Ronchi ricorda i suoi deportati

imagazine livio nonis

Livio Nonis

24 Maggio 2020
Reading Time: 1 minute

Cerimonia in città

Condividi

Pur con un numero ridotto di partecipanti a causa delle restrizioni imposte dalla normativa per il contenimento del Coronavirus, nel Comune di Ronchi dei Legionari sono stati commemorati i fatti del 24 maggio 1944 quando le truppe tedesche assieme ai repubblichini fecero un rastrellamento sistematico del paese, arrestando 68 persone che furono quindi imprigionate a Trieste, poi deportate nei campi di concentramento in Germania e delle quali 32 non fecero mai ritorno alle loro famiglie. Complessivamente le vittime ronchesi di quelle drammatiche vicende furono 75, e i deportati 158, che il sindaco Livio Vecchiet ha voluto ricordare, ribadendo con forza che pur a distanza di 76 anni non si possono dimenticare le vicende incancellabili nella storia di Ronchi, vicende che dopo l’8 settembre 1943 spinsero tanti cittadini ronchesi, come tante migliaia di italiani, ad aderire alla lotta di Liberazione.

Le parole del sindaco, davanti alla targa commemorativa, sono di ferma condanna di quei drammatici eventi e di riaffermazione dei valori della Resistenza: “Questi uomini e donne, di ogni credo politico e religioso, misero a disposizione di noi, che siamo i loro eredi, la loro vita per donarci la libertà, la democrazia, per costruire un paese migliore. Il ricordo, la memoria che oggi qui ricordiamo – ha concluso il sindaco – devono e possono essere il ponte culturale, per non dimenticare mai, quale è stato il ruolo della lotta di Resistenza nel nostro paese, e devono essere da stimolo a ognuno di noi per dare un futuro migliore alla nostra società”.

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi