Sette opere prime allo ShorTS Film Festival

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redazione

6 Giugno 2016
Reading Time: 3 minutes

A Trieste dal 1 al 9 luglio

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Sono sette le opere prime italiane in concorso quest’anno nella sezione Nuove Impronte di ShorTS International Film Festival di Trieste: film ancora inediti o poco visti nelle sale cinematografiche, realizzati da registi italiani al loro esordio nel lungometraggio. E per la prima volta in assoluto nella storia di ShorTS, tra i film che saranno proiettati al Cinema Ariston dal 1 al 9 luglio 2016, c’è anche un’anteprima nazionale: “I Cormorani”, opera prima di Fabio Bobbio prodotta dalla Strani Film di Fabio e Paolo Cavenaghi, Mirko Locatelli e Giuditta Tarantelli, i quali hanno scelto Trieste come prima data per la loro prima proiezione sul territorio nazionale.

Attraverso la sezione “Nuove Impronte”, ShorTS International Film Festival vuole dare risalto a un volto inedito o comunque poco noto della cinematografia italiana e della sua produttività: registi emergenti che dal cortometraggio si sono cimentati per la prima volta nella realizzazione di un lungo, autori indipendenti, sperimentali, audaci o magari già in grado, fin dal loro esordio, di pensare in grande. Questo per offrire una panoramica non esaustiva, ma certamente indicativa su ciò che è, o ciò che potrebbe essere, il cinema italiano del prossimo futuro.

«Quest’anno – spiega Beatrice Fiorentino, critica cinematografica e curatrice della sezione – si tratta di opere prime coraggiose e vitali, selezionate per la capacità di imporsi con un gesto filmico sempre incisivo. La selezione avviene tra i film meno visti, quelli che non hanno trovato distribuzione o che sono passati inosservati e avrebbero meritato maggiore attenzione. Il festival è alla costante ricerca di film e autori dalla spiccata personalità».

Questo l’elenco dei film in competizione:

I TALK OTHERWISE  (Altrimenti io parlo) di Cristian Cappucci, un film che percorre l’Europa lungo lo sguardo del Danubio, da Ovest a Est, dal capitalismo al Comunismo, dalla Foresta Nera al Mar Nero. Scorre come un road movie tra le mescolanze e le fratture, le contraddizioni delle terre che il fiume attraversa.

I RACCONTI DELL’ORSO di Olmo Amato e Samuele Sestieri, fiaba low budget immersa nella natura scandinava, ai confini del mondo,

MONTEDORO di Antonello Faretta, ambientato a Craco, in provincia di Matera, città fantasma mèta di una donna americana di mezza età alla ricerca delle proprie origini,

MOJ BRATE (Mio Fratello) di Nazareno Manuel Nicoletti, un documentario in cui Stefano Gabrini ripercorre i luoghi (Roma, la Bosnia e il Canada) e le esperienze di uno dei suoi amici più intimi,  l’antropologo, attore e clown Alberto Musacchio, morto suicida nel 2001.

ARIANNA di Carlo Lavagna, regista in corsa per i Nastri D’Argento mentre il film è in corsa nella cinquina finalista dei Globi D’Oro 2016, sensibile racconto di formazione di una diciannovenne alla scoperta della propria identità sessuale in cui recita anche l’attrice Valentina Carnelutti, di origini friulane, candidata ai Nastri D’Argento 2016 per la sua interpretazione in “La Pazza Gioia” di Virzì.

ANTONIA di Ferdinando Cito Filomarino, in corsa per i Nastri D’Argento nella categoria miglior regista esordiente: la vita della poetessa milanese Antonia Pozzi, vissuta negli anni del fascismo con febbrile intensità e precocemente interrotta per sua mano a soli ventisei anni. Un biopic solo apparentemente “classico”, teso a fornire uno sguardo intimo e vicino ai fremiti di una ragazza assetata di amore e di vita.

Infine I CORMORANI di Fabio Bobbio, esplorazione di una stagione (l’estate e l’adolescenza, alla quale i due giovani protagonisti Matteo e Samuele si stanno affacciando) e di un territorio, il Canavese, tra campagne assolate e anonime periferie.

“C’è un stato di inquietudine – afferma Beatrice Fiorentino – che accomuna tutte le opere del concorso. I personaggi che le abitano sono alla perenne ricerca di qualcosa o di qualcuno, attraversano una fase di incertezza o si muovono alla conquista della propria identità attraverso un percorso di indagine, di esplorazione, di osservazione. Una tensione che va interpretata come espressione di un’epoca instabile come quella in cui viviamo, priva di certezze, punti di riferimento e in costante divenire”.  

Novità di quest’anno il Premio Sindacato Critici cinematografici italiani  alla miglior opera prima la cui Giuria è composta dai critici Adriano De Grandis, Nicola Falcinella e Giona A. Nazzaro del SNCCI.

Oltre alla Giuria Internazionale Nuove Impronte anche il pubblico in sala tramite schede di votazione assegnerà il Premio del Pubblico Bakel. A essere premiati non saranno solo le migliori opere prime, ma anche il miglior attore e attrice protagonisti. Le proiezioni si svolgeranno presso il Cinema Ariston.

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