In mille a Udine per capire come uscire dalla solitudine

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redazione

13 Giugno 2019
Reading Time: 5 minutes

Al congresso internazionale di IFOTES

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La solitudine. È questo il tema scelto per il XXI congresso internazionale di IFOTES che si terrà, dal 3 al 7 luglio a Udine, dove arriveranno quasi mille persone da 20 Paesi.

Si tratta di un disagio che tocca tutti, giovani e anziani, uomini e donne, in qualunque fascia d’età e per i motivi più vari. Un tema che in alcuni Paesi europei è considerato una priorità: basta guardare cosa avviene in Gran Bretagna, dove esiste addirittura un ministero dedicato. Da qui l’intenzione di ARTESS e IFOTES di portare il tema all’attenzione di cittadini e istituzioni e farlo diventare l’argomento del congresso che IFOTES organizza ogni tre anni in una diversa città europea. È così grazie alla collaborazione con il Comune di Udine – progetto O.M.S. ‘Città Sane’ – il capoluogo friulano è diventato la sede del congresso internazionale IFOTES e città di riferimento per le buone pratiche di contrasto alla solitudine. Per farlo l’anno scorso è stato lanciato un biennio di eventi (2018-2020), riflessioni, approfondimenti dal titolo ‘Solitudini e no. Insieme per il benessere emozionale e sociale’, che culminerà proprio con il convegno internazionale di luglio 2019 ‘Leaving loneliness – Building relationships’ (‘Uscire dalla solitudine-costruire relazioni’) ospitato nella città friulana, in collaborazione con Regione Fvg, Università di Udine e PromoturismoFvg.

«La vita nelle grandi città, i fenomeni di globalizzazione e di digitalizzazione delle informazioni – spiega il professor Franco Fabbro, ordinario di psicologia clinica dell’Università di Udine e presidente del comitato scientifico del congresso internazionale – hanno scompaginato il numero e la qualità delle relazioni sociali. La solitudine subìta, ovvero il dolore causato da una drastica riduzione delle relazioni sociali significative, è una delle più importanti emergenze del mondo occidentale insieme alla crescita progressiva della disumanizzazione e della diseguaglianza economica. La solitudine è alla radice di molte condizioni di disagio economico, mentale ed esistenziale. Nel convegno internazionale organizzato dalla IFOTES a Udine il tema della solitudine e i possibili rimedi verranno analizzati secondo differenti prospettive: economiche, sociologiche, psicologiche, mediche, comunicative, pedagogiche e filosofiche. Sarà una importante occasione per comprendere, discutere e progettare itinerari di ascolto e di aiuto».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In occasione della conferenza stampa di presentazione dell'evento, che si è tenuta in sala Ajace, a Udine, Pietro Fontanini, sindaco del capoluogo friulano, ha ricordato: «La nostra società si fonda sulla connessione totale, sulla condivisione di ogni singolo gesto della nostra vita, sulla comunicazione a ogni costo e al contempo produce il vastissimo e preoccupante fenomeno della solitudine; un paradosso che ci impone una riflessione seria e il dovere di intervenire rapidamente, come classe politica e mondo della medicina, affinché questa forma di disagio non degeneri in una condizione esistenziale collettiva senza via d’uscita».

«L’attenzione al tema della solitudine – ha precisato Giovanni Barillari, assessore alla Sanità, Assistenza sociale, Rapporti con l'Università di Udine – è oggi una delle proprietà in ambito medico e sanitario perché il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti non solo per il disagio che questa sensazione comporta, ma per l’impatto negativo che può avere a livello di organismo, con il rischio di determinare vere e proprie patologie. Questo incontro rappresenta quindi un’importante occasione di riflessione e mi auguro che la città di Udine possa diventare un punto di riferimento a livello internazionale nella lotta a quella che sta diventando una vera piaga sociale».

«Il tema della solitudine – ha sottolineato Riccardo Riccardi, vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia – sembra voler scivolare via ma è specchio di questo tempo. Una patologia che non coinvolge solo gli anziani ma anche i nostri giovani. Crediamo che la Regione debba ampliare l'attuale norma sull’invecchiamento attivo, e per questo sono certo che le giornate di studio di Udine aiuteranno il Consiglio regionale a migliorare la legge, adeguandola alle necessità di oggi».

Saranno quasi mille le persone, provenienti da 20 diversi Paesi, che prenderanno parte al XXI congresso internazionale di IFOTES. «Sono operatori volontari e formatori delle principali associazioni di helpline (linee di aiuto telefonico) europee per il supporto emozionale», ha spiegato Diana Rucli, direttrice IFOTES. L’International Federationof Telephone Emergency Services, infatti, organizza ogni tre anni un convegno in una diversa città europea per approfondire un tema di stretta attualità legato alla salute emozionale e sociale. «La solitudine e la capacità di relazione saranno i temi portanti di questa edizione – ha sottolineato Rucli –, partendo dal dato che una richiesta di aiuto su quattro ricevute dalle helpline riguarda un vissuto di solitudine e una su tre esprime un disagio relazionale di qualche tipo». I lavori del congresso si articoleranno in cinque giornate (3-7 luglio 2019) per un totale di 7 sessioni plenarie, 20 sessioni parallele e 92 workshop, con 56 relatori e 75 formatori provenienti da tutta Europa. Gli incontri si terranno in 4 lingue (inglese, italiano, tedesco e francese) e in parte saranno tradotti.

Non sarà un evento a porte chiuse: 9 sessioni – con relatori italiani o tradotte in italiano – saranno aperte alla partecipazione dei cittadini di Udine e della regione, previa prenotazione gratuita (udine-2019.ifotes.org/it/cittadini). Durante la settimana del convegno, inoltre, la città ospiterà anche alcune iniziative culturali e sociali collegate al tema della solitudine, con mostre, presentazioni di libri, installazioni e film aperti a tutti, grazie alla collaborazione di associazioni e organizzazioni locali.

Lo scorso 24 maggio, sempre nell’ambito del progetto “Solitudini e no” e collegata al congresso, ARTESS e IFOTES, hanno anche lanciato una campagna nazionale: «Mi sento ascoltato quando…». Chiunque potrà concludere questa frase, riportando la sua personale esperienza. Le testimonianze (un testo, una foto, un mini-video …) andranno inviate, fino al 7 luglio, al numero 320.9515134, con un messaggio WhatsApp. Tutti i contributi saranno raccolti e rilanciati attraverso Instagram. In alternativa sarà possibile condividere la propria testimonianza su Instagram attraverso un ‘direct’ (messaggio privato), oppure postando il contenuto utilizzando l’hashtag #misentoascoltatoquando. Grazie a questa iniziativa sarà sviluppato uno storytelling collettivo che darà vita a un mosaico dell’ascolto, con esperienze, punti di vista e storie uniche che andranno a comporre un bagaglio di risorse a cui attingere per migliorare la capacità relazionale delle persone e in generale contribuire a mettere in circolo ‘pillole di benessere sociale’.

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