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Classic art

Ghost, a Gorizia prima tappa regionale del musical

Al Verdi l’eterna storia d'amore con spettacolari effetti speciali
08/03/22
20.45
Gorizia
via Garibaldi 2/a
Gorizia

Chi non ha visto almeno una volta il film cult Ghost? L’eterna storia d'amore tra Sam e Molly farà sognare ed emozionerà anche il pubblico del Teatro Verdi di Gorizia grazie a Ghost Il Musical, martedì 8 marzo (rinvio della data originaria di domenica 23 gennaio) alle 20.45.

Un thriller romantico, dove la suspense creata dai continui colpi di scena si alterna alla dimensione interiore del ricordo, in una storia che indaga il senso dell’amore che vive oltre il tempo, o meglio quando è l’altrove irraggiungibile a renderlo autentico.

Il Musical, adattato per il teatro dallo sceneggiatore originale Bruce Joel Rubin, si avvale della regia di Federico Bellone, firma internazionale che ha contribuito al trionfo in Italia di grandi musical come Mary Poppins, Fame, West Side Story, The Bodyguard- Guardia del corpo, Dirty Dancing, Newsies, A qualcuno piace caldo, e della regia associata di Chiara Vecchi.

Lo spettacolo è la trasposizione fedele del film, vincitore di un Golden Globe per la miglior attrice non protagonista Whoopy Goldberg e per la miglior sceneggiatura. Le vite di Sam, interpretato da Mirko Ranù, bancario di New York, e Molly, Giulia Sol (artista di punta di Tale e Quale Show, il varietà televisivo di Rai Uno), giovane artista, vengono sconvolte dall’omicidio di lui. Sam si ritrova ben presto fantasma e per manifestarsi a Molly si serve della truffaldina medium Oda Mae, Gloria Enchill.

I due cercano di convincere Molly dell’esistenza di una vita ultraterrena e insieme riescono a smascherare il mandante dell’omicidio di Sam: l’avido Carl, Giuseppe Verzicco. Gli effetti speciali, con il fantasma di Sam e degli altri personaggi che prendono forma entrando e uscendo dai corpi o passando attraverso le porte, nascono dalla brillante mano di Paolo Carta. La colonna sonora pop-rock, arrangiata da due big della musica internazionale, Dave Stewart, ex componente degli Eurythmics, e Glen Ballard, tra gli autori della musicista canadese Alanis Morissette, fa da sfondo a un racconto senza tempo. Immancabile la celeberrima canzone Unchained Melody di The Righteous Brothers.

 

Nelle note di regia Federico Bellone scrive: “Penso che quasi tutti nel mondo del teatro abbiano desiderato almeno una volta portare in scena il film Ghost.   La ragione è l’incredibile inventiva della storia e la sua natura spontaneamente un po’ teatrale. Avere sul palcoscenico un primo attore che, per esigenze di copione, non possa essere visto dagli altri, ritengo comporti “un certo non so che” di pirandelliano. Inoltre, nonostante si tratti di un musical ad alto tasso di spettacolarità - grazie anche agli innumerevoli effetti speciali, che nel nostro allestimento si avvalgono della collaborazione di Paolo Carta - lo spettacolo racconta un momento di vita di quattro personaggi coadiuvati da altri attori e un ensemble. Il punto quindi, ancora una volta, è che il soggetto sia estremamente adatto al palcoscenico, e che una storia così intima e violenta sia certamente capace di trasmettere una grande emozione allo spettatore. La chiave di lettura infatti è suggerita, come spesso accade, dal problema che accomuna i personaggi principali: “non si può tornare indietro … le nostre scelte, azioni della vita, creano delle conseguenze spesso irreversibili. E da qui scaturisce il tutto! Una score decisa, pop-rock, a tratti ballabile, per celebrare gli anni ’90 che, oltre a essere il background originale del film, rappresentano molto per gli spettatori di oggi. Le coreografie, sempre fedeli al racconto, con gesti, movimenti, azioni e passi, che descrivono in modo eclettico l’ambiente e la realtà della storia stessa. La scena è di design, vera, con un meccanismo d’invenzione, ma allo stesso tempo funzionale all’intimità della chiave drammaturgica. I costumi riecheggiano il film, ma con un punto di vista quotidiano perché la nostra mente filtra inevitabilmente un ricordo. Le luci dipingono la nostalgia di una New York di vent’anni fa ma che sembra così lontana, forse con un pizzico di acidità. Il suono infine si divide tra servire la prosa nel modo più reale possibile e un mondo “rock” che forse non c’è più se non nelle nostre memorie. L’obiettivo? Far sì che con questo romantico thriller lo spettatore possa stringere la mano della persona che è venuta con lui o lei a teatro, o correre da colui o colei a cui tiene nel profondo, per non perdere l’occasione di dire ancora una volta, o per la prima volta, “ti amo”, e per davvero. Perché i treni della vita spesso passano una sola volta, e altrettanto spesso non si può tornare indietro”.