«In soli 30 giorni, a novembre, il prezzo della carne suina è crollato del 20%», è la denuncia di David Pontello, coordinatore della Sezione economica suinicoltura di Confagricoltura Fvg.
«Su base annuale, il valore è sceso in maniera ancora più sensibile: di oltre il 30%. Un anno fa, infatti, la carne di suino valeva 1,80 euro al chilo circa. Ora siamo a 1,22 euro al chilo (con tendenza verso l’euro), molto al disotto della convenienza economica per l’allevatore», aggiunge Pontello.
In questa condizione si trovano tutti i 765 suinicoltori regionali che, ogni anno, allevano oltre 245 mila suini.
«L’attuale situazione ha origine in Germania dove, da settembre, sono scoppiati un paio di focolai di Peste Suina Africana (PSA). Di conseguenza, sono scattate alcune misure di contrasto alla pandemia e i Paesi asiatici (Cina in testa), hanno smesso di acquistare la carne suina tedesca – spiega Pontello – che si è riversata sul mercato italiano facendo crollare i prezzi. A questo grave fatto si è aggiunta la chiusura del canale Horeca a causa dei nuovi confinamenti conseguenti alla seconda ondata di Covid-19 che ha ulteriormente ristretto le opportunità di mercato. Durante tutti questi mesi difficili gli allevatori hanno garantito i rifornimenti di carne su tutti i mercati disponibili, in quantità e qualità, pur tra mille difficoltà. Nelle prossime settimane, dunque, confidiamo che il nostro appello di acquistare carne allevata e macellata in Italia venga ampiamente accolto dall’opinione pubblica e dai consumatori, nel tentativo di dare qualche soddisfazione agli allevatori e alle filiere nazionali. Purtroppo le nuove etichette sull’origine delle carni sono entrate in vigore con una deroga che le rende veramente visibili ai consumatori solo a partire dall’1 febbraio 2021. Ma sul mercato si trovano già molti prodotti completamente “Made in Italy”, a cominciare dai prosciutti a Dop».
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