Fiumicello commemora il padre della peschicoltura

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redazione

22 Luglio 2020
Reading Time: 3 minutes

Durante la Mostra Regionale delle Pesche

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Nell’ambito della 61^ Mostra Regionale delle Pesche di Fiumicello è stato inaugurato un parco dedicato al cavaliere Pietro Martinis il papà della peschicoltura friul-giuliana. L'area verde si trova in via 2 Giugno, destinata a divenire via Pietro Martinis.

Una cerimonia toccante con la quale Fiumicello ha voluto rendere omaggio a un grande personaggio. Erano presenti alla cerimonia, a fare gli onori di casa, il sindaco Laura Sgubin accompagnata da alcuni assessori, le figlie Bianca e Laura Martinis, Duilio Gon a quel tempo giovanissimo suo collaboratore, e la professoressa Orietta Cosolo presso la cui azienda Martinis per molti anni aveva prestato la sua opera.

Dopo lo scoprimento di una tabella ricordo, che a grandi linee traccia la figura di Pietro Martinis da parte del sindaco Sgubin, ne hanno ricordato la figura il professor Pietro Zandigiacomo, che assieme a Marco Gani ha scritto un interessante libro su Pietro Martinis ricco di documentazione originale, il professor Raffaele Testolin ha parlato del ruolo del genetista mentre il perito agrario Sergio Boschian ha ricordato il lavoro svolto per giungere all’inaugurazione, condividento una toccante lettera del professor Silviero Sansavini che ha espresso la sua gratitudine verso la Comunità di Fiumicello per questa intitolazione.

Claudio Pizzin invece ne ha delineato il profilo umano con un intervento a tratti toccante: “Questa intitolazione è un atto dovuto nei confronti del ‘papà della peschicoltura friul-giuliana’ e se oggi Fiumicello può a pieno titolo definirsi il ‘Paese delle Pesche’ lo deve anche a questo grande personaggio. Io ho sempre ritenuto fondamentale – quando si dedica una via o un parco – ricordarsi di coloro che spesso nell’ombra e senza tanti proclami hanno lavorato e contribuito alla crescita e allo sviluppo delle nostre piccole comunità. Pietro Martinis viene sempre ricordato dai numerosi estimatori come una persona semplice ma dedita al suo lavoro con grande passione e umiltà. A me piace ricordarlo prendendo spunto da quanto si scrisse all’epoca sulle riviste specializzate «Questo appassionato agricoltore è rimasto e rimane nell'ombra perché la sua modestia e la sua passione, obiettiva e onesta, non avevano fine di lucro e tanto meno di ambizione personale. I risultati meravigliosi di tanti anni di lavoro impongono il dovere di segnalare quest'uomo all'attenzione degli onesti per il genuino progresso della nostra peschicoltura, sicuri che questa nostra segnalazione non ha fini speculativi nè propagandistici». E ancora: «L'anno scorso fu dato al Martinis un premio in denaro e l'onorificenza di cavaliere: egli meritava ben altro, e il premio più ambito gli verrà dalla universale riconoscenza che non potrà mancare. Come autentico agricoltore anche se modestissimo, ho sentito il dovere di attribuire onore a chi lo merita e di richiamare l'attenzione di quanti amano ancora il lavoro dei campi e l'opera degli umili». Per terminare con un articolo apparso subito dopo la sua scomparsa: «Per le sue doti di intelletto, volontà e serietà, primeggiò ovunque sui banchi della scuola come nella vita senza mai insuperbire; non ne sarebbe stato capace. Alle doti di tecnico e di lavoratore alacre, Pietro Martinis unì un’onestà scrupolosa, una condotta di uomo, marito e padre, esemplare. Non si cancellerà in noi il commovente ricordo della sua innata modestia, di quella bontà che permeava il suo cuore e che gli riempiva di luce gli occhi limpidi quando poteva aiutare il suo prossimo, quando poteva o vedeva intorno a sé operare il bene»”.

A conclusione della cerimonia, in rappresentanza della Regione FVG il consigliere regionale Alberto Budai ha espresso apprezzamento per l’iniziativa.

Su un pannello appositamente predisposto si è potuto osservare un rendering realizzato dall’Amministrazione comunale che anticipa quali saranno i lavori di sistemazione del parco Martinis.

La documentazione fotografica dell’evento è stata curata dal fotografo Enzo Andrian.

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