La nomina di Michele Pace Perusini, giovane vignaiolo di Corno di Rosazzo, è stata riconfermata all’unanimità, a Roma, in qualità di membro della Federazione Nazionale Produttori Vitivinicoli di Confagricoltura. Così come sono stati riconfermati il presidente, Federico Castellucci (Marche) e il vicepresidente, Christian Marchesini (Veneto).

I componenti, durante l’incontro, hanno discusso della situazione di mercato ed esaminato le principali esigenze del settore con una valutazione delle misure emergenziali proposte in questi mesi da Bruxelles e dal governo italiano.

Alcune cantine hanno giacenze molto alte – il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) parla di 61 milioni di ettolitri al 28 febbraio 2021, il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – per le difficoltà sui mercati dovuti al blocco del canale HoReCa, dove le aziende piccole e medie distribuiscono la maggior parte dei vini premium e superpremium. Questo ha determinato uno spostamento di fatturato dalle piccole alle grandi imprese, con una diminuzione del valore del prodotto e un aumento dei crediti scaduti, a carico dei produttori.

L’export – secondo Ismea – nei primi 10 mesi del 2020 è diminuito del 3,4% sullo stesso periodo del 2019, con una perdita di 5,11 miliardi di euro. Per quanto concerne i prezzi, i listini segnalano una riduzione di oltre il 7,5%, con punte più alte su alcuni mercati di riferimento.

Gli interventi emergenziali messi in atto, ad avviso di Confagricoltura, andrebbero rimodulati per essere realmente efficaci: «Per la distillazione, ad esempio, – spiega Pace Perusini – il premio va aumentato per risultare appetibile: infatti, a fronte dei 50 milioni di euro dedicati, ne sono stati usati soltanto 23. Analogamente, pochi imprenditori hanno aderito alla riduzione delle rese dei vigneti, deliberata troppo tardi e senza un coinvolgimento coordinato della filiera: sono stati utilizzati soltanto 39 dei 100 milioni di euro assegnati, senza contare che i contributi da parte di Agea non sono ancora pervenuti ai viticoltori i quali sono già in crisi di liquidità. E così pure lo stoccaggio ha presentato alcune criticità poiché ha finito per riguardare per lo più i vini rossi, essendo poco interessante per i vini giovani. Auspichiamo, perciò, che l’attivazione della misura per il 2021, si apra ai vini imbottigliati e con un premio più consono, così da avere un effetto più incisivo sugli equilibri di mercato e non creare ulteriori emergenze in prossimità della prossima vendemmia. In dirittura d’arrivo del Decreto “Sostegni”, Confagricoltura Fvg ha chiesto al Governo il rilascio dei ristori solo alle attività che, come prerequisito, possono dimostrare di aver chiuso le vertenze con i fornitori agricoli. Infine, siamo d’accordo con la decisione di rinviare il Vinitaly al 2022, come richiesto anche dalla nostra Federazione», conclude Pace Perusini. 

 

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