Da quarant’anni la data del 6 maggio è scolpita indelebilmente nella storia del Friuli, nella memoria delle sue genti. Il terremoto, l’Orcolat – come dicono in lingua friulana – alle 21.01 del 6 maggio 1976 cancellò un mondo. Un mondo che stava già trasformandosi a causa del contingente sviluppo economico e industriale: il terremoto è stato un acceleratore di eventi in atto. Ed è proprio da questa dimensione – fra storia e futuro, fra memoria e meta- fora – che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha tratto ispirazione per offrire un proprio contributo in occasione del quarantesimo anniversario del terremoto: un evento spettaco- lare che abbia valore di testimonianza, di riflessione, ma possa soprattutto rappresentare un’occasione di conoscenza di quei fatti e quei luoghi, per chi oggi – troppo giovane – non ne può avere il ricordo. E che oggi torna drammaticamente d’attualità a seguito del recente sisma nell’Italia Centrale: ed è proprio alle popolazioni colpite da questo dramma che sarà devoluto l’intero incasso della serata, voluta dal Comune di Trieste.
Andrea Collavino ha sviluppato Genius loci - dov’era... com’era intrecciando tre importanti linee basate sulla voce: innanzitutto quella musicale del canto, profondamente emozionante, eseguita dalla Corale “Renato Portelli”. Non è semplicemente un accom- pagnamento dello spettacolo, ma un suo momento portante, capace di interagire con la narrazione e di sostenerla. C’è poi, naturalmente, la dimensione degli attori e del narratore, che danno voce ad una storia parallela, che nell’ordine della metafora ci racconta di un ter- remoto avvenuto nell’antichità ai tempi della Guerra di Troia. Essa rifrange sugli eventi del Friuli angosce che gli uomini hanno conosciuto in ogni tempo...
A questa dimensione lontana, lirica eppure così viva, s’intreccia la potente verità delle voci del 1976 – terza linea dello spettacolo – raccolte con grande sensibilità dallo stesso Collavino e da Renato Rinaldi: voci di persone che hanno sofferto sulla propria pelle il ter- remoto del Friuli, testimonianze dirette di abitanti dei paesi devastati dal sisma, interventi di sismologi dell’OGS-Istituto Nazionale di Ocenografia e Geofisica di Trieste, come Livio Sirovich e Dario Slejko, che per primi lo “misurarono” e ne localizzarono l’epicentro.
E poi le voci concitate dei radioamatori che si rincorrevano nel tentativo di portare più informazioni e aiuto possibile con i loro fondamentali ponti radio, i ricordi di Giuseppe Zamberletti che gestì l’emergenza come Commissario straordinario del Governo, ed i versi di poeti friulani come Ida Vallelugo e Leo Zanier.