Trieste, Sgarbi plaude le opere di Dyalma Stultus

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redazione

26 Febbraio 2021
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Donate dalle figlie

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Presentata nell’auditorium Marco Sofianopulo del Museo Revoltella la donazione di 10 opere dell’artista Dyalma Stultus (Trieste 1901 – Darfo/BS 1977), al Comune di Trieste da parte delle figlie Nada, Selma e Marina.

Sono intervenuti il critico d’arte Vittorio Sgarbi, l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, la direttrice del Servizio civici musei e biblioteche Laura Carlini Fanfogna e l’architetto Marianna Accerboni, e le tre figlie in diretta streaming dalla Toscana.

I dieci dipinti, che il Museo Revoltella accoglierà presto, sono stati realizzati da un artista rinomato e figura di rilievo nell’ambiente artistico triestino del primo Novecento qual era Stutlts che, verso la fine del secondo decennio del Novecento, grazie a una borsa di studio a lui concessa dal Comune di Trieste, poté frequentare l’Accademia di Venezia seguendo i corsi dei maestri Ettore Tito e Augusto Sezanne. 

Nel Museo sono già conservate 3 opere di Stultus: La corona di San Giovanni che ritrae due fanciulle di Vipacco intente a comporre una ghirlanda di fiori in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza di San Giovanni nel mese di giugno (1930), un Autoritratto (donazione Hausbrandt) del 1962 e un Paesaggio del 1974. Altre due opere sono al Museo del Risorgimento e hanno come soggetto Guido Slataper (1934, 1968).

“Dyalma Stultus, che personalmente collezionai fin dalla gioventù (“Vaso di fiori” del 1918), fu un grande artista che visse metà della sua esistenza a Trieste e poi a Firenze. E fu proprio a Firenze, durante una passeggiata lungo l’Arno che incontrai una delle figlie con il marito che mi fermò per parlarmi di Dyalma e mi invitò a casa dove ammirai i quadri del padre. Da qui nacque l’idea della donazione”, ha affermato Sgarbi, che nel corso della presentazione. “È giusto – ha concluso – rendere onore a Stultus e le figlie hanno fatto un gesto di grande generosità facendolo tornare nella città da cui era partito. Sono felice di essere stato il ‘motore’ di questa operazione e ringrazio le figlie per l’amore che hanno profuso per rendergli omaggio. Adesso credo che il nostro impegno sia realizzare la monografia che darà a Stultus la dignità che merita”.

 

Le opere donate:

Santa Croce di Aidussina, 1930, olio su tela, cm 90×90 (cm 105×105 con cornice)

San Daniele del Carso, 1934, olio su tela, cm 90,8×91,4 (cm 105,8×106, con cornice)

Portatrice di frutta, 1938, olio su tela, cm 111,5×111,5 (cm 128,5×128,5 con cornice)

Baccante, 1942, olio su tela, cm 120,6×121,7 (cm135,6×136,7 con cornice)

Dopo il bagno, 1943, olio su tela, cm 97,3×97 (cm 111,3×111 con cornice)

Vecchia strada fiesolana, 1945, olio su tela, cm 80×70,4 (cm 90×80,4 con cornice)

Nubi che passano, 1950, olio su tavola, cm 71,6×67,5 (cm 81×77,5 con cornice)

Fonderia, 1954, olio su tavola, cm 97,5×97,5 (cm 98,5×98,5 con cornice)

Autoritratto, 1973, olio su tavola, cm 68×59 (cm 73×64 con cornice)

Contadino stanco, 1948, olio su tavola cm 71,9×67,8 (cm 81,9×77,8 con cornice)

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