Politiche sociali forti, con investimenti pubblici che trascinino anche gli investimenti privati, segnano il passo in Europa, tradendo gli obiettivi principali di Europa 2020 per uno sviluppo sociale più equilibrato e lotta alla povertà. È soprattutto l’Europa centrale e meridionale, Italia compresa, a segnare il passo, e a identificare troppo spesso le politiche sociali e gli investimenti nel welfare – istruzione compresa – come costi da contenere, anziché investimenti per la crescita.
“Tagli al sociale: vecchi e nuovi squilibri sulle spalle dei giovani”, sarà il tema del terzo incontro del ciclo di cultura economica intitolato “Squilibri”, organizzato dall’IRSE, l’Istituto Regionale Studi Europei del FVG. Relatrice sarà Chiara Agostini, dottore di ricerca in Analisi delle Politiche Pubbliche, componente del Progetto Percorsi di nuovo welfare, attivato dal Centro Einaudi Torino insieme all’Università degli Studi di Milano. Si tratterà di una panoramica di confronti tra politiche sociali in Europa, quanto mai puntuale anche proprio per la nostra Regione.
Anche se si intravvedono alcuni segnali di ripresa, dati recenti evidenziano che sono 100 mila i cittadini in Friuli Venezia Giulia a rischio marginalità, pur essendo la nostra regione, con il suo statuto speciale, terza in Italia per spesa sociale. “Ma il concetto di spesa sociale e le modalità sono tutte da ripensare: con attenzione speciale ai giovani - evidenzia Agostini - considerando l’istruzione e la protezione sociale come parte di una strategia unica per il welfare”. Come dire: un futuro con istruzione di basso livello è un futuro negato ai giovani. E’ questo il vero rischio marginalità.