Che cosa si sono detti Gigi Riva e Fabrizio De Andrè quando si sono incontrati il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico storico scudetto?
Lo racconterà agli spettatori del Teatro Verdi di Gorizia Federico Buffa martedì 28 marzo alle 20.45 in Rivadeandrè - Amici fragili. Lo spettacolo vede in scena appunto il giornalista e telecronista sportivo accompagnato dalle note di Marco Caronna (chitarre, voci) insieme ad Alessandro Nidi (pianoforte, tastiere), e con un evocativo cameo in video di Paolo Fresu con una sua personale versione del brano tradizionale No potho reposare. I testi dello spettacolo sono degli stessi Buffa e Caronna. Sono quindi accostate due leggende: il campione lombardo, simbolo del Cagliari e della Nazionale italiana, e il grande cantautore genovese.
Sembra un incontro tra due mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che, in campi e in modo diversi, hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi. In mezzo ai silenzi si snodano i punti di contatto di due universi che condividono la Sardegna, il mare, i colori, il rosso e il blu, uno del Cagliari, l’altro del Genoa, il pubblico che li segue religiosamente, il calcio, la musica, le canzoni. E un brabo in particolare: quella Preghiera in Gennaio che Fabrizio scrive tornando dal funerale dell’amico Luigi Tenco.
E la notte diventa alba, entra in scena un maître à penser di Fabrizio, Georges Brassens, ispiratore anche di una certa propensione all’anarchia del più forte attaccante della storia del nostro calcio, scorrono parole e parole di canzoni, galoppate verso un sinistro che gonfia la rete o un inciso che entra nell’anima… Quando le parole diventano di troppo Fabrizio regala a Gigi la sua chitarra, Gigi regala a Fabrizio la sua maglia numero 11. I due si salutano, non si vedranno mai più. Forse, proprio per questo, un incontro diventa teatro.