18 nella Sala Gacma di Cappella Maggiore a Treviso, vicolo Giardino 2/A.
Un’esposizione in armonia e simmetria di tecniche, pensieri e linguaggi espressi, in bilico e scambio fra mosaico, altorilievo, scultura, e pittura su intonaco. Sono infatti questi i linguaggi espressivi, originali e interpretati con personale passione, che connotato la produzione dell’artista di Romans d’Isonzo, cittadina in provincia di Gorizia, dove vive e lavora.
Formatosi all’accademia di Venezia Valentinuz negli ultimi 20 anni ha con caparbia volontà e determinazione ricercato, in un mondo del fare arte dove tutto è stato sperimentato e inventato, il suo linguaggio che ha radici in tecniche antiche rese contemporanee dalla sua essenza creativa come il mosaico, composto con pietre di colori diversi, la pittura per sottrazione di intonaci colorati e ancora la scultura. Quest’ultima in particolare nasce dalla composizione di materiali naturali intrecciati a simboli della storia del suo territorio: il Carso. Le alture di pietra bianca scenari delle immani tragedie della Grande Guerra sono la “cava” dalla quale Valentinuz “preleva” le forme, i segni, i pensieri, le riflessioni che assumono la plasticità materica delle sue opere.
Di lui così scrive Lorena Gava curatrice della mostra nel saggio critico: “La soluzione sta nella ricerca di equilibri, nella volontà di costruire rapporti duraturi e il semplice atto di erigere una torre con le pietre frantumate è emblematico degli sforzi necessari per un avvenire di luce e di pace”.
Esposte, in un percorso pensato e realizzato dal maestro in sintonia e complicità con la curatrice, le opere più recenti e significative della sua produzione,alcune delle quali inedite.
“Valentinuz guarda, sceglie, agisce e le mani dispongono pesi e misure, distribuiscono volumi e forze cercando e tessendo un mirabile equilibrio formale”, prosegue Lorena Gava. “Dagli “Arazzi carsici”, alle “Carsiane”, alle “torri” è un susseguirsi di giochi in cui entra in scena la memoria collettiva e personale, in cui la storia passata della frontiera carsica, segnata dal sangue del primo conflitto mondiale, incontra il presente, tuttora dilaniato, su altri confini, da terribili guerre”.
La personale resterà aperta fino al 10 aprile con ingresso libero.
Margherita Reguitti