Trieste, sostegno alle famiglie che accoglieranno rifugiati

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redazione

11 Novembre 2015
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Progetto “L’ospitalità è di casa”

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Nel corso di una conferenza stampa l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Trieste, Laura Famulari, affiancata dal Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà Onlus (I.C.S.) Gianfranco Schiavone e dalla referente per l’accoglienza della fondazione Diocesana Caritas Trieste Onlus, Angela Giuliani, hanno presentato ufficialmente “A Trieste l’Ospitalità è di Casa”.

Un progetto proposto da ICS e Caritas Diocesana in collaborazione con il Comune e la Prefettura di Trieste, che si rivolge a coloro che volontariamente intendono ospitare in famiglia titolari di protezione internazionale (status di rifugiato e status di protezione sussidiaria) o di protezione umanitaria. In nessun caso si rivolge a richiedenti asilo appena arrivati. Inoltre, una piccola equipe congiunta di ICS e Caritas provvederà a “selezionare” le famiglie da un lato e i beneficiari dall’altro, attraverso colloqui e incontri di conoscenza prima di procedere all’accoglienza vera e propria.

Il rifugiato accolto in famiglia rimane a tutti gli effetti all’interno del progetto di accoglienza di cui alla convenzione tra ICS/Caritas e Comune di Trieste e l’ente che lo ha in carico (ICS o Caritas) continua ad essere responsabile sia del percorso della persona, sia di erogare quei servizi (e coprire i relativi costi) che non spettano alla famiglia (es: pocket money di 2,50 euro, tessera bus, ticket sanitari, spese per l’integrazione sociale, accesso a corsi di formazione, eventuali borse lavoro). Un operatore incaricato dagli enti proponenti dedicherà 4 ore settimanali agli ospiti in famiglia per aiutare nel percorso di accoglienza.

Questa tipologia di ospitalità in famiglia (che sottoscrive un contratto di accoglienza) ha la durata sperimentale di 6 mesi, prorogabili in presenza di un percorso di autonomia da completare. E riguarderà una persona sola o al massimo due in casi particolari (non di più anche in presenza di una eventuale offerta in tal senso, per evitare che il contenuto del progetto ne risulti alterato e l’accoglienza in famiglia si trasformi in una sorta di “B and B” di fatto). La famiglia riceve un contributo economico forfettario di 400 euro mensili per contribuire alle spese di vitto, utenze, alloggio dell’economia famigliare.

In caso di rilevanti problemi non risolvibili l’accoglienza in famiglia potrà essere interrotta e il rifugiato rientrerà nel progetto ordinario. ICS e Caritas attraverso un operatore dedicato seguiranno tutto il percorso di accoglienza intervenendo a risolvere le situazioni di eventuale difficoltà in modo da ridurre al minimo i rischi di fallimento del percorso.

Info: www.icsufficiorifugiati.org

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