Il 21 settembre è una data importante per Torviscosa, il paese della Bassa friulana che lega il proprio nome a Filippo Tommaso Marinetti e la propria storia alla SNIA Viscosa. È infatti la SNIA, nella persona del suo amministratore delegato Franco Marinotti, a commissionare al poeta la stesura di un componimento per celebrare la nuova città industriale che l'azienda sta costruendo in quest'area. “Sarà pronta il 21 settembre davanti al Duce”, scrive Marinetti alla moglie Benedetta il 28 agosto 1938. E continua: “Nasce così un mio poema parolibero che spero originale e potente”.
Il Poema verrà scritto in una prima versione nei giorni successivi e pubblicato poi, con qualche variante, in tempo per l'inaugurazione del complesso industriale. La bozza manoscritta, le lettere di Marinetti alla moglie e quelle di Franco Marinotti al poeta sono oggi conservate alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library della Yale University, che ha acquisito parte dell'archivio privato di Filippo Tommaso Marinetti da sua figlia Luce alla fine degli anni Settanta. La documentazione, finora inedita, è ora inserita in una nuova edizione del Poema pubblicata a cura della pro loco di Torviscosa. La precedono due brevi saggi relativi rispettivamente alla ricerca documentaria e all'analisi letteraria delle varianti.
Gli autori dei saggi sono Lorena Zuccolo, che assieme a Mareno Settimo ha condotto la ricerca storico-archivistica, e Lorenzo Pinos, studente di italianistica a Bologna.
L'appuntamento è per il 21 settembre, alle ore 18.30, allo storico "Circolo impiegati" di fronte allo stabilimento industriale di Torviscosa.
Note storiche: Torviscosa e la SNIA
Siamo nel 1937: le sanzioni di Ginevra contro l’Italia sono state sospese da tempo, ma nelle intenzioni del Duce l’autarchia è ormai il definitivo progetto che deve orientare tutto lo sforzo produttivo della nazione. Così, la SNIA Viscosa guidata da Franco Marinotti individua nella Bassa friulana in via di bonificazione il territorio ideale per l’insediamento di uno stabilimento dove produrre cellulosa estratta da materie prime nazionali e in particolare dalla Arundo donax, la comune canna di palude. Contemporaneamente, progetta per il piccolo borgo di Torre di Zuino una trasformazione che deve farlo diventare una cittadina adatta ad ospitare operai e dirigenti e modello di un’urbanistica nuova come le altre città di fondazione degli anni ’30. L'impresa si compie in brevissimo tempo, 320 giorni, e il 21 settembre 1938 lo stabilimento industriale e i primi edifici di quella che diventerà Torviscosa possono essere inaugurati dal Duce di ritorno da Trieste (dove ha appena annunciato l'introduzione delle leggi razziali).
Marinotti è un imprenditore capace, esperto di finanza e di strategie manageriali ed è anche un abile comunicatore: intuisce che l’impresa industriale può giovarsi dell’accompagnamento di alcune attività artistiche e ne diventa il mecenate. Nonostante il sostanziale fallimento dell’impresa autarchica (la canna sarà in breve sostituita con un meno italico, ma più produttivo legname), fino agli anni ’60 la piccola Torviscosa sarà celebrata da artisti come Leone Lodi, Angelo Biancini, Enzo Mari, fotografi del livello di Vincenzo Aragozzini e persino cineasti come Michelangelo Antonioni.