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Classic art

Animali da bar

A Pordenone sei illusi perdenti aggrappati ai loro squallidi sogni
(ph. Teatro Verdi)
Pordenone

20/03/18
20.45
Pordenone
via Martelli 2
Pordenone

Un’occasione per vedere al lavoro una delle più affermate tra le giovani compagnie teatrali della scena contemporanea, ormai sulla cresta dell’onda da tempo, fautrice del Teatro di oggi e, molto probabilmente, di quello che sarà il Teatro italiano del futuro. Carrozzeria Orfeo – costituita nel 2007 da tre giovani attori diplomatisi all’Accademia Nico Pepe di Udine, Massimiliano Setti e Gabriele Di Luca con Luisa Supino - porta in scena una comicità spietata dai ritmi sincopati, un testo feroce e divertentissimo insieme.

La drammaturgia è firmata da Gabriele Di Luca che ne cura anche la regia con Alessandro Tedeschi e Massimiliano Setti; in scena, accanto a Di Luca e Setti, Beatrice Schiros, Pier Luigi Pasino e Paolo Li Volsi con la voce fuori campo di Alessandro Haber.

Tanti i caratteri di pregio di questa produzione: recitazione esemplare, tempi perfetti, comicità portata all’estremo a far emergere il peggio (e il meglio) di sei personaggi veri, perdenti, illusi che mettono a fuoco la realtà creando un’istantanea fulminante del disagio della nostra epoca. Uno spettacolo che ha raccolto pagine e pagine di recensioni positive da tutta la critica teatrale e che raccoglie, ad ogni replica, gli applausi sfrenati di un pubblico in visibilio, una visione intelligente, trash e comica del tempo contemporaneo

 Questo “Animali da bar” è un grande zoo abitato da personaggi strani: un vecchio malato, misantropo e razzista che si è ritirato a vita privata nel suo appartamento; una donna ucraina dal passato difficile che sta affittando il proprio utero ad una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla grande guerra. Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle. E se appoggiati al bancone troviamo gli ultimi brandelli di un occidente rabbioso e vendicativo, fatto di frustrazioni, retorica, falsa morale, psicofarmaci e decadenza, oltre la porta c’è il prepotente arrivo di un “oriente” portatore di saggezze e valori… valori, però, ormai svuotati e consumati del loro senso originario e commercializzati come qualunque altra cosa. Tutto è venduto, sfruttato e contrattato in "Animali da Bar". La morte e la vita, come ogni altra merce, si adeguano alle logiche del mercato.