Sulle note della passione

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redazione

18 Luglio 2016
Reading Time: 4 minutes

Angelo Seretti

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Friulano di Codroipo, Angelo Seretti è un cantante emergente che si è fatto notare qualche anno fa grazie a un brano scritto per lui da Claudio Natili, componente dello storico gruppo dei Romans e autore di “Tornerò”, brano che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Dopo aver sentito la voce calda di Angelo, decise di affidargli l’interpretazione di “Without you”. Dopo i passaggi in radio, seguirono esibizioni live all’estero, compreso nella lussuosa Montecarlo.

L’inizio di un percorso ricco di sorprese e nuovi traguardi.

Angelo Seretti e la musica: quando è nato questo rapporto?

«Il mio rapporto con la musica è nato… con me: l’ho sempre amata e ha sempre scandito ogni momento della mia vita. Insomma, è “vero amore”».

Quando ha capito che la musica poteva essere qualcosa di più di una semplice passione?

«Determinante è stato il pubblico: quando ho cantato davanti a tante persone e ne ho visto l’entusiasmo, ho capito che questa passione poteva essere qualcosa di più».

C’è stato un cantante a cui si è ispirato?

«In realtà mi sono ispirato a diversi cantanti, sia del passato che del presente, cercando di non imitare mai nessuno, ma prendendone solo spunto. Credo che la cosa peggiore per un artista sia il tentativo di imitazione ».

Lei canta in cinque lingue (italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco): quanto influisce una tipologia di lingua sulla musicalità di una canzone?

«Influisce in maniera importante. Uno degli esempi più evidenti è la leggendaria “My Way”: nata come canzone francese, fu proposta in molte lingue, raggiungendo però il successo mondiale solo con la versione in inglese di Frank Sinatra».

Nel suo percorso un ruolo fondamentale lo ha avuto l’incontro con George Aaron…

«Ho incontrato George a una manifestazione canora alcuni anni fa. Lo conoscevo come performer da 10 milioni di dischi venduti, famoso in tutto il mondo. Siamo diventati amici e abbiamo deciso di incidere “Let It Be Me”. Ammiro l’artista e stimo la persona, sono orgoglioso di aver lavorato con lui. Questa collaborazione mi ha inoltre dato l’opportunità di farmi conoscere da un pubblico più ampio».

A proposito di “Let It Be Me”: come descriverebbe questo lavoro?

«È stato un vero lavoro di squadra. Io ho lanciato l’idea e George, subito entusiasta, mi ha consigliato e aiutato fino alla fine. Credo di poter affermare che la canzone sia piaciuta, anche perché è stata in classifica radio nazionale per diverse settimane e ora sta andando in onda in varie emittenti estere. A tutto questo ha contribuito anche il mio produttore David Marchetti della Ghiro Records che approfitto per ringraziare».

L’omonimo singolo è diventato anche un videoclip girato in Friuli, a Camino al Tagliamento: come mai questa scelta?

«Abbiamo semplicemente voluto mettere in luce il nostro territorio, così bello da essere un set naturale apprezzato anche da molti grandi registi. E l’enorme quantità di visualizzazioni sul web dimostrano che la scelta è stata apprezzata anche dal pubblico».

A proposito di video, lei ha da poco concluso la registrazione del format tv Mille Voci 2016: di cosa si tratta?

«È un format di varietà musicale ideato da Gianni Turco, distribuito alle tv private in Italia e in Europa. Quest’anno ho avuto il piacere di cantare sullo stesso palco con Amedeo Minghi, Bobby Solo, Annalisa Minetti, Mariella Nava, i Cugini di Campagna, solo per citarne alcuni. La nuova edizione di Mille Voci andrà presto in onda anche in Friuli».

Dalla sua esperienza, come valuta l’attuale panorama musicale italiano?

«Lo definirei vario ma a mio parere eccessivamente influenzato da troppi talent, che fanno audience ma mortificano possibili talenti a favore della spettacolarizzazione a tutti i costi».

E quello regionale?

«In Friuli Venezia Giulia ci sono numerosi musicisti di valore, molti però esitano a farsi conoscere al di fuori della regione ed è un vero peccato».

Per il futuro di Angelo Seretti quali sono i nuovi progetti all’orizzonte?

«Ho in uscita un brano inedito e un album. Sto anche lavorando a un altro brano, insieme a un big della canzone italiana che ha vinto più volte il Festival di Sanremo… Ma non svelo ancora il nome».

Concludiamo con il suo rapporto con il territorio: se dovesse scegliere una canzone per descrivere il Friuli, su quale punterebbe?

«Descrivere il Friuli è difficilissimo, proverò a descrivere i friulani… Sembrerà fuori moda, ma penso a “Stelutis Alpinis” di Arturo Zardini, che fa capire come la nostra gente, pur avendo molto sofferto, dopo ogni calamità grazie a un profondo orgoglio e tanta volontà sia riuscita a rialzarsi meglio di prima».

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