Nel libro dei Grimm, Hansel e Gretel sono due bambini che riscattano la loro fragilità ingannando chi li aveva ingannati. Sulla scena, invece, i Fratelli Merendoni sono due anziani burattinai in pensione, che, incapaci di rimanere lontani dalla loro baracca, desiderano riproporre la finzione del loro gioco poetico, fatto per fantasticare, non per ingannare. I due burattinai, in un rovesciamento della favola, vengono, però, abbandonati dai loro burattini perché troppo vecchi e miseri. Imprigionati dalla strega, i Merendoni ritroveranno il pieno controllo della loro arte raggirandola con uno dei loro trucchi teatrali, dimostrando che la finzione teatrale libera le conoscenze, mentre l’inganno e la falsità le imprigionano. Lo spettacolo è un tassello del pluripremiato Progetto Favole Filosofiche della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani di Torino. Già da piccolo il bambino si pone le principali questioni filosofiche: intorno alla vita, alla morte, al tempo, al pensiero... «I bambini interrogano il mondo molto precocemente – scrive la filosofa Helene Schidlowsky - ed è questo il punto di partenza della pratica filosofica, intesa come questione e non come sapere».