Innovazione, ancora ombre in FVG

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redazione

15 Novembre 2017
Reading Time: 3 minutes

ICity Rate 2017

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Città intelligenti e vivibili, che abbinino qualità della vita a una serie di altri importanti fattori, economici e sociali: torna anche quest'anno la classifica di ICityRate 2017 realizzata da FPA per scoprire quali sono i territori italiani che meglio si comportano nei 115 indicatori statistici presi in considerazione. Ecco come vanno i centri della nostra regione.

In Italia domina Milano. Innanzitutto, guardiamo però al podio nazionale: per il quarto anno consecutivo, Milano si conferma la Smart City più avanzata in Italia, grazie a performance positive soprattutto riguardo a crescita economica, mobilità sostenibile, ricerca/innovazione e trasformazione digitale. Al secondo posto si colloca Bologna, che insidia la metropoli meneghina e conquista il primato in energia e governance, mentre la medaglia di bronzo viene assegnata a Firenze, che si distingue soprattutto per politiche legate a turismo sostenibile e cultura, crescita digitale, energia e ambiente.

Le posizioni delle città friulane. Ancora una volta, i Comuni del Friuli escono fuori dalla top ten assoluta, superati da altre città del Centro-Nord Italia (per la precisione, Venezia, Trento, Bergamo, Torino, Ravenna, Parma e Modena completano le prime dieci posizioni): il capoluogo Trieste si piazza al 15esimo posto, superando Udine (27esimo posto), Pordenone (30) e Gorizia (43esima posizione).

Bene Trieste, male le altre. E se Trieste sale un gradino rispetto all'indagine dello scorso anno, per gli altri tre Comuni c'è stato un vero e proprio tracolloUdine perde otto posizioni, Pordenone dieci e Gorizia addirittura diciannove, scendendo dal ventiquattresimo posto all'attuale posto numero 43, “risucchiata” a centro classifica. Ma quali sono i fattori più critici per il nostro territorio?

A Udine tante ombre e qualche luce. Limitandoci alla sola Udine, sorprendono in negativo le prestazioni in alcune macrocategorie: la città infatti viene valutata al 58esimo posto assoluto in Italia sul tema dell’occupazione, mentre per sfruttamento di suolo e territorio va ancora peggio, con l'84esimo posto; non brillanti neppure le performance in ricerca e innovazione (53esimo risultato a livello nazionale) e quelle in verde urbano, governance e partecipazione (47esima posizione). Allo stesso tempo, però, bisogna anche segnalare alcuni comportamenti assolutamente virtuosi, come il terzo posto in contrasto alla povertà o il settimo in politiche energetiche.

Un Friuli poco smart. Allargando l'analisi agli altri due centri “bocciati”, scopriamo che Gorizia e Pordenone vanno male soprattutto nella categoria di “trasformazione digitale”, che racchiude una serie di indicatori come diffusione dell'home banking, quota percentuale di unità immobiliari raggiunte dalla Rete veloce, numero di abbonamenti in banda ultra larga in percentuale sulla popolazione residente. Insomma, è sul versante “smart” che il Friuli paga dazio.

Migliorare sulle connessioni a Internet. Rispetto ad altre città e regioni, soprattutto quelle che guidano la classifica dell'innovazione in Italia, i Comuni friulani sembrano ancora poco “connessi”, anche perché i progetti per la banda larga sono partiti relativamente da meno tempo rispetto a quanto successo ad esempio al Sud Italia. Ci sono quindi margini per migliorare, puntando anche sull'adozione di sistemi infrastrutturali alternativi a quelli offerti dagli operatori telco tradizionali per la connessione al Web: un caso esemplare è quello di Eolo, provider di servizi Internet senza limiti che sta estendendo la sua rete wireless anche al Friuli e alle aree “scoperte”.

Gli elementi da cui ripartire. Insomma, il Friuli e le sue città mostrano luci e (purtroppo parecchie) ombre: in particolare, bisogna intervenire sulla mobilità sostenibile (caratteristica che relega Gorizia tra le ultime in Italia), occupazione (che portano sia Udine che Gorizia nella seconda metà della graduatoria) e, appunto, crescita digitale, un fattore in cui come detto “zoppicano” tutti i Comuni della regione e che invece dovrebbe diventare prioritario per far crescere il territorio.

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