Udine, Palazzo Antonini passa all’Università

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redazione

27 Giugno 2018
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Grazie alla donazione del professor Attilio Maseri

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Grazie alla donazione del professor Attilio Maseri, il palladiano palazzo Antonini, il cosiddetto “Palazzo Palladio”, ex sede della Banca d’Italia in via Gemona 1, passa in proprietà all’Università di Udine. All’edificio principale di costruzione palladiana è annesso anche il parco, che rientra fra i giardini storici della città, con accesso principale da piazza I Maggio. Il prof. Maseri, cardiologo di fama mondiale, che aveva già donato all’Università la Biblioteca Florio, con questa nuova donazione, che d’ora in avanti si intitolerà “Palazzo Antonini-Maseri”, lega per sempre il suo nome alla città di Udine e all’Università del Friuli entrando nel novero dei cittadini benemeriti. L’annuncio oggi, a palazzo Florio, sede del rettorato dell’Ateneo friulano.

L’Università di Udine, dunque, disporrà di un edificio storico e artistico di assoluto prestigio, integralmente ideato da Andrea Palladio, unico tra quelli situati al di fuori della regione Veneto. Il palazzo, prospiciente piazza Antonini, si colloca in continuità con le attuali sedi universitarie di palazzo Antonini, in via Petracco 8, e palazzo Florio, in via Palladio 8.

Per il rettore dell’Università di Udine, Alberto De Toni, si tratta di un sogno nel cassetto che si realizza. «Da anni – spiega De Toni – speravamo di poter un giorno aggiungere palazzo Antonini alla disponibilità della città, grazie anche a un nostro progetto denominato ‘Cosmopoli’, che vorrebbe farne il baricentro della proiezione della città e della sua università verso un futuro capace di abbracciare il mondo intero. Su questo chiederemo il sostegno al nuovo sindaco di Udine e al nuovo presidente della Regione Friuli Venezia Giulia».

Fino al 2009 sede udinese della Banca d’Italia, «si tratta indubbiamente – aggiunge De Toni – di uno dei più bei palazzo di Udine, progettato dal massimo architetto veneto di tutti i tempi, Andrea Palladio. Nella certezza che il palazzo Palladio costituirà un luogo fondamentale dell’azione dell’Ateneo, anche rispetto alla città di Udine, la sua destinazione – precisa il rettore – sarà oggetto di decisioni che elaboreremo nelle prossime settimane».

«Questa donazione fatta nel ricordo dei miei familiari – sottolinea Attilio Maseri – nasce dal legame profondo che ho sempre avuto con la mia terra e vuole essere di stimolo a quanti potrebbero contribuire ad allungare la lista di tutte quegli udinesi benemeriti che, dal secolo scorso, attraverso atti di liberalità e donazioni, hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo del Friuli, dall’ambito culturale, a quello dell’istruzione e della sanità».

«L’obiettivo nella dismissione dei palazzi storici della Banca, non più utilizzati in molte province quali filiali – spiega Il direttore della Sede regionale della Banca d’Italia, Ciro Schioppa –, è quello della valorizzazione degli edifici nel rispetto delle loro caratteristiche artistiche; la finalità ultima è quella di restituirli pienamente alle comunità locali fornendo un’occasione per rivitalizzare i centri storici e dare impulso alle attività locali. Ma soprattutto la Banca ha assicurato, come è facile rilevare, massima cura e attenzione nel corso degli anni al complesso palladiano e all’ampio parco, provvedendo con frequenza alla sua apertura al pubblico».

Per l’occasione sono intervenuti anche il prorettore Roberto Pinton, Paolo Petiziol e Paolo Cerutti, componenti esterni del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo, presenti il direttore generale dell’Ateneo, Massimo Di Silverio, ed Enrico Coccolo, collaboratore di Attilio Maseri.

L’edificio del Palladio ha una superficie lorda di circa 3 mila metri quadrati (2.994,80) e si sviluppa su un piano di cantine, un piano terra, un mezzanino e un piano nobile. A questi si aggiungono due ulteriori piani di soffitta (prima soffitta e seconda soffitta).

Commissionato ad Andrea Palladio da Floriano Antonini, esponente di una delle famiglie più in vista dell’aristocrazia udinese, il progetto è datato 1556 e il cantiere si chiuse nel 1595. Nel corso del Seicento almeno due campagne di lavori modificarono pesantemente l’aspetto dell’edificio, arrivando a sostituire tutte le finestre, tranne quella sulla destra della loggia nel prospetto posteriore, e le scale interne. Nel 1709 Martino Fischer realizzò gli apparati decorativi, contribuendo a snaturare gli interni palladiani. Dell’originario progetto rimangono la planimetria, escluse le scale, e la volumetria generale, le logge anteriori e posteriori e gli elementi della “Sala a quattro colonne” (fonte: Centro di Studi di Architettura Andrea Palladio – https://www.palladiomuseum.org/mediateca).

Il palazzo è stato per più di un secolo sede della Banca d'Italia di Udine, dal 1900 fino al 2009, quando gli uffici furono trasferiti nella sede di Trieste. L’edificio si caratterizza per una splendida facciata a semicolonne ioniche e per il magnifico parco di 3 mila metri quadrati, che collegano l’edificio affacciato su via Gemona e piazza Antonini alla piazza I Maggio.

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