Quando lo sport fa rima con Asia

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redazione

21 Aprile 2016
Reading Time: 2 minutes

Al Far East Film Festival

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Una delle icone d’Oriente per eccellenza sono le arti marziali. Ma se anche quest’anno a Udine in occasione del Far East film Festival non mancheranno i migliori gioielli del kung-fu, tra cui gli attesissimi restauri di Sua Maestà Bruce Lee(restauri in 4K curati da Immagine Ritrovata di Bologna), non mancherà neppure uno sguardo più ampio sul cinema sportivo made in Asia: dal baseball al calcio, passando per il nuoto e il surf.

Da un lato, dunque, le istituzioni con la “i” maiuscola: mister Sammo Hung, formidabile innovatore delle martial arts, che al FEFF 18 presenterà l’action thriller The Bodyguard e riceverà il Gelso d’Oro alla Carriera (30 aprile); il mitico Ip Man, giunto al terzo capitolo della saga, che riunisce la super coppia Wilson Yip-Donnie Yen assieme alla new entry Mike Tyson (26 aprile); e, ripetiamo, alcuni must di Bruce Lee riportati a “nuova vita” (Dalla Cina con furore, Il furore della Cina colpisce ancora, L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente The Game of Death).

Dall’altro, declinando fra commedia e dramma le stesse radici che hanno sempre alimentato il cuore di Bruce, Sammo e Ip Man (onore, coraggio, disciplina, rispetto), ecco invece quattro “fuori pista” da non perdere. Si comincia con Weeds of Fire di Chan Chi-Fat, ispirato alla storia vera della prima squadra giovanile del baseball hongkonghese, che racconta le fatiche di un coach alle prese con un team di ragazzini pigri e complicati. Un film carico di vitalità che si collega, idealmente, a un’altra storia vera: quella di Ola Bola e della nazionale di calcio malesiana, alle prese con le qualificazioni alle Olimpiadi del ‘76 e con un senso patrio tutto da riscoprire («I sogni hanno più valore, se li realizzi nel tuo paese natale»).

Ci fa spostare, quindi, nell’acqua di una piscina sudcoreana il tesissimo Fourth Place: un tuffo dentro il lato oscuro dell’agonismo, tra le frustrazioni profonde di un ex campione, ora diventato allenatore, e il talento di una giovane promessa del nuoto, forse troppo fragile per riuscire ad alzare la testa. Ce la farà? E ce la farà Ford, protagonista del filippino Apocalypse Child, che prima di salire sulla tavola da surf e sconfiggere gli avversari, deve sconfiggere tutte le proprie ombre? In attesa di scoprirlo, vale la pena di rivelare una piccola curiosità: la spiaggia di Apocalypse Child è la spiaggia di Apocalypse Now (ricordate i surfisti del tenente colonnello Kilgore?), il super cult che introdusse il surf nelle Filppine.

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