Nasce a Romans il nuovo Museo dei Longobardi

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redazione

4 Marzo 2021
Reading Time: 2 minutes

Al secondo piano di Casa Candussi Pasiani

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A 35 anni di distanza dalle prime scoperte in quella che si sarebbe poi rivelata una necropoli altomedievale, in ampia percentuale riconducibile alla popolazione longobarda, il Comune di Romans d'Isonzo ha deciso di realizzare una sede permanente per il Civico Museo Archeologico, per avvalorare ulteriormente l'attuale status di “deposito museale” riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività culturali in funzione di un'adeguata conservazione dei reperti.

La portata e le potenzialità dell'operazione sono tali che il Comune, che pure già dispone di una posta a bilancio, lancia un appello alla collaborazione: determinante sarebbe infatti il sostegno di partner esterni, pubblici e privati, per sviluppare al meglio, nella forma più completa possibile, un progetto che farà leva, con forza, anche sulla multimedialità e che potrà rappresentare uno straordinario volano per il territorio, arricchendo il percorso archeologico locale e regionale di una nuova tappa.

Il Museo prenderà forma al secondo piano di Casa Candussi Pasiani, immobile a vocazione polifunzionale, già sede della biblioteca civica, di un auditorium e una ludoteca.

«Locali ampi, che si prestano perfettamente allo scopo – commenta il vicesindaco Michele Calligaris, che fin dal 2006, quando rivestiva il ruolo di assessore alla cultura, segue il settore archeologico locale -. Disponiamo già del progetto definitivo dell'opera e stiamo completando quello esecutivo: due distinti contributi, pari a complessivi 550 mila euro circa, ci hanno consentito di finanziare la progettazione e ci permetteranno di iniziare i lavori strutturali per la predisposizione delle sale museali. Nel prossimo bilancio, invece, stanzieremo una posta per poter concretizzare l'allestimento».

Seguito dalla Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, il progetto permetterà di esporre reperti affiorati dalle oltre 300 sepolture della necropoli, parecchie delle quali erano custodi di ricchi corredi funerari: si sta al momento valutando quali e quanti, esattamente, inserire nelle bacheche, che saranno affiancate da una sezione multimediale e interattiva, per offrire al visitatore un'esperienza di natura immersiva. Un contributo, a quest'ultimo proposito, arriverà dall'Associazione Invicti Lupi, che fornirà materiale filmico prodotto nell’ambito di un suo progetto in fase di realizzazione proprio in questi giorni.

Già abbozzata infine una sinergia con l'Arlef, l'Agenzia regionale per la lingua friulana, ai fini della traduzione anche in marilenghe del materiale didattico e divulgativo.

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