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Classic art

Auschwitz, una storia di vento

A Udine lo spettacolo tratto dall'omonima App
(ph. Giovanni Chiarot)
Udine
via Sella
Teatro San Giorgio
27/01/18
21

Debutta in prima assoluta, proprio nella Giornata della Memoria, sabato 27 gennaio, al Teatro S. Giorgio di Udine, Auschwitz, una storia di vento, lo spettacolo teatrale che trae ispirazione dall’omonima app interattiva per ragazzi ideata e realizzata da Franco Grego per la casa editrice udinese il paragrafoblu.

Lo spettacolo è parte delle iniziative di Shoah #udinenondimentica promosse dal Comune di Udine.

La compagnia triestina Mamarogi in collaborazione con il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, affascinati dall’incontro con un racconto che si sfoglia sullo schermo di un tablet e si dimostra capace di raccontare ai bambini l’orrore dell’Olocausto, con toni delicati e poetici, coinvolgendoli attraverso l’interattività dei dispositivi elettronici a loro così familiari, ha deciso un anno fa di svilupparne le potenzialità e di adattarlo per il palcoscenico e ai linguaggi del teatro.

La regia dello spettacolo è affidata a Fabrizio Pallara, regista e fondatore del teatrodelleapparizioni, una delle compagnie italiane che più stanno innovando i linguaggi e le forme sceniche del teatro per ragazzi.

Auschwitz, una storia di vento diventa sotto la sua guida, un racconto multimediale di parole e immagini animate, nella prova scenica di due attori – Roberta Colacino e Manuel Buttus e grazie alle scene e i costumi realizzati dall’artista Luigina Tusini e a un supporto visuale creato dall’illustratore Massimo Racozzi, una vera e propria partitura di senso e di narrazione per immagini e sollecitazioni visive con cui gli attori sono in continuo dialogo.

La storia: JouJou e Didier sono fratello e sorella, due adulti, che sono stati bambini ad Auschwitz.
Attraverso i loro occhi il racconto della loro storia dentro la Storia: il viaggio verso il campo di concentramento e la vita all’interno, ricordi che affiorano da quel tempo tragico che negava la vita e poi se la portava via.
Una storia tra mille: i giochi e la fantasia per sfuggire all’orrore, per vedere al di là del filo spinato, oltre la neve, oltre il vento che sempre soffiava, e trovare una flebile speranza, il miraggio del ritorno a casa.
Una storia che non dà risposte ma continua a creare domande, per riflettere su quello che è accaduto e che continua ad accadere, dentro un’umanità senza memoria.
Lo spettacolo diventa così un diario, fatto d’immagini, emozioni, di suoni e musiche, di spazi, di persone e di vento, e poi il cancello di Auschwitz al centro della scena, come monumento, confine sottile tra umano e disumano.
Un emblema per parlare di ogni discriminazione.
Lo spettacolo è per tutti, particolarmente consigliato alla visione in famiglia, per un pubblico di adulti e bambini, dagli 8 anni in su.