Prevenzione delle disabilità, Trieste premia due giovani ricercatori

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redazione

1 Marzo 2017
Reading Time: 4 minutes

Iniziativa dell’AIRH

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Ilaria Secco e Gianluca Gortan Capellari sono i due giovani ricercatori premiati dall’AIRH di Trieste(Associazione Italiana Ricerca Cura e Prevenzione Handicap), grazie al sostegno della Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, per i loro studi riguardanti le situazioni che inducono disabilità. 

La cerimonia di consegna dei premi di studio si è svolta all’Hotel Duchi d’Aosta di Trieste, presenti fra gli altri il segretario e tesoriere Tullio Maestro (in rappresentanza del presidente Matteo Valente) insieme ad alcuni componenti del direttivo, nonché il vicepresidente della Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali Francesco Slocovich, il direttore generale dell’ICGEB (Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie) Mauro Giacca e il presidente dell’Ordine dei Medici di Trieste Claudio Pandullo e altri referenti scientifici dell’Associazione.

In particolare, il Comitato scientifico dell’AIRH – composto dai professori Giannino Del Sal, Paolo Gasparini, Mauro Giacca, Gianfranco Guarnieri e Gianfranco Sinagra – ha indicato il progetto di Ilaria Secco per un “Innovativo metodo di screening in vivo per l’individuazione di microRNA capaci di promuovere la rigenerazione dell’apice del cuore murino” (che sarà svolto all’ICGEB con la supervisione della dottoressa Chiara Collesi) e quello di Gianluca Gortan Capellari su “Nuovi biomarcatori e terapie innovative per le malattie metaboliche croniche associate all’invecchiamento e alla fragilità” (che sarà avviato nel Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, con la supervisione del professor Rocco Barazzoni).

I premi sono stati assegnati grazie ai fondi erogati dalla Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, istituita nel 2001 per volontà della signora Kathleen Foreman Casali e nel ricordo di quanto fatto dal marito Cavaliere del Lavoro Alberto Casali, allo scopo di favorire ogni espressione culturale, di promuovere la scienza e la ricerca scientifica a livello nazionale e anche internazionale.

 

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ILARIA SECCO

Laurea in Biotecnologie all'Università degli Studi di Trieste, con un progetto di laurea svolto nel Laboratorio Nazionale del Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie e una tesi sul “Ruolo del nuovo asse Oct4-Rb in linee di carcinoma ovarico”. 
Premiata per il “miglior curriculum vitae et studiorum” e per la miglior tesi di laurea del Dipartimento della Vita (2014-2015, Premio in memoria della dottoressa Federica Ziller).

 

IL PROGETTO PREMIATO

Innovativo metodo di screening in vivo per l’individuazione di microRNA capaci di promuovere la rigenerazione dopo la resezione dell’apice nel cuore murino

Lo scopo primario di questo progetto di ricerca è lo sviluppo di una innovativa procedura di selezione per identificare nuove molecole terapeutiche che assistano la rigenerazione del cuore con apice resecato in un modello di topo neonatale. Una procedura basata sul trasferimento genico in vivo di una collezione di miRNA umani (circa 600 geni) clonati in plasmidi di espressione AAV-

A differenza di alcune specie inferiori, il cuore dei mammiferi non è in grado di rispondere con un efficace programma di riparazione a seguito di un danno severo, come l’infarto acuto del miocardio. In questo caso, la massiccia perdita di cellule cardiache è contrastata dalla formazione di una cicatrice per proliferazione di fibroblasti e da un’ipertrofia compensatoria del tessuto vitale al fine di preservare la funzione dell’organo.

Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli sforzi per sfruttare il potenziale proliferativo endogeno dei cardiomiociti con lo scopo di stimolare la riparazione del tessuto. Il cuore dei mammiferi infatti possiede un’innata, seppur piccola, capacità di proliferazione che aumenta di qualche proporzione a seguito di un danno.

Nuovi risvolti del potenziale proliferativo e rigenerativo del cuore di mammiferi derivano da recenti scoperte che hanno dimostrato che i topi neonati sono capaci di rigenerare l’apice del cuore resecato principalmente tramite proliferazione dei cardiomiociti preesistenti; tuttavia questa capacità viene drammaticamente persa dopo la prima settimana di vita. Lo stesso avviene in caso di infarto del miocardio: topi di un giorno di vita guariscono completamente, mentre quelli che hanno sette o più giorni di vita non sono in grado di rigenerare il tessuto ischemico. Questi risultati supportano la conclusione che il cuore dei mammiferi possiede un grande potenziale proliferativo solo nella vita fetale e neonatale. Capire quindi i meccanismi con cui il cuore neonatale rigenera il tessuto perso potrà portare all’individuazione di nuovi bersagli che inducano una forte risposta proliferativa nei cardiomiociti sopravvissuti al danno. 

 

GIANLUCA GORTAN CAPPELLARI

Dottore di ricerca a contratto al Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste, con dottorato di ricerca in Biomedicina Molecolare e Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita all’Università degli Studi di Trieste. Co-autore di numerosi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali ad alto impatto.

 

IL PROGETTO PREMIATO

Nuovi biomarcatori e terapie innovative per le malattie metaboliche croniche associate all’invecchiamento e alla fragilità.

Al fine di identificare nuovi biomarcatori e trattamenti innovativi per le malattie metaboliche caratterizzate da infiammazione, perdita di massa muscolare e fragilità, il progetto intende studiare la ghrelina non acilata (GNA) e le citochine infiammatorie come biomarcatori di aumentato rischio.

In una cornice di popolazione del Friuli Venezia Giulia sarà verificata l’ipotesi che GNA protegga dalla sindrome metabolica, dal diabete mellito di tipo 2 e dalla fragilità con ridotta massa muscolare.

Inoltre, il progetto studierà il nuovo agente terapeutico (GNA) in un modello sperimentale patologico contraddistinto da elevati livelli di infiammazione e catabolismo muscolare. Il potenziale valore terapeutico del GNA sarà valutato tramite somministrazione sottocutanea o terapia genica che utilizzi adenovirus quali vettori. Un modello sperimentale di diabete (indotto tramite streptozotocina) sarà utilizzato per testare l’ipotesi che GNA riduca lo stress ossidativo e l’infiammazione del muscolo scheletrico con miglioramento della massa muscolare e del controllo glicemico.

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