Enrico Bronzi (violoncello), Vittorio e Lorenzo Ghielmi (viola da gamba e clavicembalo) e Luca Pianca (liuto), quattro eccellenze strumentali italiane, mettono in scena, con la voce recitante di Luciano Bertoli, La difesa della viola da gamba contro le imprese del violino e le pretese del violoncello, trattato del 1740 che racconta la disputa fra la viola da gamba e il violoncello, fra la tradizione della musica francese e la nuova musica italiana. Una sorta di commedia musicale che mette a confronto anche diversi stili compositivi, quello di Marais e dei Forqueray da un lato e di Geminiani e Vivaldi dall’altro.
Violoncellista e direttore d’orchestra, Enrico Bronzi fonda nel 1990 il Trio di Parma, con il quale suona nelle più importanti sale da concerto d’Europa, USA, Sud America e Australia e si impone a numerosi concorsi internazionali, conquistando anche il prestigioso “Premio Abbiati” della critica musicale italiana. Dopo le affermazioni personali al Concorso Rostropovich di Parigi e al Paulo Cello Competition di Helsinki, inizia un’intensa attività solistica, partecipando a numerosi festival e collaborando con artisti del calibro di Martha Argerich, Alexander Lonquich, Gidon Kremer, Kremerata Baltica e Giardino Armonico. Docente all’Universität Mozarteum Salzburg e direttore artistico dell’Estate Musicale di Portogruaro, vanta una ricca attività discografica.
L’originale programma del concerto propone, fra musica e recitazione, una sorta di duello fra gli aristocratici strumenti dell'Ancien Régime (viola da gamba e liuto) e il nuovo parvenu delle sale musicali parigine: il violoncello. La viola da gamba, colpita a morte, a metà del XVIII secolo, dall'arrivo in Francia della nuova moda italiana del violino e del violoncello, si difende come può in un comico testo scritto nel 1740 dall'avvocato parigino Hubert Le Blanc, La Défense de la basse de viole contre les entréprises du violon et les prétensions du violoncelle.
Agli inizi del Seicento, di fronte alla fortuna dei nuovi strumenti della famiglia del violino, in Italia si assiste a un rapido declino della viola da gamba, mentre in Inghilterra e in particolare in Francia questa vive un periodo di grande fioritura. Entrata a pieno titolo nella cultura aristocratica, la viola da gamba gode, infatti, del genio e della creatività di compositori come Marin Marais e Antoine e Jean-Baptiste Forqueray, figure incontrastate di quello che può definirsi lo stile francese. Celebre virtuoso di viola da gamba, Marais si distinse come uno dei più eminenti esecutori di questo strumento; allievo di composizione di Lully, divenne Ordinaire de la musique de la Chambre du roi per la viola da gamba. È con Marais e con i Forqueray che si conclude l’epoca d’oro della viola da gamba francese.
Nel suo trattato Le Blanc, con tono ironico e pungente, annuncia l’invasione delle novità (violino e violoncello) nell’impero francese della viola da gamba, novità che si insinuano nell’ambiente aristocratico portando con sé nuove mode e nuove esigenze. Cambiano, infatti, i costumi e i luoghi della musica. Con le nuove sale da concerto, si assiste alla nascita del concerto a pagamento, alla creazione di un nuovo pubblico e all’inarrestabile fenomeno del virtuosismo.
Attraverso le raffinate pagine di Marais, Forqueray, Geminiani e Vivaldi, Bronzi e gli altri straordinari artisti protagonisti del concerto mettono a confronto due generazioni nelle loro diverse sfaccettature. A chiudere la serata, le Variazioni su Les Folies d’Espagne nelle due diverse versioni di Marais e di Vivaldi forniscono un’interessante chiave di lettura per la comprensione della querelle che anima l’intero concerto.