Utilizziamo i cookie per offrirti la miglior esperienza possibile sul nostro sito Web.
Quando utilizzi il nostro sito Web, accetti che vengano trasmessi cookie sul tuo dispositivo. Ulteriori informazioni
Meeting

Nel silenzio degli abissi

Esposizione per ricordare la storia dei 25 sommergibili della classe 600
Monfalcone

MuCa
26/07 e fino al 13/09
10-19

L’Associazione Nazione Marinai d’Italia (ANMI) di Monfalcone, da sempre sensibile al mondo subacqueo, è stato più volte ideatore e partecipe di iniziative in merito.

Nel 2006-2007, in occasione del centenario del cantiere navale, ha collaborato con l’Associazione Tempora all’allestimento della mostra “Sommergibili Tecnologia e cantieristica”, prima grande manifestazione sul tema tenutasi in città; nel 2011, di concerto con la Marina Militare e il Comune, ha realizzato il 1° Raduno Nazionale dei Sommergibilisti.
Quest’anno il Gruppo ha ritenuto di farsi promotore di un’ulteriore iniziativa in occasione della ricorrenza, il 14 aprile, dell’ottantesimo anniversario della morte del Generale Ispettore del Genio Navale, Curio Bernardis, udinese di nascita, ideatore e progettatore, anche su licenza di Marine straniere, di 103 sommergibili, universalmente noti come “tipo Bernardis”.
Per onorare compiutamente l’anniversario, pur nei limiti imposti dall’attuale pandemia, in un continuo e proficuo lavoro di collaborazione con la Consulta della Cultura del Comune di Monfalcone e con il Museo della Cantieristica, è stata realizzata la mostra-evento “I 600 di Monfalcone 1932-1942 – Nel silenzio degli abissi”.

Con questa esposizione l’Associazione ha voluto ricordare la storia dei 25 sommergibili della classe 600 costruiti dall’allora Cantieri Riuniti dell’Adriatico (CRDA). In particolare, la rassegna vuole ricordare le maestranze del cantiere che provvidero alla loro costruzione (moltissime delle quali, tra l’altro, furono inquadrate nella leva di mare e combatterono su questi battelli) e le vicende di detti mezzi e dei marinai che sugli stessi prestarono servizio.
All’argomento sono state dedicate due pubblicazioni. La prima, il libro catalogo della mostra curato dal T.V. G.N. Cpl. Marino Ravalico (prefazione dell’contrammiraglio Roberto Semi) narra le imprese, fortunate e meno, dei 25 sommergibili classe 600 (di cui solo 6 riuscirono a  salvarsi, 8 si autoaffondarono e 11 scomparvero con l’intero equipaggio); la seconda, “Il Regio Sommergibile Perla” (prefazione del Comandante in capo della squadra navale, Ammiraglio di squadra Paolo Treu) scritto  da Enrico Cernigoi ne tratta, attraverso interviste e diari, le vicende, dalla tragedia dell’avvelenamento di parte dell’equipaggio nel Mar Rosso  all’incredibile viaggio di 81 giorni e di 13.000 miglia di oceani percorsi per  ritornare in Italia da Massaua, all’attraversamento notturno in superficie dello stretto di Gibilterra.
Tra i tanti uomini del cantiere ricordiamo il ‘comandante’ Contrammiraglio Oscar Gran, triestino, medaglia d’Argento al valore, che visse eroicamente l’epopea dei 600 prima come ufficiale in 2° dell’Alagi durante l’allestimento dello stesso presso Marinalles Monfalcone e poi, in guerra, come comandante dell’Aradam e dell’Otaria, tre dei sommergibili costruiti nel Cantieredella nostra città. Comandante d’armamento dell’Italcantieri negli anni ‘60, ci ha lasciato 45 anni fa, il 3 luglio.
A lui, al generale Curio Bernardis, ed ai 525 Ufficiali, sottufficiali e marinai (di cui 490 riposano nel silenzio degli abissi) periti nell’adempimento del loro dovere sui 25 sommergibili va il nostro ricordo.
Nel 1929 il generale del Genio Navale Bernardis, in collaborazione con il CRDA di Monfalcone, sulla base delle esperienze della Regia Marina che riteneva essere più idoneo per le operazioni nel Mediterraneo un sommergibile dal dislocamento in superficie di circa 600 tonnellate, ne elaborò il progetto di uno di piccola crociera che venne denominato “classe 600".
La Regia Marina ne ordinò la costruzione di 3 unità, la serie venne denominata “Argonauta”, dal nome dato al primo dei battelli. Detti sommergibili si dimostrarono ottimi sotto tutti i punti di vista: robusti, affidabili, stabili in superficie ed in immersione, facili da gestire e da manutenere.
Mentre  la prima serie era ancora in costruzione, la Regia Marina  ne ordinò un’altra  di 6 unità che venne denominata serie “Sirena”.
Al progetto iniziale furono, questa volta, fatti alcuni piccoli ritocchi apportando minime modifiche secondarie, in particolare fu migliorato il disegno della prora e venne adottata quella forma particolare, detta “a squalo”, che divenne caratteristica di tutti i sommergibili tipo Bernardis.
Poiché anche i battelli della seconda serie si dimostrarono soddisfacenti dal punto di vista tecnico, nel 1935 fu dato ordine di impostare la serie ‘Perla’ di 6 unità e nel 1936 la serie ‘Adua’ di 4 unità.
Ancora una volta il cantiere di Monfalcone mise in evidenza capacità tecniche ed organizzative eccezionali; nell’ottica della messa a punto di un’industria capace di colmare le perdite in caso di conflitto, adottò progressivamente una metodologia produttiva sempre più efficiente.
Così, si passò dalle 112 settimane necessarie per realizzare l’Argonauta alle 45 per il Perla, fino a raggiungere un minimo di 41 per l’Adua.
Alle 19 unità costruite negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, ne vanno aggiunte 6 della stessa classe, serie “Platino” , costruite durante il periodo bellico.
La classe 600 fu senza dubbio quella con il maggior numero di esemplari (ben cinquantanove unità costruite) e, probabilmente, una delle più riuscite.
Oltre che nel CRDA di Monfalcone, i battelli vennero realizzati da diversi altri cantieri: Tosi di Taranto, OTO di La Spezia e Cantieri del Quarnaro di Fiume.
Concludiamo con un accenno al tentativo, speriamo riuscito, di rendere tangibile il ricordo dell’evento, con la realizzazione di una serie di modellini scala 1:300 realizzati in tridimensionale, stampati con le nuove tecnologie 3D, completati e dipinti a mano dai soci.
La mostra è visitabile gratuitamente fino al 13 settembre 2021 negli orari di apertura del museo (attualmente dalle 10.00 alle 19.00 di venerdì, sabato, domenica e lunedì) che dispone di un ampio parcheggio gratuito riservato ai visitatori.

Paolo Posarelli