Gorizia diventa laboratorio europeo dell’Architettura

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redazione

11 Dicembre 2020
Reading Time: 3 minutes

Grazie a “Go/N.Go international Rrr Lab”

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Una rete che consentirà agli studenti di Gorizia di dialogare con i più rilevanti poli dell’Architettura a livello europeo, da Londra a Parigi, passando per Amsterdam, Vienna e Maribor e Graz.

Un insieme di esperti internazionali che metteranno la propria esperienza a disposizione degli universitari, fornendo spunti e idee che finiranno nei progetti di riqualificazione di cinque aree strategiche del capoluogo isontino, dall’area confinaria a ridosso di via San Gabriele, passando per la zona del Rafut, l’ex polo industriale dove sorgeva lo stabilimento Carraro, l’area dell’interporto di Sant’Andrea e quella a ridosso del ponte del Torrione.

Sono i capisaldi del nuovo laboratorio “Go/N.Go international Rrr Lab”, che nasce sulla scia dell’esperienza del primo Rrr Lab, organizzato lo scorso anno accademico grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Trieste e il Comune di Gorizia, che ha voluto l’istituzione dello stesso laboratorio, finanziato anche per questa seconda annualità con 8 mila euro e diretto dal professor Giovanni Fraziano

“La prima edizione di Rrr Lab è stata un successo sotto ogni punto di vista – commenta l’assessore all’Università, Chiara Gatta – andando persino oltre gli obiettivi che ci eravamo fissati con i referenti del Dipartimento. Sono stati redatti progetti non da libro dei sogni, ma reali piani di riqualificazione seguiti passo passo dai settori Pianificazione urbanistica e Servizi tecnici del Comune, che hanno guidato gli studenti, fornendo loro documenti, indicazioni e materiali utili alla stesura degli elaborati”.

I progetti dello scorso anno costituiscono “non un mero esercizio di stile, ma veri e propri punti di partenza per i lavori di valorizzazione delle aree oggetto del primo laboratorio”, indica ancora Gatta.

Anche grazie all’asse con la facoltà di architettura dell’Università di Lubiana, che già lo scorso anno ha preso parte attivamente all’iniziativa, sono stati intessuti in questi mesi rapporti con gli atenei di Londra, Parigi, Amsterdam, Maribor, Vienna e Graz, ma anche Stoccarda, Lisbona e Zagabria i cui professori supervisioneranno l’iter progettuale che sarà creato dai ragazzi, svolgendo il ruolo di visiting critics: “Un’occasione non solo per gli studenti, ma anche per la stessa città e per il Comune che, partendo dalle indicazioni dei propri dirigenti, potrà dunque ottenere qualificati pareri di insigni architetti”, indica l’assessore Gatta, che con la collega all'Urbanistica e Lavori pubblici Arianna Bellan ha seguito fin dai primi passi l’iniziativa laboratoriale.

La chiave dell’edizione 2020-21 è l’internazionalità. E fin dal nome (“Go/N.Go international Rrr Lab”) il laboratorio richiama la volontà di allargare lo sguardo oltreconfine, anche sull’onda della candidatura di Nova Gorica e Gorizia come Capitale europea della cultura 2025. Ecco allora che la prima fase prevede l’analisi del contesto urbano delle due città, con la scelta delle aree-connessioni da riqualificare “in quanto capaci di generare concrete occasioni di cooperazione e opportunità per il reciproco sviluppo della città transfrontaliera conurbata”. Tra queste, l’area che abbraccia la zona delle Casermette, i valichi di San Gabriele e Salcano; la zona “grigia” tra l’ex valico del Rafut e quello della Casa Rossa; l’area industriale dello stabilimento ex Carraro, tra Isonzo e Corno; l’area dell’autoporto di Sant’Andrea; la zona del ponte del Torrione a Piuma, con i possibili sviluppi in ambito ricreativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il laboratorio, che prenderà il via nei prossimi giorni, vedrà coinvolti XX studenti e sarà diretto dal professor Fraziano. Con lui, i professori Adriano Venudo, Claudio Meninno, Thomas Bisiani, Luigi Didato, Stefano Simionato (Università di Trieste), la professoressa Spela Hudnik (Università di Lubiana) e i dirigenti comunali Licinio Gardin e Alessandro De Luisa.

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